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Israele ha acconsentito a una serie di pause nei combattimenti a Gaza dall’1 settembre, per consentire la vaccinazione contro la poliomielite ai bambini della Striscia, come confermato da funzionari delle Nazioni Unite e israeliani. Questa decisione è stata presa in seguito alla scoperta del virus in campioni di acque reflue e la registrazione del primo caso di poliomielite nella zona da 25 anni, diagnosticato in un bambino di 10 mesi a Deir Al-Balah.

Il ritorno della poliomielite

Il ritorno della poliomielite a Gaza è in buona parte dovuta alla devastazione causata da oltre dieci mesi di bombardamenti israeliani. La distruzione di centinaia di impianti idrici, come rivelato da un’analisi di Bbc, ha contribuito a limitare l’accesso all’acqua potabile per la popolazione. Più della metà delle strutture vitali, circa 600, sono state danneggiate o distrutte dal 7 ottobre 2023, con quattro dei sei impianti di trattamento delle acque reflue compromessi. Questo ha portato a un accumulo di liquami non trattati. La poliomielite, che si trasmette principalmente attraverso acqua e cibo contaminati, rappresenta una minaccia particolarmente grave per i bambini, che sono già vulnerabili a causa della malnutrizione e delle condizioni di sovraffollamento.

Rik Peeperkorn, rappresentante dell’Organizzazione mondiale della sanità, ha avvertito che la copertura vaccinale contro la poliomielite nell’enclave era stimata al 99% nel 2022, ma è scesa sotto il 90% all’inizio di quest’anno. Il virus colpisce principalmente i bambini sotto i cinque anni e può causare paralisi irreversibili e persino la morte. È altamente contagioso e non esiste una cura; può essere prevenuto solo tramite immunizzazione, secondo quanto affermato dall’Oms.

La ripresa dei vaccini

Basem Naim, membro dell’ufficio politico di Hamas, ha affermato che il gruppo militante ha accolto con favore la decisione “Siamo pronti a collaborare con le organizzazioni internazionali per garantire questa campagna”. Il programma di immunizzazione mira a vaccinare circa 640.000 bambini di età inferiore ai dieci anni. Le pause umanitarie sono state organizzate in tre fasi di tre giorni ciascuna, che copriranno le diverse aree della Striscia: inizialmente Gaza centrale, seguita da Khan Younis e infine Gaza City e la parte settentrionale. Ogni fase richiederà circa sette ore per la somministrazione dei vaccini, durante le quali le équipe sanitarie potranno operare in sicurezza. L’operazione pianificata dall’Oms, insieme al ministero della Salute palestinese e ad altre agenzie, coinvolgerà circa 2.700 operatori sanitari e 708 squadre di vaccinazione, che lavoreranno in ospedali e centri di salute pubblica.

ActionAid, associazione non governativa che opera in difesa dei bambini, ha dichiarato in una nota: “Sebbene le pause consentiranno ad alcuni bambini di ricevere vaccinazioni antipolio salvavita, esse sono ben lontane da ciò che è urgentemente necessario per sottrarre Gaza da una crisi sanitaria devastante e migliorare le condizioni di vita terribili che consentono alle malattie di prosperare. Oltre dieci mesi di bombardamenti quasi ininterrotti hanno lasciato l’intera popolazione affamata, indebolita e traumatizzata, e hanno distrutto la maggior parte delle infrastrutture vitali. Gaza ha bisogno di un cessate il fuoco completo e permanente, in modo che gli aiuti – compreso il carburante, di cui c’è urgente bisogno per mantenere in funzione gli ospedali – possano entrare in modo sicuro. La comunità internazionale deve intensificare gli sforzi, anche bloccando la vendita di armi al governo israeliano e imponendo sanzioni. Gli operatori umanitari a Gaza continuano ad affrontare livelli spaventosi di pericolo mentre svolgono semplicemente il loro lavoro, come gli episodi scioccanti di veicoli di soccorso colpiti direttamente negli ultimi giorni. Questo è assolutamente inaccettabile: gli operatori umanitari non dovrebbero mai essere un obiettivo e la loro sicurezza deve essere garantita. Siamo inorriditi dalle notizie secondo cui almeno cinque palestinesi sono stati uccisi in un attacco aereo dell’esercito israeliano contro un convoglio di aiuti la scorsa notte. Chiediamo un’indagine approfondita su questo incidente e la piena responsabilità di quanti coinvolti”. 



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