Google nel mirino di una class action: avrebbe licenziato persone con più di 40 anni perché troppo anziane per il settore. L’età è uno dei fattori critici per chi lavora nel comparto big tech?

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(Foto: Chesnot/Getty Images)

Google è di nuovo al centro delle polemiche per quanto riguarda le discriminazioni tra i dipendenti. Questa volta il nodo del contendere non è una questione di genere ma di età. Per rispondere alle accuse mosse da alcune persone che si sono viste rifiutare un contratto di assunzione per via dell’età “avanzata”, il colosso di Mountain View ha deciso di mettere sul piatto 11 milioni di dollari per chiudere tutti i contenziosi aperti su quel fronte.

Il primo caso risale al 2015, quando a un dipendente di oltre 60 anni che era stato considerato ottimale sulla base delle competenze, si era visto rifiutare il posto a causa della sua età. Ma a guidare la nuova class action contro Google ora è Cheryl Fillekes, una donna di più di 50 anni che pur essendo perfettamente qualificata è stata esclusa dalla selezione del personale, anche in questo caso per via dell’età.

Nel complesso, sarebbero oltre 200 i canditati che si sono visti rifiutare proposte di lavoro da parte di Big G perché la loro età superava i 40 anni.  Ora sta ai giudici stabilire se accettare o meno la proposta di risarcimento di Google, che comporterebbe all’incirca 35mila dollari per ogni persona che ha fatto causa alla società, e 10mila dollari in più per Fillekes che ha istituito la class action.

Ad ogni modo, le discriminazioni relative all’età non sono una prerogativa soltanto di di Big G. Come riporta Forbes, recentemente anche Ibm,per esempio, è finita al centro di una class action da parte di alcuni dipendenti sul cui licenziamento avrebbe inciso in modo determinante l’età. E in molte aziende della Silicon Valley l’età media oscilla tra i 29 e i 30 anni, secondo i dati delle ricerche della società Payscale.

E uno degli avvocati che sta seguendo la causa contro Google intentata da Fillekes ha dichiarato a Bloomberg che “la discriminazione per l’età è uno dei problemi che devono essere affrontati all’interno dell’industria tecnologica, e siamo molto contenti di essere riusciti ad aggiudicarci un buon patteggiamento per i nostri clienti in questo caso”.

Ad ogni modo, Google respinge le accuse e dichiara di non aver mai messo l’età al primo posto nelle decisioni sulle assunzioni.

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