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mercoledì, Lug 08

Polizieschi al cardiopalma e bizzarri musical sono gli imperdibili del Far East Festival 2020



Da Wired.it :

Dal tenero e violento Better Days al sorprendente Vertigo, dall’adrenalinico The Exit all’hongkonghese vecchia scuola Line Walker 2, fino ai “diversi” Wotakoi e I WeirDO: sono le pellicole dall’Oriente più belle che abbiamo visto alla kermesse udinese

Una quarantina e passa di film sono stati presentati alla 22esima edizione del Far East Festival, la storica e prestigiosa kermesse del cinema asiatico che quest’anno – causa Covid – ha esordito in un’inedita versione digitale: gli accreditati italiani e del mondo hanno così vissuto l’evento da casa guardando i lavori in concorso – tutti insieme, come al cinema, oppure in differita – sulla piattaforma streaming di Mymovies. Il variegato programma, con produzioni dalla Corea del Sud, Hong Kong, Cina, Giappone, Taiwan, Filippine, Indonesia e Malesia, è uno dei più belli, coinvolgenti e qualitativamente alto degli ultimi anni, dominato da polizieschi al cardiopalma che evocano la Hong Kong vecchia scuola, horror che scavano nella psiche di protagonisti disturbati e nel folklore più cupo, bizzarri musical nipponici che inneggiano alla diversità e storie d’amore tra outsider di ogni tipo e provenienza.

Il festival inaugura una nuova piattaforma online on demand dedicata alle spettacolari declinazioni del cinema orientale, la Far East Film Online, che sarà attiva dal 1° agosto mettendo a disposizione tanti film per chi ama la Hallyu e le altre correnti cinematografiche Made in Asia.

1. Storie d’amore diverse: Better Days

Due giovani che non potrebbero essere più lontani – lei introversa e secchiona, figlia di una madre truffatrice, e lui ruvido gangster abbandonato dalla genitrice – sono uniti da una solitudine infinita e dalle ingiurie della società. Chen Nian, perseguitata dai bulli, chiederà a Bei, vittima dei soprusi del boss della sua gang, di proteggerla, e i due finiranno per vivere una storia d’amore indissolubile e dolcissima. Derek Tsang (il figlio di Eric di Infernal Affairs) realizza un dramma romantico pieno di buoni propositi, che molto deve alla bravura del talentuoso Jackson Yee, quotatissimo idol ventenne il quale riesce a fare di Bei un personaggio bellissimo, fragile, stoico e disperatamente bisognoso di affetto. Il film, che ha vinto la 22ma edizione del Far East, tratta in modo estremamente crudo il tema del bullismo, tanto esplicitamente che per mesi la sua distribuzione è stata bloccata dalla censura cinese (e qualche minuto di pellicola tagliato).

Altri film che vi consigliamo sono il minimalista Romance Doll (su uno scultore che crea una “bambola dell’amore” identica alla moglie), lo spumeggiante Crazy Romance (su una coppia che fatica a formarsi a causa delle ferite sentimentali accumulate), il pittoresco I WeirDo (su due giovani reclusi con la fobia dei germi e della pulizia) e Wotakoi – L’amore è complicato per gli Otaku, simpatico musical incentrata su due geek uniti dalla passione per i videogiochi che straripa di citazioni dagli anime Neon Genesis Evangelion (da non perdere l’imitazione di Gendo Ikari di Kento Yamazaki, già icona degli otaku per aver interpretato Elle nella serie trasposizione di Death Note).

2. Storie di persone che si trovano e si ritrovano: Vertigo

Quanto si può sopportare una vita sempre più dura? Seo-young (Chun Woo-Hee, Vampire Idol) lavora presso una grande azienda e il suo contratto è in scadenza; fatica a concentrarsi, perché una forma di acufene la debilita progressivamente. Ha anche una relazione clandestina con un superiore (il lanciatissimo tedesco di origine coreane Teo Yoo, Arthdal Chronicles) bello e infedele, e il suo capo la molesta sessualmente. Kwon-woo, il timido ragazzo che pulisce i vetri del grattacielo dove si trova l’ufficio di Seo-young, si innamora di lei e ne diventa un protettore silenzioso. I coreani hanno la tendenza a fare film che fanno ridere all’inizio per poi finire in tragedia: Vertigo fa il contrario, risolvendosi con un finale “miracoloso” tra i più brillanti del cinema recente.

Oltre al film del regista di Love Fiction, vi suggeriamo Kim Ji-young, Born 1982, forte denuncia femminista degli abusi subiti da ogni donna quotidianamente che in patria ha fatto insorgere il pubblico maschile; lo straniato Lucky Chan-sil, dove una donna di mezza età in crisi riceve conforto dal fantasma (di) Leslie Cheung; One Night, dramma famigliare nipponico incentrato su una moglie che uccide il marito violento; il musical Dance With Me, su una giovane impiegata che ritrova se stessa tramite la passione per danza e ballo, e Chasing Dream, il ritorno di Johnnie To con un romance variante moderna della storia d’amore tra pugile e ballerina (qui sono un lottatore di Mma e un’aspirante idol).

