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lunedì, Set 07

Pieces of A Woman, maternità e rinascita di una donna a pezzi



Da Wired.it :

Un regista che è il futuro del cinema crossover tra autorialità e Hollywood, porta a di Venezia un dramma tutto fondato sulle doti recitative dei suoi interpreti

Ci voleva un genio del cinema da festival europeo come Kornel Mundruczo (ungherese e autore dei bellissimi e folli White God e Una luna chiamata Europa) per mettere insieme Shia Laboeuf e Vanessa Kirby, coppia squilibrata protagonista di Pieces of a Woman in cui lei ha gran classe, un buon lavoro e viene da una famiglia snob, mentre lui è operaio rude e sbrigativo. Anche a vederli non sembrano proprio fatti l’uno per l’altra, specie con quel barbone che porta Labeouf. Invece la prima virtuosissima parte di questo film drammatico li mette insieme e ci convince oltre ogni ragionevole dubbio di che coppia siano, di come funzionino proprio nelle loro differenze (qualcosa che il cinema americano è sempre reticente a fare, preferendo le coppie armoniche).

Lei è incinta e in una serata in casa le si rompono le acque, sono d’accordo per partorire in casa ma la levatrice con cui avevano progettato il parto non è disponibile e così arriva una sostituta. Vivremo con loro tutto il travaglio e il parto non facile in un unico pianosequenza dinamico e pieno d’azione. In questo attacco del film stanno gli eventi che condizioneranno il resto della storia.

È cinema commerciale americano a tutti gli effetti con un cuore d’autore europeo potentissimo, che si traduce in atteggiamenti, idee, scrittura e scelte fuori dai canoni. Mundruczo è finalmente sbarcato nel cinema internazionale con il suo primo film in inglese e star internazionali, ad aiutarlo con un contributo di produzione c’è anche il padre di tutti i cineasti moderni, Martin Scorsese. E l’ha fatto con sua moglie, Kata Weber, alla sceneggiatura. I due in questo film raccontano un fatto che è accaduto a loro, lo fanno con una trama di finzione ma per elaborare un dramma reale e per capire cosa gli è successo e cosa è successo al mondo intorno a loro. Il risultato, per l’appunto Pieces of a Woman, è in concorso alla Mostra del cinema di Venezia (i suoi precedenti film erano sempre andati a Cannes invece).

Vanessa Kirby è scoppiata con The Crown (era la sorella modaiola e bella della regina nelle prime stagioni) e poi è stata confermata con una parte pazzesca nell’ultimo Mission: Impossible (è la donna che desidera moltissimo Ethan Hunt) e teneva testa a Dwayne Johnson e Jason Statham in Hobbs & Shaw e qui è la protagonista assoluta, la donna a pezzi del titolo che nel corso di un anno cerca di riprendersi, un anno fatto di incredibili litigate, di strane situazioni e di familiari che non la capiscono. Shia Laboeuf conferma invece i ruoli duri e probanti che sceglie da diversi anni a questa parte. Pieces of a Woman infatti è un film di attori. Nonostante sia il biglietto da visita internazionale di questo genio ungherese, il film è tutto fondato sulle interpretazioni di questi due attori e di un cast di contorno ottimo (Ellen Burstyn è la gelida madre e uno dei fratelli Safdie il pavido cognato).

C’è un po’ un tono da Alfonso Cuaron in questo film che quando può sceglie il pianosequenza non solo per l’azione ma anche per l’interazione tra attori, che guarda l’America con occhi diversi dal solito, che si interessa a tutto quello che gli altri non dicono invece che a ciò che tutti continuano a ripetere nei soliti film. Purtroppo nonostante l’evidente qualità messa in campo, nonostante le ottime prestazioni, le ambizioni di Pieces of a Woman di raccontare una donna a pezzi che si ricompone con il tempo, troppo spesso girano a vuoto. E anche Vanessa Kirby, chiamata a fare gli straordinari, non riesce nel miracolo.

Più interessante alla fine è allora la maniera in cui il film rappresenta l’influenza del mondo intorno ai due nella loro vita. Come sempre l’inferno sono gli altri e questa coppia che cerca a suo modo di rimanere unita, di superare un dramma tra infedeltà, bugie e incredibile unione inattesa, deve osservare tutte le tensioni che sono sempre state messe sotto il tappeto emergere in superficie una volta che il loro dramma li mette sotto il riflettore e al centro del dibattito pubblico. Una madre invadente e preoccupata di “cosa dirà la gente”, una sorella che sembra voler solo quiete invece che il benessere della protagonista e questioni economiche e di invidie confondono e inquinano la guarigione da un trauma psicologico.

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[Fonte Wired.it]