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mercoledì, Mar 25

Quanto inquinano i mattoncini Lego?



Da Wired.it :

I celebri mattoncini non sono biodegradabili e possono inquinare gli oceani per secoli. Ma trovare un’alternativa alla plastica è più difficile del previsto

(foto: Andrew Turner/University of Plymouth)

Sono uno dei giochi più amati dai bambini di tutto il mondo: coloratissimi e praticamente indistruttibili, i mattoncini Lego esercitano un fascino senza tempo che si tramanda di generazione in generazione. Ora però si scopre che questa sorta di immortalità ha un lato oscuro. La plastica con cui sono prodotti è infatti così resistente che, quando i mattoncini vengono dispersi nell’ambiente e finiscono in mare, sono destinati a restarvi per secoli.

Lo hanno scoperto i ricercatori dell’università di Plymouth (Gran Bretagna) analizzando le proprietà fisico-chimiche di una cinquantina di mattoncini Lego raccolti sulle spiagge del Sud Ovest dell’Inghilterra. Dopo averli misurati, pesati e passati ai raggi X per confermarne la datazione, li hanno confrontati con pezzi uguali ma ancora nuovi, concludendo che i mattoncini possono inquinare l’ambiente per un minimo di un secolo e fino a 1.300 anni. “I pezzi che abbiamo esaminato sono levigati e scoloriti, alcuni presentano fratture e frammentazioni, suggerendo che possano generare anche microplastiche”, aggiunge Andrew Turner, che ha coordinato lo studio pubblicato sulla rivista Environmental Pollution.

Dal 1963 la maggior parte dei Lego è fatta di acrilonitrile butadiene stirene (Abs), una plastica di uso comune nei telefoni, nei computer o negli interni delle automobili. Conferisce ai mattoncini molti vantaggi: resistenza, aderenza, brillantezza e stabilità cromatica. Purtroppo è però un materiale non biodegradabile che viene ricavato dal petrolio. Un doppio problema per l’ambiente considerando che ogni anno dalle fabbriche dell’azienda danese escono 50 miliardi di pezzi e un milione di tonnellate di CO2. Ora sappiamo inoltre che i mattoncini dispersi possono inquinare l’ambiente marino più a lungo di quanto gli stessi ricercatori avessero sospettato.

Nel 2012 Lego si è impegnata a sostituire entro il 2030 la plastica derivata dal petrolio con materiali più sostenibili. Due anni più tardi l’azienda danese è stata inoltre costretta a interrompere la partnership decennale con Shell (ricordate le autocisterne e le stazioni di rifornimento in miniatura con il marchio della compagnia petrolifera impresso sui mattoncini?) dopo una campagna virale di Greenpeace che accusava Shell e Lego di inquinare l’immaginazione dei bambini.

Da allora decine di scienziati sono all’opera nei laboratori di ricerca e sviluppo di Lego: hanno testato oltre 200 materiali ma finora tutto ciò che ne hanno cavato è una bioplastica abbastanza resistente e flessibile, prodotta al 98% con l’etilene estratto dalla canna da zucchero, con cui oggi sono fabbricati gli alberelli e le piantine in miniatura. Lego si avvale di una collaborazione con il WWF per assicurarsi che la canna da zucchero sia coltivata in modo sostenibile, secondo la certificazione di Bonsucro.

Sebbene la plastica per gli alberelli giocattolo sia di origine vegetale, purtroppo si tratta pur sempre di un materiale non biodegradabile, come ammette la stessa azienda. Del resto, la durabilità è una caratteristica a cui Lego non intende rinunciare: il fatto che due mattoncini possano agganciarsi con un bel click persino dopo decenni è un vanto per l’azienda danese. E per certi versi è un bene anche per l’ambiente: l’usa e getta è sempre la soluzione peggiore. Scoprire però che tra mille anni si troveranno ancora brandelli di Lego sulle spiagge e negli oceani non è il massimo. Su questo fronte, Lego si è impegnata a rendere riciclabile entro il 2025 almeno il packaging, altrimenti destinato alla discarica subito dopo l’apertura delle confezioni.

Per ora appena l’1-2% dei componenti Lego è prodotto con materiali di origine vegetale. Trovare un’alternativa soddisfacente alla plastica derivata dal petrolio si è rivelato più arduo del previsto. Come racconta il Wall Street Journal, Lego ha provato a fabbricare i mattoncini dal mais, ma erano troppo morbidi. Quelli a base di grano non assorbivano il colore in modo uniforme o risultavano opachi. Altri materiali si sono dimostrati troppo fragili, o difficili da separare, o al contrario non facevano abbastanza presa. La plastica riciclata è un’altra opzione, ma Lego ha bisogno di grandi volumi di materie prime con standard di qualità uniformi difficili da assicurare. A ulteriore dimostrazione di quanto sarà difficile liberarsi della plastica tradizionale e dei combustibili fossili con cui viene prodotta.

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[Fonte Wired.it]