3. Demoni interiori ed esteriori: The Closet

La solita famiglia cittadina in lutto che si trasferisce in una remota villa di campagna infestata di spiriti è al centro di un horror con un accenno di critica sociale, dove gli spiriti assassini dei bimbi abusati dai genitori rapiscono la figlia decenne di un vedovo. Gotico come una ghost story inglese, The Closet aggiunge un tocco orientale grazie alla figura dell’eccentrico (e venale) sciamano buddista, che si offre di esorcizzare la bimba diabolica nascosto in un antico armadio. Kim Kwang-Bin è al debutto come regista cinematografico, ma lo fa sotto l’egida della più grande casa di distribuzione coreana, la Cj, e questo gli vale il supporto di un cast sotto contratto con lo studio di un certo prestigio, ovvero le superstar coreane Kin Nam-gil (The Pirates), Ha Jun-woo (Along With the Gods) e un cattivissimo Park Sung-woong (The Deal). Altri horror visti al Far East da recuperare: l’indonesiano Impetigore, su una raccapricciante maledizione radicata in un villaggio sperduto; il malese Soul, anch’esso ambientato in una foresta spaventosa e incentrato su un infido spirito mangia anime, e il taiwanese Detention, parabola storico-politica condita di paura.

4. Eroi – e antieroi – dell’adrenalina: The Captain

In volo sopra le montagne del Tibet, un aereo perde il finestrino anteriore dell’abitacolo: con un secondo pilota che sta per essere risucchiato fuori, temperature glaciali, la prospettiva di sragionare per l’ipossia e una tempesta che impedisce di scendere di quota per limitare la compressione, l’ex istruttore di volo Liu Changjian deve riuscire, con calma serafica, a portare tutti in salvo. Il regista della trilogia criminal Infernal Affairs Andrew Lau si è ispirato a un fatto di cronaca del 2018 – il miracoloso atterraggio del volo 3U8633 della Sichuan Airlines –, raccontato minuto per minuto tramite una narrazione tesa al limite dell’apnea (sconsigliato a chi ha paura di volare).

Imperdibili anche The Exit, ameno action catastrofico incentrato su un imprudente (al limite del suicida) arrampicatore amatoriale (Cho Jung-Seok, Hospital Playlist), che cerca di salvare se stesso e i suoi compagni di sventura saltando tra i cornicioni, e Ashfall, ilare e assurdo disaster movie del regista del malinconico Castaway on the Moon, con Lee Byung-Hun (A Bittersweet Life) nei panni dell’immancabile spia nordcoreana sulla via della redenzione che deve aiutare un gruppo di soldati e scienziati a bombardare con l’atomica un vulcano per spegnerlo (sic!).

5. Villain vs villain, storie di cattivi: Beasts Clawing at Straws

Un borsone di Louis Vuitton pieno di soldi viene abbandonato nei locker di una sauna. Imprevedibilmente legati al suo ritrovamento, una manciata di disperati disposti ad ammazzarsi tra di loro per arraffare il malloppo. Ovvero: la truffatrice e maîtresse Yeon-yee (l’inossidabile Jeon Do-yeon) con il suo amante, il perdente Tae Young (un altro veterano del cinema coreano, Jung Woo-Sung); Mi-ran, vittima di un marito violento e il suo baby-amante, il cinese Jin-tae (Jung Ga-Ram, Love Alarm); poi, ancora, Joong-Man e la sua poverissima famiglia. Altra opera prima, questa volta di Kim Kwang-Bin, è un noir deliziosamente grottesco e cattivo.

Altri film presentati al Far East incentrati su villain in conflitto con altri villain: il bel thriller politico The Man Standing Next, che ricostruisce uno dei tanti momenti della travagliata Storia della Corea dell’ultimo secolo e mezzo, ovvero l’omicidio del tirannico presidente Park Chunghee nel 1979; il noir hongkonghese The  White Storm 2 – Drug Lords con il sempre divino Andy Lau nei panni di un gangster che si dà alla lotta alla droga e duella con il suo ex migliore amico; e il blockbuster Line Walker 2: Invisible Spy (sempre made in Hong Kong) prodotto da Shaw Brothers e incentrato su due amici-nemici intenti a scovare spie in seno all’Intelligence. Quest’ultimo, classicone in stile Heroic Bloodshed dei tempi d’oro di Hong Kong, varrebbe la visione fosse anche solo per la sequenza finale nella chiesa con i rivali moribondi che citano The Killer di John Woo.

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[Fonte Wired.it]