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martedì, Mag 19

Plasma e idrossiclorochina: Trump e Salvini anticipano i tempi della scienza con il complottismo



Da Wired.it :

Se la pancia della gente è ciò a cui mira il sovranismo perché non soffiare sul fuoco del complottismo parlando di rimedi al Coronavirus ancora in fase di sperimentazione e che forse non sono veri e propri rimedi?

Un cittadino potrebbe pensare che la tengono nascosta perché è gratuita e ci sono altri interessi dietro”. Parlava così qualche settimana fa Matteo Salvini in una delle sue innumerevoli dirette Facebook, a proposito della terapia al plasma. Il leader della Lega quando sposa una teoria del complotto difficilmente si prende la responsabilità della stessa, piuttosto la mette in bocca al cittadino x, anticipando i ragionamenti che potrebbe fare ma di fatto conducendolo a farli. Sulla storia del plasma ha ormai da settimane presidiato social network, giornali e tv, alternando un misto di esaltazione e indignazione per quella che descrive come una cura miracolosa che per qualche strano motivo si continua a ignorare.

Dall’altra parte dell’oceano, negli Stati Uniti d’America, il suo amico Donald Trump ha invece sposato un’altra terapia, quella a base di idrossiclorochina, un farmaco antimalarico e per l’artrite reumatoide. “È una settimana e mezza che la prendo e sono ancora qui”, ha dichiarato nelle scorse ore, parlando del farmaco come di un “dono del cielo”. Una visione condivisa dal suo braccio destro Rudy Giuliani, che ha definito l’idrossiclorochina come al 100 per cento efficace contro il coronavirus. “La gente muore, non abbiamo tempo per sperimentare”, ha incalzato il presidente americano, di fatto demolendo l’attività di ricerca di laboratori e aziende farmaceutiche.

Insomma, a sentire i massimi esponenti del populismo americano e italiano, la soluzione al coronavirus ce l’abbiamo già. Eppure, che si tratti del plasma o dell’idrossiclorochina, per qualche motivo d’impronta complottista si continua a ignorare queste terapie. In realtà, come spesso accade in questi casi, la ragione per cui ciò avviene è che dietro a ogni somministrazione di farmaci e cure servono lunghi studi e test, per capire la loro reale efficacia nonché le eventuali controindicazioni. Quando hanno chiesto a Donald Trump da dove proviene il suo ottimismo sul farmaco che sta assumendo, ha risposto che non ha riscontrato effetti negativi su se stesso e che “ricevo un sacco di telefonate in cui me ne parlano bene, ecco la mia prova”. Per quanto riguarda Matteo Salvini, invece, le sue certezze sul plasma derivano da articoli di giornale relativi a singole persone guarite attraverso questa cura, oltre che dal repost di interviste a medici che ne sottolineano i benefici. Tutto questo, sicuramente, può bastare per creare una teoria del complotto. Ma non è sufficiente per validare un percorso terapeutico.

Che la cura del plasma possa costituire una speranza, è appurato. Essa potrebbe fornire al malato gli anticorpi sviluppati dal guarito, dando una sorta di immunità che bloccherebbe l’avanzata dell’infezione. È all’ospedale di Mantova che stanno andando avanti più che mai nelle sperimentazioni e se i risultati sono incoraggianti, è anche vero che la stessa Asst cittadina ha sottolineato come non si tratti di una cura miracolosa, quanto di un valido strumento aggiuntivo. Insomma, non è un’alternativa al vaccino e la storia delle case farmaceutiche che la terrebbero nascosta per questo motivo, accennata da Salvini, è quindi una bufala. Come ha sottolineato Fausto Baldanti, responsabile del Laboratorio di Virologia Molecolare del policlinico di Pavia, “questa cura non sarà la soluzione del problema”. Giuseppe De Donno, direttore della Pneumologia e dell’Unità di Terapia intensiva respiratoria all’ospedale Carlo Poma di Mantova e che più di tutti sta lavorando sul plasma, ha detto che “se la malattia ha lavorato a lungo fino a compromettere la funzionalità degli organi non c’è plasma che tenga”. 

La terapia è insomma in fase di sperimentazione, c’è ottimismo per l’apporto che potrebbe dare, ma la storia è molto lontana da come viene raccontata da Salvini. Più o meno lo stesso discorso che si potrebbe fare per l’idrossiclorochina di Donald Trump. Il farmaco aveva fatto sperare in due test su pazienti con sintomi lievi, ma è stato poi ridimensionato in uno studio francese pubblicato sulla rivista Médecine et Maladies Infectieuses. “Non abbiamo trovato evidenze di una attività antivirale per il trattamento dei pazienti con sintomi severi”, hanno sottolineato gli autori, mentre dalla Francia agli Stati Uniti si sono verificati casi di intossicazioni e decessi per l’utilizzo del farmaco.

Che sia il plasma o idrossiclorochina, insomma, l’evidenza scientifica dà più o meno speranze ma il lavoro di sperimentazione è ancora in corso e, come hanno sottolineato gli scienziati, ci vorrà tempo per avere risultati definitivi e capire se, e come, seguire queste terapie. Il fatto che l’iter complottista richieda però molti meno passaggi di quello scientifico fa sì che mentre migliaia di medici in giro per il mondo sono in ballo con i test, da certa politica si è già trovata la soluzione alla pandemia. Nell’attesa della certificazione scientifica, le cure hanno così ottenuto il bollino del populismo e a detta dei politici che l’hanno assegnato questo è sufficiente per somministrarle a tappeto.

Comunque andranno a finire i minuziosi test di ospedali e laboratori su queste e altre cure, la volontà populista di anticipare i tempi della scienza per dare acqua al mulino della propaganda complottista è una minaccia alla salute di tutti.

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[Fonte Wired.it]