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martedì, Apr 25

Picard è oltre il fanservice | Wired Italia



Da Wired.it :

Viene quindi ricomposta la plancia e viene trovato anche il pretesto per fugaci apparizioni: quella asettica di Tuvoc, quella strappalacrime di Ro Laren e quella gustosa di Moriarty. Optare per una reunion scaglionata aumenta il senso di attesa e la soddisfazione finale di rivedere il vecchio cast insieme, ufficiali grigi e un po’ ammaccati dalla vita, che riprende possesso della plancia di un’Enterprise “refurbished” (ma la voce del computer, doppiata dalla compianta Majel Barrett, è la stessa, e sentirla innesca davvero il momento nostalgia più emozionante della serie). È con quel vascello che Picard accorre in soccorso di Jack, prigioniero dell’ultimo, enorme e fatiscente cubo borg rimasto. L’anziano capitano che detestava i bambini e che aveva nel suo equipaggio la propria famiglia d’elezione è costretto a contemplare la possibile perdita del figlio per mano della sua nemesi, la Regina Borg, autoproclamata “madre” del giovane ibrido.

La visione della villain, sfigurata in un incubo di HR Giger, stravolta in una versione terrificante e deforme della bellissima e sensuale donna cyborg che fu (è impossibile non pensare agli ibridi falliti di Ripley e della regina xenomorfa in Alien3) è sconvolgente. L’immagine più iconoclasta, provocatoria e spaventosa che Star Trek avrebbe mai potuto dispensare, dispensata nella sua serie meno audace. Tanto reazionaria da sembrare quasi rivoluzionaria è anche la scelta degli autori di non far fuori nessun membro originale – la quota “personaggi sacrificabili” viene soddisfatta ai danni di una figura che avevamo appena cominciato ad apprezzare. Le ultime battute regalano al pubblico un epilogo roseo, confortevole e intimo con tanto di introduzione della “Next-Next Generation” e una piccante comparsata di Q. Scontato, puerile, furbissimo, ma Picard alla fine ci è piaciuto lo stesso.



[Fonte Wired.it]