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martedì, Nov 17

Preservativi, sì a pubblicità senza ok del ministero della Salute



Da Wired.it :

Crolla l’autorizzazione preventiva alla comunicazione su contraccezione e profilattici. La liberalizzazione aiuterà a fare prevenzione

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Pochi forse sanno che in Italia le pubblicità dei preservativi e le altre iniziative di comunicazione su quei prodotti erano sottoposte a un preventivo vaglio del ministero della Salute in base al decreto legislativo 46 del 24 febbraio 1997. Un passaggio ben più che formale e che negli anni ha condizionato non poco non solo l’attività dei produttori, ma anche la sensibilizzazione all’uso dei contraccettivi.

Non è un caso che l’Italia sia ancora indietro nell’accesso e nella diffusione della contraccezione. Secondo l’ultimo Atlante europeo sul tema stilato da Aidos il nostro paese è al 26esimo posto della classifica su 45 paesi considerati. Manca la comunicazione istituzionale, mancano le politiche per il rimborso dei prodotti o la distribuzione gratuita con le solite, forti disomogeneità territoriali anche in termini di sostanziale smantellamento delle attività dei consultori territoriali. Non ultima, mancava la pubblicità di questi prodotti e una sala sinergia fra pubblico e privato. Adesso un provvedimento ministeriale elimina l’autorizzazione preventiva, consentendo alle aziende produttrici di promuovere liberamente i preservativi.

La questione del placet

La questione dei limiti pubblicitari dei preservativi era stata sollevata all’inizio dell’anno dalla deputata del Movimento 5 Stelle Gilda Sportiello e da quello di +Europa Riccardo Magi, ex segretario dei Radicali italiani, che l’avevano portata di fronte alla Commissione Affari sociali della Camera. Il passaggio definitivo, la cancellazione di quell’autorizzazione, si deve però al viceministro della Salute Pierpaolo Sileri e al decreto ministeriale appena firmato. “A gennaio risposi a due interrogazioni parlamentari in Parlamento, alla Camera, rispettivamente dei colleghi onorevoli Sportiello e Magi, sull’esclusione dei preservativi dall’obbligo di autorizzazione a fini pubblicitari. Ieri sera ho firmato il decreto che interviene sul regime normativo della pubblicità dei dispositivi medici e all’opportunità di mantenere o meno l’autorizzazione del Ministero della salute per la pubblicità dei profilattici”, ha detto Sileri dopo la firma del decreto ministeriale. Il testo sarà pubblicato nei prossimi giorni in Gazzetta ufficiale ed entrerà in vigore 15 giorni dopo.

Riconoscere l’esclusione dei preservativi dall’attuale iter autorizzativo favorisce l’azione di contrasto alle infezioni a trasmissione sessuale, permettendo all’Italia di fare un passo avanti verso il futuro, un futuro in cui ci impegneremo per far sentire le persone ancora più supportate e informate sui rischi e sulle responsabilità delle loro scelte”, ha commentato Laura Savarese, direttore Regulatory & Medical Affairs per il Sud Europa della multinazionale del settore Durex.

Cala l’educazione sessuale

Purtroppo negli ultimi anni in Italia l’attenzione sul tema dell’educazione sessuale e sulle infezioni sessualmente trasmissibili è diminuita. Questo abbassamento della guardia, insieme ad altri fattori, ha condotto a un aumento graduale del numero delle malattie contratte specialmente fra i più giovani, nella fascia 15-24 anni. Viviamo dunque in una situazione contraddittoria, quasi a cavallo fra epoche diverse. Secondo l’Istat, per esempio, il 62% della popolazione fra i 18 e i 54 anni usa dei metodi per pianificare o evitare una gravidanza. Eppure la “rivoluzione contraccettiva” intesa come transizione verso una diffusione di metodi moderni ed efficaci non può dirsi compiuta, spiegava all’inizio dell’anno l’istituto di statistica. Non è un caso che il terzo metodo più usato per evitare una gravidanza sia il coito interrotto (20% dei casi). Comunicazione e pubblicità, in questo senso, rivestono un ruolo fondamentale.

Finalmente si dà spazio all’informazione libera, un elemento fondamentale ai fini dell’educazione sessuale, soprattutto tra i giovani – prosegue Savarese -. Adesso, anche in potremo comunicare in modo veloce e con un linguaggio nel quale le persone possano riconoscersi. Crediamo infatti che una promozione del preservativo più esplicita e funzionale ai bisogni, soprattutto dei più giovani, aiuti a diffondere efficacemente la cultura della prevenzione in ambito sessuale e, di conseguenza, a salvare delle vite”.

Le nuove regole

L’obiettivo del provvedimento è quello “di svincolare da una norma particolarmente stringente la pubblicità dei profilattici, che rappresentano la protezione più importante a fronte di una scarsa consapevolezza dei virus sessualmente trasmissibili tra i giovani, soprattutto tra i 15 e i 25 anni”, ha aggiunto Sileri. I profilattici in Italia sono considerati dispositivi medici e quindi soggetti a un regime autorizzativo per la loro pubblicità. “Con questo decreto si compie un atto apparentemente minuto e nascosto nelle pieghe delle norme, a volte troppo complesse nel nostro Paese, ma nella sostanza si dà finalmente un via libera alla comunicazione e all’informazione sull’utilizzo dei profilattici, cercando di dare la migliore conoscenza e un approccio alla sessualità consapevole e guidato” ha aggiunto il viceministro.

Da una recente ricerca di Durex condotta in Italia su 500 persone comprese tra i 16 e i 55 anni è emerso che prima del Covid-19 solo una persona su due era solita utilizzare il preservativo come contraccettivo. Un dato è allarmante, perché il profilattico è l’unico contraccettivo in grado di combattere efficacemente la diffusione di malattie a trasmissione sessuale. Uno dei nemici più profondi è ancora oggi la vergogna. Più della metà degli intervistati dice infatti di sentirsi in imbarazzo a comprare i preservativi in farmacia (nonostante siano ormai reperibili ovunque). Un’informazione più accessibile e rapida, anche sui mezzi digitali, potrebbe incoraggiare un cambiamento culturale eliminando paure, pregiudizi e alzando la consapevolezza.

Ovviamente “il ministero della salute continuerà a intervenire qualora una pubblicità di profilattici presenti informazioni dalle quali derivare un rischio per la salute dei consumatori, motivo per cui il Ministero può ordinarne l’immediata cessazione ed ordina la diffusione a spese del trasgressore di un comunicato di rettifica e precisazione, secondo le modalità stabilite dallo stesso Ministero” ha concluso Sileri. Ma il passo è ormai compiuto.

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[Fonte Wired.it]