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Nella seconda prova della maturità 2024 protagonista della versione dal greco è Platone, con un brano tratto da uno dei suoi numerosi dialoghi, Minosse o della legge. Uno dei più grandi rappresentanti della filosofia greca classica (assieme al suo maestro, Socrate, e al suo discepolo più noto, Aristotele), è considerato tra i fondatori del pensiero occidentale così come lo conosciamo ancora oggi, pervenutoci attraverso diverse rielaborazioni e reinterpretazioni, dal neoplatonismo alle opere rinascimentali a lui ispirate e ancora ad altri filosofi d’epoca moderna, anche in opposizione alla sua concezione del mondo (Nietzsche, che pur rifiutava socratismo e platonismo, lo definì “il figlio più bello dell’antichità”).

Vita e opere di Platone

Nato ad Atene tra il 428 e il 427 a.C. in una famiglia aristocratica, in origine col nome di Aristocle (pare che Platone fosse poi un soprannome derivata dalla larghezza delle sue spalle, dal greco platys, “ampio”, visto che praticava anche pugilato), coltivò fin da giovane interesse per la poesia e la filosofia, frequentando seguaci di Eraclito, Parmenide e Pitagora e poi incontrando nel 407 a.C. Socrate, il quale segnò per sempre la sua formazione e divenne poi il principale protagonista delle sue opere più conosciute, i Dialoghi, specie di trattati filosofici che però prendevano la forma di un botta e risposta tra Socrate, appunto, e altri interlocutori che venivano convinti progressivamente della bontà delle idee dell’anziano filosofo. In vita Platone prese parte anche a diverse spedizioni militari, fu più volte in Sicilia (anche a seconda del favore o dello sfavore di cui godeva presso i vari governi ateniesi dell’epoca) e invece ad Atene fondò l’Accademia, fondamentale punto di ritrovo per i giovani e i pensatori dell’epoca, di cui fece parte anche Aristotele.

Secondo Platone la forma orale, in quanto più fedele al percorso stesso della ricerca filosofica, è superiore a quella scritta, per questo scelse di esprimere le sue idee nei Dialoghi che solo successivamente furono messi in forma scritta. In essi il filosofo esprime le sue principali idee sulla conoscenza e sul mondo: per esempio la dottrina delle Idee, secondo la quale viviamo in un mondo di oggetti concreti che non sono altro che la pallida imitazione delle forme più pure e astratte delle cose, le Idee appunto, che vivono in cielo in un mondo chiamato iperuranio; la nostra conoscenza terrena, o credenza, ci convince di essere a conoscenza del mondo ma solo la vera conoscenza attraverso la filosofia ci porta a entrare in contatto con la forma più pura e vera del sapere. In questo senso hanno molta importanza i miti, storie allegoriche che spiegano concetti ulteriori attraverso riferimenti semplici e concreti: il più famoso è il mito della Caverna, che descrive l’uomo come avvolto nell’oscurità di una grotta, il quale solo attraverso il fuoco della filosofia può iniziare a intravedere il riflesso delle cose e finalmente poi liberarsi e uscire alla luce del sole (o del vero sapere).

Nei suoi dialoghi più celebri, come Fedone, Parmenide, Fedro e molti altri, Platone esprime le sue convinzioni sui temi più disparati, dalla bellezza alla virtù, dalla vita dopo la morte all’importanza delle leggi e così via. Nel Simposio per esempio descrive l’amore, esponendo varie credenze e vari miti, ma arrivando poi a paragonarlo al percorso che si deve fare per raggiungere la conoscenza (e quindi a vincere sull’amore terreno è invece l’amore di Afrodite Urania, che è quello tra le anime e dunque quello per le Idee). Nell’Apologia di Socrate, invece, si celebra il maestro cercando di liberarlo dalle accuse che i governi ateniesi dell’epoca gli avevano mosso. Nella Repubblica, poi, si cerca di delineare quello che è il modello di stato perfetto, quello che secondo Platone è retto dai filosofi, perché solo chi conosce davvero la virtù può aspirare a comprendere qual è il bene comune.

Minosse o della legge, il dialogo della versione di greco della maturità 2024

Sono appunto numerose le opere platoniche che si occupano dell’ordinamento dello stato, delle leggi e in generale della politica. Tra queste troviamo anche, appunto, Minosse o della legge: si tratta di un breve dialogo che, secondo la classificazione più classica dei dialoghi platonici, è inserito nella nona tetralogia (gruppi di quattro), quella appunto dedicata a stato e leggi. C’è chi però ancora oggi mette in discussione l’autenticità e l’attribuzione allo stesso Platone, date le somiglianze stilistiche con opere di altri pensatori dell’epoca. In ogni caso, il dialogo si apre con un incipit in cui Socrate chiede a un suo anonimo amico che cosa sia la legge. Ottenuta la risposta “ciò che è stabilito” come “atto deliberativo dello Stato”, Socrate risponde che mentre le deliberazioni possono essere buone o cattive, dunque giuste o sbagliate, le leggi devono essere sempre giuste, e se assomigliano alle opinioni essere dunque opinioni vere. Ne deriva che la legge è “scoperta della realtà”, e dunque anch’essa riproduce la scoperta della consapevolezza della verità e dunque delle Idee, in quanto ogni buon legislatore deve aspirare non a produrre una manifestazione della propria volontà ma qualcosa che si avvicina a un ideale superiore di giustizia.

Tra gli esempi di buoni legislatori, Socrate nel discorso platonico cita appunto Minosse, re di Creta, il quale avrebbe imparato il senso di giustizia dallo stesso Zeus, re degli dei, che l’avrebbe ispirato. Il brano proposto nella seconda prova della Maturità 2024 si concentra proprio sulla descrizione di Minosse, lodato da poeti come Omero e Esiodo, ma anche esempio di come l’amicizia possa essere uno strumento di emulazione e crescita, come successo appunto tra lui e Zeus.



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