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venerdì, Feb 07

Premi Oscar 2020, che cosa c’è da sapere sui candidati a Miglior film



Da Wired :

Sono nove a contendersi la statuetta più ambita. E se 1017 di Sam Mandes gioca da favorito, non c’è da sottovalutare il fenomeno Parasite

(Foto: Kevin Winter/Getty Images)

Ci siamo! Siamo entrati di nuovo in quel periodo dell’anno in cui i cinefili di tutto il mondo dibattono emozionati su chi saranno i vincitori dei prossimi premi Oscar. La statuetta dorata, che porta con sé celebrità e consacrazione, sarà consegnata, come da tradizione, dalla Academy of Motion Pictures Arts and Sciences durante una cerimonia il prossimo 10 febbraio, nella magnifica cornice del Dolby Theatre di Los Angeles, lungo la Hollywood Boulevard, cuore e simbolo dell’industria del cinema americano e mondiale.

Come lo scorso anno, non ci sarà un presentatore ufficiale, ma saranno i volti noti dello spettacolo a salire sul palco e annunciare, volta per volta, chi porterà a casa il premio per ciascuna categoria.

La statuetta più ambita, come sempre, è quella per il Miglior Film, che, ritirata dai produttori (coloro che hanno fatto sì che il film prendesse vita), porterà sul palco attori, registi e addetti ai lavori che hanno preso parte al progetto.

Ma quali sono quest’anno i titoli che si contenderanno il premio più ambito? Sono in tutto nove, ve li presentiamo di seguito in rigoroso ordine alfabetico.

11917

Di: Sam Mandes

Con: George MacKay, Dean-Charles Chapman, Andrew Scott, Benedict Cumberbatch

È il grande favorito di questa edizione. Si sa che Hollywood ha un debole per i film di guerra, ma qui alla potenza della storia si aggiunge l’abilità tecnica: 1917 è, infatti, stato ideato da Sam Mendes come un unico lunghissimo piano sequenza. Già vincitore di due Golden Globes, come Miglior film drammatico e Miglior regista, ha ricevuto ben 10 nomination all’Oscar: oltre a Miglior film gareggerà per Miglior regista, Miglior sceneggiatura originale, Miglior fotografia, Miglior scenografia, Miglior colonna sonora, Miglior effetti speciali, Miglior sonoro, Miglior montaggio sonoro, Miglior trucco e acconciatura.

LA TRAMA È il 6 aprile 1917 e sembra che l’esercito tedesco si stia ritirando da un settore del Fronte Occidentale. Il colonnello Mackenzie è così deciso a lanciare un attacco per scompigliare la ritirata, non sa che si tratta di un tranello. Grazie a una ricognizione aerea si scoprono le vere intenzioni dei tedeschi: che stanno solo costruendo una nuova linea difensiva, pesantemente munita. Con le linee telefoniche interrotte due giovani soldati (George MacKay e Dean-Charles Chapman) sono mandati a consegnare al colonnello Mackenzie l’ordine di non attaccare. Non arrivassero in tempo sarebbe una carneficina.

CURIOSITÀ Si tratta del primo film scritto da Sam Mandes che si è ispirato ai racconti di suo nonno, ricordato anche nei titoli di coda. Per quanto riguarda l’effetto dell’unico piano sequenza, è stato creato in digitale montando tanti piani sequenza da cinque minuti e solo uno di 10, utilizzando stratagemmi vari che non mostrassero la cesura, come sfruttare il passaggio di qualcosa in primo piano, che per una frazione di secondo, copre l’immagine.

2. C’era una Volta… a Hollywood

Di: Quentin Tarantino

Con: Leonardo DiCaprio, Brad Pitt, Margot Robbie, Margaret Qualley, Dakota Fanning, Luke Perry

Presentato lo scorso maggio al Festival di Cannes è il secondo favorito, se non altro perché vincitore del Golden Globe come Miglior film commedia, vinto assieme a quello per il Miglior attore non protagonista e Miglior sceneggiatura. Candidato a 10 premi Oscar, è quasi certo che Brad Pitt porterà a casa quello come Miglior attore non protagonista. È poi in lizza per: Miglior regia, Miglior attore protagonista (Leonardo DiCaprio), Miglior sceneggiatura originale, Miglior fotografia, Miglior scenografia, Miglior sonoro, Miglior montaggio sonoro, Migliori costumi.

LA TRAMA Rick Dalton (Leonardo Di Caprio), star di una serie western degli anni Cinquanta, sta attraversando un periodo di crisi, convinto che la sua carriera sia ormai al declino. Al suo fianco l’inseparabile stuntman Cliff (Brad Bitt), amico di vecchia data e assistente factotum del divo. Mentre Rick accetta un nuovo ruolo e Cliff si barcamena come può, sulle colline di Cielo Drive, a pochi passi dalla villa di Rick, si trasferisce una giovane attrice emergente, Sharon Tate, la cui vita s’intreccerà con quella dei vicini in una serata passata alla storia.

