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Poop Cruise, la crociera più disgustosa della storia è diventata un documentario su Netflix

da | Lug 1, 2025 | Tecnologia


L’espressione Poop Cruise dovrebbe già mettervi sull’attenti. Nell’immaginario di certi film catastrofici sono molte le disavventure che possono accadere su una nave da crociera, dal naufragio in stile Titanic agli attacchi terroristici, passando per incendi ed epidemie. Ma forse a nessuno sarebbe venuto in mente di immaginare una marea di… cacca. A superare la più disgustosa delle fantasie ci ha pensato, invece, la realtà, una realtà ora raccontata dal documentario Netflix Trainwreck: Poop Cruise. Si tratta di una serie di mini-documentari che trattano disastri di vario genere e varia gravità, dall’incidente mortale avvenuto al festival musicale Astroworld a Houston nel 2021 al fallimento di un celebre brand come American Apparel. Il sottotitolo di questa produzione, Poop Cruise (letteralmente “crociera di pupù”), è invece piuttosto eloquente nel suggerire qual è la storia vera che si vuole raccontare.

Si tratta in effetti di un evento veramente accaduto il 10 febbraio 2013 a bordo della Carnival Triumph, nave da crociera appartenente allo stesso gruppo internazionale che possiede Costa Crociere e varata nell’ottobre 1999 dopo essere stata costruita da Fincantieri a Monfalcone, in Friuli Venezia Giulia. La nave doveva accompagnare i circa 4000 passeggeri in un viaggio andata e ritorno tra gli Stati Uniti e il Messico della durata di quattro giorni. Ma già a poche ore dalla partenza un incendio sviluppatosi nella sala motori aveva messo fuoriuso tutto il sistema di alimentazione della nave, lasciando equipaggio e passeggeri senza più corrente elettrica. Ciò significava che non solo la Triumph non aveva più motori per mantenersi sulla rotta, ma che ogni altra attività a bordo, dall’illuminazione all’aria condizionata, era bloccata. In questo modo, però, anche il sistema che azionava lo sciacquone delle toilette delle varie cabine, permettendo di scaricare feci e urine, era all’improvviso fuori uso.

Ecco che, nel bel mezzo del piano di emergenza per riportare la nave in un porto americano in totale sicurezza, i media iniziarono a utilizzare il nomignolo di “Poop Cruise”. Il documentario, attraverso interviste ai diretti interessanti e ai giornalisti che seguirono la vicenda, ricostruisce in effetti le condizioni estreme in cui hanno vissuto le persone a bordo per circa una settimana: non solo erano costretti a dormire sui materassi portati in corridoi e ponti per sfuggire dal caldo, ma erano stati invitati anche ad urinare nelle docce e soprattutto a defecare in sacchetti rossi appositi per i residui a rischio biologico, cosa che molti si rifiutarono di fare. I primi tentativi di agganciare la nave per trainarla in porto, uniti al maltempo, la inclinarono di parecchi gradi, facendo traboccare i wc pieni di rifiuti organici, sparsi ben presto su pavimenti, scale e ponti. Oltre a essere disgustosa, la situazione poneva anche gravi problemi igienici.

Il rapido intervento dei soccorsi riportò fortunatamente tutto alla normalità, senza nessun caso troppo grave tra i passeggeri, riportati tutti sani e salvi a terra, eternamente grati all’equipaggio della Triumph che aveva gestito con rigore l’intera emergenza (addirittura a un certo punto permettendo l’open bar, nonostante non fosse sulla carta un’ottima idea in una situazione in cui fare la pipì non era poi così agevole). Tentativi di causa alla società Carnival sono stati gestiti dalla società stessa, che ha dovuto cambiare certe clausole di responsabilità e sicurezza nei suoi contratti, riconoscendo i diritti primari dei passeggeri. La stessa Triumph è stata rimessa in mare, dopo la dovuta riparazione e una generale revisione di tutte le tecniche di sicurezza da parte del gruppo, nell’estate 2013 con un nuovo nome, quello di Carnival Sunrise. Non è dato sapere se i “sopravvissuti” hanno poi fatto altre crociere, di certo hanno tutti un aneddoto grottesco da raccontare ai propri amici.



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Scritto da Flavio Perrone, consulente informatico e appassionato di tecnologia e lifestyle. Con una carriera che abbraccia più di tre decenni, Flavio offre una prospettiva unica e informata su come la tecnologia può migliorare la nostra vita quotidiana.

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