Ha fatto molto parlare di sé, la cometa interstellare 3I/Atlas, un corpo celeste formato in un altro sistema planetario e per caso di passaggio nel nostro. Come un messaggio in bottiglia, ci racconta storie che vengono da lontano sia nel tempo che nello spazio, ma purtroppo sono treni che passano una volta sola. Correndo a oltre 200mila chilometri orari, questo tipo di oggetto è rapido e sfuggente: raggiungerlo per studiarlo da vicino sembra perciò un’impresa titanica. Eppure non tutto è perduto, potremmo ancora immaginare alcuni modi per studiare un oggetto come questo.
La cometa interstellare 3I/Atlas
3I/ATLAS è stato scoperto il 1 luglio 2025 dalla sede cilena di ATLAS, l’Asteroid Terrestrial-impact Last Alert System. Era debolissimo ma da subito ha mostrato attività cometaria, tradendo la sua natura di cometa: una roccia ghiacciata dalla quale sublima il gas, man mano che si avvicina al Sole. Subito numerosi osservatori in giro per il mondo si sono attivati per osservare il nuovo corpo celeste e nel giro di poche ore si è capito che era su un’orbita iperbolica, cioè aperta e non chiusa attorno al Sole. Per farla breve, divenne chiaro che si trattava di un nuovo oggetto interstellare, nato attorno a un’altra stella, espulso dal suo sistema e che per caso si ritrovava a passare dalle nostre parti.
NOIRLab/Gemini South
Oggetti interstellari
3I/ATLAS è il terzo oggetto interstellare scoperto, dopo la cometa oscura 1I/’Oumuamua e la cometa 2I/Borisov. Sappiamo che di oggetti interstellari ne passano molti, forse persino a migliaia ogni anno, solo che restano quasi tutti inosservati. Trovarne uno quindi non è strano, ma è senz’altro un’opportunità unica da non lasciarsi sfuggire, perché studiare un oggetto interstellare significa studiare direttamente qualcosa che si è formato attorno a un’altra stella, custode di informazioni sulla formazione planetaria in un altro sistema.
Gli studi
Proprio per via della loro importanza scientifica, gli oggetti interstellari attirano l’attenzione di molti osservatori terrestri e spaziali. La 3I/Atlas il giorno dopo la scoperta era stata già puntata da 30 osservatori diversi. Ci sono state osservazioni dei telescopi spaziali SPHEREx, Hubble e James Webb. Persino alcune sonde marziane, come Mars Express e il rover Perseverance, hanno guardato nella sua direzione quando a inizio ottobre ha raggiunto la minima distanza dal pianeta rosso. Tutti questi studi permettono di scoprire tantissimi dettagli, come la composizione della chioma, che contiene quantità anomale di nichel e di anidride carbonica rispetto alla maggior parte (ma non tutte) delle comete del Sistema Solare. Oppure la dinamica della coda, dell’anticoda e dei getti di polvere. Come sempre però, lo studio di un corpo celeste gioverebbe molto della visita di una sonda spaziale.