CURIOSITÀ Il titolo è un esplicito omaggio a C’era una volta il West e C’era una volta in America, i due film preferiti da Tarantino, entrambi diretti da Sergio Leone, cui il regista da sempre si ispira. Il film è anche un commosso ricordo alla Hollywood dei tempi d’oro. 

3. Jojo Rabbit

Di: Taika Waititi 

Con: Taika Waititi, Roman Griffin Davis, Scarlett Johansson, Thomasin McKenzie, Sam Rockwell

Scritto e diretto dall’artista neozelandese Taika Waititi (Thor: Ragnarok) e liberamente tratto dal romanzo di Christine Leunens, Come Semi d’autunno, questa dark comedy che piace a grandi e piccini, dopo le due candidature ai Golden Globes che hanno portato a un nulla di fatto, prova a rifarsi agli Oscar dove gareggia con sei nomination: Miglior film, Miglior attrice non protagonista (Scarlett Johansson), Miglior sceneggiatura non originale, Miglior scenografia, Miglior montaggio, Migliori costumi.

LA TRAMA Jojo Betzler, soprannominato Rabbit, è un timido bambino della gioventù hitleriana, convinto sostenitore del regime, che passa le giornate in compagnia di un particolare amico immaginario: una buffa versione di Adolf Hitler in persona. Costretto a casa dopo un infortunio, i valori di Jojo entrano in crisi quando scopre che la madre (Scarlett Johansson) non solo fa parte della resistenza, ma nasconde in soffitta una ragazza ebrea.

CURIOSITÀ Figlio di madre ebrea e padre maori, il film vuole mettere in ridicolo Hitler e il nazismo (memorabile la scena in cui una congregazione di nazisti si saluta ripetendo Heil Hitler per ben 31 volte in un minuto), ma anche omaggiare la mamma di Waititi e tutte le mamme single del mondo. Qui lei è rappresentata da Scarlett Johansson, meravigliosa attrice che prima d’ora non era mai stata candidata all’Oscar e che quest’anno ha ricevuto invece due nomination: oltre a questa sarà, infatti, in lizza come Migliore attrice protagonista in Storia di Un Matrimonio. Nel caso dovesse vincere entrambi in premi, registrerà un primato storico.

4. Joker

Di: Todd Phillips

Con: Joaquin Phoenix, Robert De Niro, Zazie Beets, Bill Camp, Frances Conroy

Con la sua vittoria alla scorsa edizione della Mostra Internazionale D’Arte Cinematografica di VeneziaJoker ha dimostrato che anche i cinecomic possono aggiudicarsi la vetta dei più noti festival internazionali. Ma il film di Todd Phillips è di certo un’opera sui generis, che molti hanno accostato ai capolavori di Scorsese (The King of Comedy) più che alle saghe targate Warner Bros./DC. Vincitore di due Golden Globes, tra cui Miglior attore (Joaquin Phoenixa, che sta facendo incetta di premi a tutte le competizioni a cui il film partecipa), e Miglior colonna sonora originale, per la prima volta andata a una compositrice, è candidato a 11 Oscar: Miglior film, Miglior regia, Miglior attore, Miglior sceneggiatura non originale, Miglior fotografia, Miglior montaggio, Miglior colonna sonora, Miglior sonoro, Miglior montaggio sonoro, Migliori costumi, Miglior trucco e acconciatura.

LA TRAMA Arthur Fleck è un uomo con problemi psichici, una vita di abusi alle spalle, che convive con l’anziana madre nei bassifondi di Gotham City e sogna di sfondare come cabarettista, mentre si mantiene lavorando come clown. In una città sull’orlo del collasso e in cui la violenza è la quotidianità, Arthur un giorno decide di rispondere alla violenza con la violenza, cosa che lo catapulterà in un vortice di sangue, dal quale uscirà trasformato nel Joker.

CURIOSITÀ Per interpretare il protagonista, Joaquin Phoenix ha dovuto perdere 24 chili, e per farlo si è affidato al nutrizionista che lo aveva già seguito prima della sua prova in The Master. Molto della buona riuscita del film viene attribuito proprio all’attore che, nonostante il caratteraccio di cui ha dato dimostrazione sul set, ha contribuito con l’improvvisazione alla creazione di scene iconiche, tra cui la danza di Arthur nel bagno, che poi Philips ha deciso di tenere in fase di montaggio.

