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Gli attacchi online contro Imane Khelif, la pugile algerina vincitrice della medaglia d’oro a Parigi, sono stati orchestrati da personalità politiche e figure pubbliche che hanno abusato dei propri account sui social media per diffamare la mia cliente. È quanto affermato dall’avvocato Nabil Boudi, difensore di Khelif nel caso che ha scosso l’opinione pubblica internazionale riguardo al suo diritto di competere nel torneo femminile di boxe nonostante l’iperandrogenismo.

Boudi ha discusso della questione con il quotidiano algerino El Watan, senza però rivelare i nomi dei potenti accusati coinvolti nell’inchiesta aperta a Parigi. Tuttavia, la rivista Variety ha svelato che tra i presunti colpevoli ci sono personaggi come Elon Musk, Jk Rowling e potenzialmente anche Donald Trump.

Le prove dell’aggressione online contro Khelif sono principalmente costituite dalle post pubblicate sui social media, caratterizzate da contenuti offensivi e ripetuti che attaccano il suo aspetto fisico, genere, nazionalità e identità di donna. Secondo Boudi, la gran parte degli attacchi proviene dall’estero e sono carichi di misoginia, razzismo e violenza.

L’obiettivo dell’avvocato è difendere l’onore di Khelif e contrastare questa campagna diffamatoria e offensiva. La lotta per la giustizia e il rispetto dei diritti della sua cliente è una priorità assoluta per l’avvocato e il team legale che la rappresenta.

In un mondo sempre più connesso e digitale, il cyberbullismo rappresenta una vera e propria minaccia per la dignità e l’integrità delle persone. Khelif meritava di competere nel suo sport senza essere oggetto di attacchi nefasti da parte di individui malintenzionati. È tempo che la società si unisca per combattere queste forme di violenza online e proteggere coloro che sono vulnerabili.