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venerdì, Mar 17

Polpi, la battaglia contro il primo allevamento intensivo



Da Wired.it :

Due organizzazioni non governative stanno facendo pressioni sull’Unione europea, perché si opponga alla realizzazione di quello che potrebbe diventare il primo allevamento di polpi al mondo. Le organizzazioni Eurogroup for animals e Compassion in world farming hanno denunciato il progetto come crudele e preoccupante a livello ambientale.

I piani dell’azienda spagnola Nueva pescanova mirano a realizzare un enorme allevamento da circa un milione di cefalopodi nel porto di Las Palmas, a Gran Canaria, che dovrebbe fornire circa 3mila tonnellate di carne di polpo ogni anno, destinata al consumo alimentare umano. Tuttavia, l’iniziativa si sta scontrando con le resistenze di due organizzazioni ambientaliste, che hanno già coinvolto alcuni parlamentari europei, come Caroline Roose dei Verdi.

Per le organizzazioni, il progetto di Nueva Pescanova è “estremamente preoccupante, sia dal punto di vista del benessere degli animali, sia da quello ambientale” e per questo hanno richiesto alle autorità spagnole ed europee di impedirne la realizzazione, per evitare inutili sofferenze a queste creature senzienti.

Le ragioni del no

In base a quanto riportato nello studio Uncovering the horrific reality of octopus farming, l’allevamento prevede di confinare i polpi in vasche sovraffollate e sterili, con 10 o 15 animali per metro cubo di acqua, che incoraggerebbero l’aggressività e il cannibalismo, vista la natura solitaria dei polpi. Il sovraffollamento potrebbe anche aumentare i rischi di mortalità e la diffusione di malattie.

Ulteriore stress verrà causato dall’esposizione alla luce artificiale per 24 ore su 24, una strategia usata per aumentare la produzione, ma che va contro le normali condizioni di vita di questi cefalopodi, naturalmente avversi alla luce e abituati ad ambienti poco illuminati.

Inoltre, le ong hanno denunciato il metodo di macellazione scelto da Nueva Pescanova, cioè quello dell’acqua ghiacciata, per cui i polpi ancora vivi e coscienti, senza essere precedentemente storditi, vengono immersi in una soluzione di acqua ghiacciata saturata con biossido di carbonio. Studi scientifici hanno infatti dimostrato come questa tecnica causi paura negli animali e provochi una morte lenta e dolorosa, con sofferenze prolungate.

Infine, l’allevamento avrebbe anche un impatto negativo su tutto l’ambiente circostante, a causa dello sfruttamento intensivo delle risorse che verrà messo in atto per mantenerlo in funzione. Tra questi l’uso eccessivo di energia e di mangimi commerciali contenenti farine e oli di pesce. Soluzioni non sostenibili che contribuiscono al sovrasfruttamento delle popolazioni selvatiche e che priva le popolazioni dell’Africa occidentale, dove vengono catturati i pesci per fari i mangimi, delle loro risorse alimentari principali.



[Fonte Wired.it]