5. Le Mans ’66 – La grande sfida

Di: James Mangold

Con: Matt Damon, Christian Bale, Remo Girone, Jon Bernthal

Per chi non fosse esperto di motori, basti sapere che la 24 ore di Le Mans è la più celebre gara di durata dell’automobilismo. Attiva dal 1924, a vincere la competizione è l’auto capace di percorrere la maggior distanza in un intero giorno. Accolto molto bene da pubblico e critica in Italia il film non ha raggiunto i risultati sperati ma dopo una candidatura al Golden Globe l’opera gareggia ora per quattro premi Oscar: Miglior film, Miglior montaggio, Miglior sonoro, Miglior montaggio sonoro.

LA TRAMA Detroit 1966, dopo sei vittorie consecutive della Ferrari, la Ford vuole vincere a tutti i costi e per riuscirci Harry Ford II in persona affida all’ex pilota Carroll Shelby (Matt Damon) l’onere e l’onore di costruire un’auto capace di sbaragliare la concorrenza. Starà al pilota Ken Miles (Christian Bale) collaudare e guidare in pista il prototipo.

CURIOSITÀ Già nel 2013 si era iniziato a parlare del progetto che avrebbe dovuto avere come protagonisti Tom Cruise e Brad Pitt. Sfumato, la sceneggiatura è tornata a girare a Hollywood nel 2018, quando la regia è stata affidata a James Mangold. Prima di girare il film, Christian Bale ha preso lezioni di guida sportiva, mentre la produzione ha ingaggiato i figli dei celebri piloti presenti nel film, molti dei quali sono a loro volta piloti, per interpretare i loro padri.

6. Parasite

Di: Bong Joon-ho

Con: Song Kang-ho, Lee Sun-kyun, Park So-dam, Cho Yeo-jeong

Dopo due film in inglese prodotti negli Usa, Bong Joon-ho torna in Corea e realizza una commedia nera imperdibile. E proprio Parasite è la sorpresa di questi Oscar: già vincitore della Palma d’oro al Festival di Cannes, si è aggiudicato ben sei nomination, tra cui Miglior film, Miglior film straniero, Miglior regista, Miglior sceneggiatura originale, Miglior montaggio. Ai Golden Globes ha, invece, già vinto come Miglior film straniero e il sindacato degli attori l’ha premiato come film dell’anno. 

LA TRAMA La famiglia Kim, padre madre e due figli, vive ai margini della società, costretta in uno squallido appartamento nel seminterrato di un palazzo. L’occasione della rivalsa arriva quando Ki-woo, il figlio minore, è assunto come insegnante privato della rampolla di una ricca famiglia. Con il tempo troverà il modo di far lavorare nella casa tutti i suoi parenti, dando il via a una serie di disavventure e incidenti pronti a deflagrare nel finale.

CURIOSITÀ Per una scena memorabile del film è stata scelta come canzone simbolo In ginocchio da te di Gianni Morandi. Il regista, però, ha ammesso di non conoscerne il testo: “L’ho scelta solo in base al titolo, perché in quella scena i personaggi si ritrovano letteralmente in ginocchio. Non ho la più pallida idea del testo”. Ma tutta la colonna sonora è memorabile e il primo brano dei titoli di coda è stata scritto dal regista e interpretato dall’attore che interpreta il giovane della Kim.

7. Piccole Donne

Di: Greta Gerwig

Con: Saoirse Ronan, Emma Watson, Florence Pugh, Timothée Chalamet, Laura Dern

Nonostante Greta Gerwig non sia stata nominata tra i Migliori registi, suscitando non poche polemiche sugli #OscarSoMale (Oscar per maschi), il suo personale adattamento del classico di Louise May Alcott può vantare sei candidature: Miglior film, Miglior attrice protagonista (Saorsie Ronan – si legge Sorscia), Miglior attrice non protagonista (la rivelazione Florence Pugh), Miglior sceneggiatura non originale, Miglior colonna sonora, Migliori costumi. 

LA TRAMA Con la Guerra Civile Americana sullo sfondo e il padre partito per il fronte, le sorelle March, Meg (Emma Watson), Jo (Saoirse Ronan), Amy (Florence Pugh) e Beth (Eliza Scanlen), trascorrono le giornate tra chiacchiere, rappresentazioni teatrali in soffitta e opere di beneficenza. Alle prese con i turbamenti tipici dell’età a distinguersi è Jo, la più ribelle, decisa a liberarsi degli stereotipi femminili e a combattere per la sua indipendenza e libertà, anche se questo significa resistere ai corteggiamenti del bel vicino di casa Laurie.

