L’allargamento dell’Unione europea torna al centro del dibattito continentale. Martedì 4 novembre si tiene a Bruxelles il primo vertice televisivo organizzato dalla testata Euronews, dedicato al futuro dell’integrazione europea e ai paesi che aspirano a diventare membri dell’Unione. L’evento anticipa di qualche giorno la presentazione del pacchetto di allargamento 2025 della Commissione europea, il documento annuale che valuta i progressi dei paesi candidati. Tra i leader presenti ci saranno il presidente del Consiglio europeo António Costa, il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy, la presidente moldava Maia Sandu, il presidente serbo Aleksandar Vučić e i primi ministri di Albania, Montenegro e Macedonia del Nord. Attualmente sono dieci i paesi candidati all’adesione, ciascuno in una fase diversa del lungo processo di accesso.
10 paesi vogliono entrare nell’Ue
I Balcani occidentali, tra negoziati avanzati e candidature recenti
Montenegro e Serbia rappresentano i casi più avanzati nel percorso di adesione tra i paesi dei Balcani occidentali. Il Montenegro ha ottenuto lo status di candidato nel dicembre 2010 e ha aperto i negoziati di adesione nel giugno 2012. La Commissione europea ha stabilito l’obiettivo di concludere i negoziati entro la fine del 2026, anche se secondo alcune proiezioni di esperti l’ingresso effettivo potrebbe avvenire intorno al 2028. Il paese ha compiuto progressi significativi nell’allineamento con l’acquis comunitario, il corpus di leggi europee che ogni candidato deve recepire. La Serbia ha presentato la domanda di adesione nel 2009 e ha avviato i negoziati nel 2014, ma il processo è rallentato dalle tensioni persistenti con il Kosovo, territorio che Belgrado non riconosce come stato indipendente. Le relazioni tra i due paesi rimangono una questione centrale nel dialogo facilitato dall’Unione, come sottolineato dal Consiglio dell’Unione europea.
Albania e Macedonia del Nord hanno aperto i negoziati più recentemente. L’Albania ha ricevuto lo status di candidato nel giugno 2014 e ha iniziato i negoziati il 19 luglio 2022. La Macedonia del Nord, candidata dal dicembre 2005, ha dovuto attendere fino al 19 luglio 2022 per l’apertura dei negoziati, dopo anni di blocco dovuto a controversie bilaterali con la Bulgaria e questioni relative al nome del paese. Il processo è stato sbloccato grazie a una proposta di compromesso presentata dalla presidenza francese dell’Unione. Entrambi i paesi fanno parte della strategia europea per i Balcani occidentali, una regione di circa 16,6 milioni di abitanti che Bruxelles considera prioritaria per la stabilità del continente.
La Bosnia-Erzegovina ha ottenuto lo status di candidato solo nel dicembre 2022, dopo aver presentato la domanda di adesione nel febbraio 2016. Il Consiglio europeo ha concesso lo status a condizione che il paese implementasse una serie di riforme in materia di stato di diritto, lotta alla corruzione e gestione delle migrazioni. Nel marzo 2024 l’Unione ha deciso di aprire i negoziati di adesione, ma persistono preoccupazioni per l’instabilità politica interna, alimentata dalle tensioni tra le entità che compongono lo stato e dalla retorica secessionista proveniente dalla Republika Srpska. Sarajevo deve soddisfare 14 priorità chiave identificate dalla Commissione nel maggio 2019, che riguardano la democrazia, la funzionalità dello stato e i diritti fondamentali.
Kosovo, il candidato bloccato dalle divisioni interne all’Unione
Il Kosovo rimane l’unico potenziale candidato nella regione dei Balcani occidentali. Il paese ha presentato formalmente la domanda di adesione il 14 dicembre 2022, ma non ha ancora ricevuto lo status di candidato ufficiale. L’ostacolo principale risiede nel fatto che cinque stati membri dell’Unione – Spagna, Romania, Slovacchia, Grecia e Cipro – non riconoscono l’indipendenza kosovara proclamata nel febbraio 2008. La questione del riconoscimento internazionale complica anche la posizione del Kosovo alle Nazioni Unite. Nonostante questa situazione, Pristina beneficia dal 2024 di viaggi senza visto nell’area Schengen per un massimo di 90 giorni ogni 180 giorni. La Commissione europea ha dichiarato di essere pronta a preparare un parere sulla domanda di adesione non appena le condizioni saranno soddisfatte, secondo quanto riportato dall’Assemblea del Kosovo.
Ucraina e Moldova, l’accelerazione post-invasione russa
L’invasione russa dell’Ucraina ha modificato radicalmente i tempi e le priorità dell’allargamento europeo. L’Ucraina ha presentato la domanda di adesione il 28 febbraio 2022, quattro giorni dopo l’inizio dell’offensiva militare russa. Il Consiglio europeo ha concesso lo status di candidato il 23 giugno 2022 e ha aperto i negoziati di adesione il 25 giugno 2024, in tempi record rispetto agli standard abituali del processo di allargamento. La Commissione ha sottolineato che, nonostante la guerra, Kyiv ha continuato a dimostrare un forte impegno nelle riforme in numerosi settori. L’obiettivo è aprire il primo cluster di negoziati, dedicato ai principi fondamentali, nella prima metà del 2025, a condizione che vengano soddisfatti i requisiti necessari. L’Unione ha inoltre istituito l’Ukraine facility, un meccanismo di supporto finanziario da 50 miliardi di euro per il periodo 2024-2027, destinato a sostenere le riforme nel paese.



