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sabato, Mar 18

PlayStation non è in grado di competere con Call of Duty, a dirlo è Sony

da Hardware Upgrade :

Nell’eterna controversia sull’acquisizione di Activision-Blizzard da parte di Microsoft, Sony ha depositato un nuovo documento presso la CMA (Competition and Markets Authority) britannica. Nel nuovo report, la realtà giapponese ha dichiarato che PlayStation non ha le capacità per competere con Call of Duty.

Sony non può proteggersi dalla perdita di Call of Duty” scrive l’azienda, spostando l’attenzione sui budget e sugli introiti che il brand di Activision produce, i quali ritiene siano estremamente distanti da quanto possa mai realizzare PlayStation con i suoi titoli first-party.

A riprova di ciò, la società ha chiamato in causa uno dei suoi ultimi giochi lanciati su PlayStation 5, God of War Ragnarock che abbiamo recensito qui, che definisce come “il titolo first-party più grande di sempre“. Sfortunatamente, le cifre riportate da Sony sono state tutte omesse dalla copia pubblica del documento.

Entrando più nel dettaglio, il documento riporta una quota a tre cifre in milioni di dollari per quanto riguarda il budget destinato all’action-adventure. Un costo, tuttavia, che Sony avrebbe accumulato in diversi anni e comunque inferiore ad un singolo progetto di Call of Duty. Dal canto suo, invece, Activision avrebbe investito in media 300 milioni di dollari per ogni uscita annuale.

A questo vanno poi aggiunte le ore di gioco e le entrate generate, che nel caso di Call of Duty secondo Sony sono praticamente irraggiungibili. A dimostrazione di ciò, Sony ha citato anche Destiny, l’MMOFPS di Bungie, software house recentemente acquisita.

Nel documento si legge: “La recente esperienza di SIE nei giochi sparatutto / battle royale è limitata e il suo principale franchise di sparatutto attivo è significativamente meno impattante di Call of Duty. Destiny, il principale franchise sparatutto in prima persona attivo di SIE, ha avuto solo il [percentuale redatta] delle ore di gioco e il [percentuale redatta] dei guadagni rispetto a Call of Duty“. Anche in questo caso, le percentuali sono state omesse dalla versione pubblica del documento.

La risposta di Sony non fa che confermare i dubbi che la CMA del Regno Unito aveva già espresso, sostenendo che erano “pochi i franchise di PlayStation duraturi e significativi in termini di tempo di gioco ed entrate come Call of Duty” e un qualsiasi tentativo di sviluppare un concorrente avrebbe “scarsa probabilità di successo”.

Naturalmente, tutte queste osservazioni si riferiscono al caso in cui Microsoft dovesse decidere di rendere Call of Duty un’esclusiva Xbox. Dal canto suo, la società di Redmond, ha ribadito l’intenzione di non compromettere in alcun modo il rilascio dei futuri capitoli del brand su PlayStation o qualsiasi altra piattaforma voglia disporne.

“La posizione di Sony va vista per quello che è: un tentativo egoistico di proteggere la sua posizione dominante sul mercato, piuttosto che una preoccupazione fondata e genuina sull’accesso futuro ai giochi di Call of Duty – che peraltro avrebbe potuto garantirsi mesi fa” ha dichiarato Microsoft.

Il deposito di Sony alla CMA non è stato l’unico però. A favore dell’accordo tra Microsoft e Activision-Blizzard si sono schierate ben sei società coinvolte nel settore dei videogiochi, delle quali però il documento pubblico nasconde le identità. L’unica citata è 4J Studios, la software house scozzese che ha collaborato con Microsoft per il rilascio della versione console di Minecraft.

Ricordiamo, infine, che due delle principali autorità antitrust sono chiamate ad esprimersi entro fine aprile, più precisamente il 25 aprile quella europea mentre il giorno successivo, il 26 aprile, sarà il turno proprio della CMA britannica.

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