CURIOSITÀ Questa della Gerwig è la sesta versione cinematografica del libro di Alcott, se ne contano ben due mute e le più celebri sono quella del 1933 diretta da George Cukor e quella del 1994 di Robin Swicord, ma molti critici sono concordi nell’affermare che quest’ultima sia tra le migliori mai realizzate. Piccole Donne è il secondo lavoro da regista di Gerwig, che col suo esordio Lady Bird era già arrivata agli Oscar. È stato proprio lì, osservando l’alchimia tra Saoirse Ronan e Timothée Chalamet, che ha deciso sarebbero stati loro a interpretare Jo e Laurie. Per Meg aveva, invece, pensato a Emma Stone, che ha però dovuto abbandonare il progetto in corsa per partecipare a La Favorita, al suo posto è stata chiamata Emma Watson, ironia della sorte per La La Land era successo l’esatto contrario: Emma Stone era stata inserita nel progetto dopo la rinuncia di Watson.

8. Storia di un matrimonio

Di: Noah Baumbach

Con: Scarlett Johansson, Adam Driver, Laura Dern, Alan Alda, Ray Liotta

Tra i grandi snobbati di questa edizione degli Oscar c’è senz’altro anche lui, che, come accaduto per Greta Gerwig (sua compagna nella vita), non ha ottenuto la candidatura alla Miglior regia. In ogni caso, il film è stato nominato come: Miglior film, Miglior attore protagonista (Adam Driver), Miglior attrice protagonista (Scarlett Johansson), Miglior attrice non protagonista (Laura Dern), Migliore sceneggiatura originale, Migliore colonna sonora. La favorita è Laura Dern, che per il ruolo ha già vinto il Golden Globe.

LA TRAMA Charlie (Driver) è un famoso regista teatrale, vive a New York con suo figlio e sua moglie Nicole (Johansson), ex attrice losangelina e sua prima sostenitrice. Belli, affiatati e di successo, in poco tempo questa felicità s’inclina al punto da portare la coppia a decidere per la separazione. Però, il percorso verso il divorzio li metterà a dura prova. 

CURIOSITÀ Sceneggiatore oltre che regista, Baumbach ha ammesso che nello scrivere il film si è ispirato alla sue personale esperienza di divorzio dall’attrice Jennifer Jason Leigh, nel 2013. Stando a quanto ha raccontato, l’ex moglie avrebbe letto lo script, visto il film, e dato la sua approvazione. Una delle scene più emozionanti del film riguarda, invece,  Adam Driver che canta Being Alive, noto brano tratto dal musical di Broadway Company; la sua performance è stata registrata live e realizzata in un solo take. Il personaggio di Laura Dern, invece, è basato sulla celebre avvocata divorzista di Los Angeles Laura Wasser, che ha rappresentato sia Dern sia Johansson e Baumbach stesso durante i loro rispettivi divorzi.

9. The Irishman 

Di: Martin Scorsese

Con: Robert De Niro, Al Pacino, Joe Pesci, Harvey Keitel, Bobby Cannavale, Anna Paquin

Martin Scorsese è tornato e con lui i mostri sacri del suo cinema che probabilmente non vedremo più lavorare assieme (o lavorare affatto, Joe Pesci è tornato in sala dopo nove anni dal ritiro, ma ha già detto che non ricapiterà). The Irishman ha incantato la critica e conquistato 10 nomination: Miglior film, Miglior regista, Miglior attore non protagonista (sia Al Pacino che Joe Pesci), Miglior sceneggiatura non originale, Miglior fotografia, Miglior scenografia, Miglior montaggio, Migliori effetti speciali, Migliori costumi. È però probabile che non porterà a casa nessuno dei premi più importanti.

LA TRAMA Adattamento del libro L’irlandese. Ho ucciso Jimmy Hoffa, scritto da Charles Brandt racconta la storia dell’irlandese Frank Sheehan (De Niro) e del mafioso Russell Bufalino (Pesci), personaggi realmente esistiti e in qualche modo coinvolti nella morte del sindacalista Hoffa (Pacino). 

CURIOSITÀ Costato 159 milioni di dollari, è a oggi l’originale Netflix più costoso di sempre. Il film è stato comunque distribuito in un numero limitato di sale sia negli Usa (condizione necessaria per poter essere candidato agli Oscar, ed è questo uno dei motivi per cui Netflix sta acquistando cinema…) sia in Italia. Dopo l’uscita in streaming, però, Scorsese ha voluto fare un appello chiedendo agli spettatori di non guardare il suo film sul telefono. “Guadatelo su un iPad” – ha detto, aggiungendo poi – “meglio se su un iPad grande”. Il film ha comunque ricevuto alcune critiche circa il ringiovanimento in digitale del suo protagonista (tra l’altro, l’unico attore di calibro a non essere nominato, povero De Niro), a cui è stato cambiato anche il colore degli occhi (da marrone ad azzurro).

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[Fonte Wired.it]