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venerdì, Dic 27

Quale limite di resistenza hanno gli atleti?


Hai sempre ammirato le competezioni che, su una lunga distanza, mettono alla prova i limiti degli atleti? Bene, in questo video un accademico e un giornalista ti spiegamo perché esiste un massimo livello possibile di sforzo comune a tutte le attività

Nel 2020 torneranno le Olimpiadi e, tra una maratona e una prova di triathlon, ci chiederemo come fanno gli atleti a spingere sempre più lontano i limiti del proprio corpo. Una domanda che ha ancora più senso quando si pensa a eventi che durano settimane o mesi. Pensate per esempio a una competizione che prevede una maratona al giorno, sei giorni a settimana, per cinque mesi. Vi sembra eccessivo? E invece è possibile e proprio questo evento sportivo, la Race Across America del 2015, ha ispirato uno studio decisamente interessante, che indaga i limiti umani e il dispendio energetico, nel contesto degli sforzi prolungati.

In questo video, il giornalista di Wired Us Robbie Gonzalez si confronta con uno degli autori dello studio, l’accademico di antropologia evolutiva Herman Pontzer della Duke University  per capire se esiste un preciso limite oltre il quale la resistenza umana non può andare.

Come spiega Pontzer, i dati della Race Across Usa 2015 sono stati paragonati a quelli di altri atleti, maratoneti, ciclisti del Tour de France, e perfino donne in gestazione, per capire meglio cosa succede.

I ricercatori hanno appurato che, in caso di eventi che si prolungano su arco di tempo lungo, i partecipanti possono bruciare calorie fino a 2,5 volte il loro tasso metabolico a riposo. Oltre, non si va. Un limite, secondo gli studiosi, connesso con la capacità dell’intestino di assorbire altre calorie (superata quella soglia, l’organismo, per compensare i deficit, attingerà dai tessuti stessi).

Ma, se lo chiede anche il giornalista, per quelli che non partcipano al tour del France quale è il senso dello studio? Secondo lo studioso, essere consapevoli è importante, tanto più per gli atleti amatori, che devono quindi sapere fin dove ha senso spingersi e dove no. Insomma, non è poi così vero che i limiti sono solo nella testa.

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