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martedì, Ott 01

Quello (non) scritto dalla De Lellis e oggi primo in classifica è un libro o cosa?


Si intitola “Le corna stanno bene su tutto”, è l’autobiografia sentimentale della youtuber messa nero su bianco da una professionista della parola. Come considerare l’intera operazione e il mestiere del ghostwriter?

“Pronto? Mi chiamo Pinco De Pallis e sto cercando un ghostwir… ghostwrip… un ghostwinder, no. Un…”
“Aspetti, aspetti, forse ho capito, le vengo in aiuto. Non è che starebbe cercando per caso un ghostwriter?”
“Ecco! Proprio quello! Ho trovato il sito e ho letto che fate questa cosa…”
“Bè, ha cercato nel posto giusto: sta parlando con un ghostwriter. Mi dica come posso aiutarla signor De Pallis.”
“Eh una roba complicatissima, una cosa che non so mica. Un bel casino. Mi hanno chiesto di farla ma non so.”
“Su, coraggio, a parola sue.”
“Devo fare, dovrei, anzi. Mi piacerebbe, no, non so se mi piacerebbe, ma dicono che va di moda adesso che noi vip, noi in vista, noi instagrammers, youtubers, influencer insomma, facciamo quella cosa che fanno tutti e che vende milioni di copie lì, dai, come si chiama, accidenti alla mia memoria!”
“Mi lasci indovinare: vuole scrivere un libro.”
“Sì! Ma lei è un profeta! Un indovino! Lei legge nel pensiero!”
“Sa, l’esperienza…”
“Sì. Voglio fare il libro che parli della mia vita, di come sono arrivato al successo, di me, di come vedo il mondo, delle mie foto sul social che hanno fatto più follower: insomma, chi è Pinco De Pallis e perché è così meraviglievole. Solo che io non è che abbia tutta questa dimestichezza con le parole e le frasi e tutta quella roba lì, però le posso raccontare la mia storia e il libro potrebbe scriverlo lei, no? Non è così che si fanno i libri?”
“Assolutamente, questo è il mio mestiere.”
“Io però vorrei che lei mettesse il suo nome in chiaro sulla copertina eh, come Totti con coso lì, Condò. Fa fighi quella cosa, non voglio starmene da solo sperduto su quella copertina: voglio che si sappia che il libro l’ho fatto insieme a un professionista, io. Sarebbe possibile?”
“Certo, è possibile.”
“Ma questo è meraviglioso! Dai dai, quando iniziamo?”

Ecco: diciamo che in genere le avventure letterarie con il vip di turno cominciano così. Il ghostwriter viene contattato dal diretto interessato – in questo caso Pinco De Pallis – ma frequentemente anche dalle case editrici stesse, perché quello che molti non sanno è che spessissimo sono proprio gli editori a proporre ai vip di scrivere un libro sulla loro vita, carriera, esperienza del successo e a indirizzarli presso qualche ghostwriter.
Eh sì. Delusi?
Ma perché?

L’editore ha tutto l’interesse a creare rumore intorno ai fenomeni mediatici per garantirsi la vendita di qualche milione di copie e le librerie piene alle presentazioni o firmacopie.
Il vip ha tutto l’interesse ad accettare la proposta che, nel bene o nel male, gli darà ancora più visibilità e magari pure qualche bell’assegno di royalties.
E, dulcis in fundo, il ghostwriter, lo scrittore, l’artista, il tizio che usa la materia grigia raccontando le storie degli altri insomma, ci siamo capiti, ha tutto l’interesse ad accogliere a braccia aperte il cliente famoso con magari alle spalle la casa editrice Big che farà del suo lavoro un best seller.
In quanto a mettere il nome in copertina, questa sembrerebbe l’ultimissima tendenza e come ghostwriter la trovo efficace. Non mi metterò certo qui a parlare di correttezza, etica morale, di legame affettivo con l’opera o di altre cavolate senza senso: chi ha deciso di fare lo scrittore fantasma di mestiere sa che quello che scrive non gli appartiene, ma che non per questo deve farlo peggio di come scriverebbe qualcosa di personale.

Questo è un po’ il segreto del ghostwriter: lui deve calarsi di volta in volta nei clienti, diventare loro attraverso l’ascolto delle loro storie – il processo di elaborazione delle informazioni utili alla stesura del libro che sia un romanzo, che sia una biografia o un libro intervista è lungo e intenso, profondo, anche nel caso di modelle o della De Lellis, ve lo assicuro – sì: lo scrittore diventa lui stesso Pinco De Pallis. Scevro da ogni giudizio, impara e fa suo un punto di vista totalmente estraneo e parla e pensa e vive come il De Pallis per tutta la durata del lavoro – pochi mesi in genere – poi può tornare se stesso, ma con qualcosa in più, oltre che un bel bonifico.

Qualcuno paragona più o meno simpaticamente i ghostwriter a prostitute letterarie, ma in fondo sbaglia. Io so scrivere e metto a disposizione quello che so fare meglio, vendo quello che so fare meglio e realizzo i progetti letterari di gente che altrimenti non saprebbe come fare o realizzerebbe delle schifezze illeggibili.
Senza i ghostwriter non esisterebbero le storie delle persone famose, degli sportivi, e pure di molti scrittori quotati, va, diciamolo che dietro le quinte di un testo di successo alla fine ci sono – quasi – sempre i fantasmi. Che mestiere affascinante. Sì, non sempre semplice però.

Prendiamo per esempio Stella Pulpo, l’autrice del libro Le corna stanno bene su tutto che ha venduto cinquantatremila copie in una settimana e che sta superando in classifica gente come Dan Brown, Camilleri e pure Stephen King: un capolavoro di marketing e comunicazione costruito intorno alla giovane influencer Giulia De Lellis, che è saltata alla ribalta con il motto che resterà alla storia: “Io? Mai letto un libro in vita mia!
I paladini della giustizia letteraria si sono trasformati in veri e propri troll, haters scatenati sui social, armati di frasi come “la letteratura è morta” o “Calvino si rivolta nella tomba” o ancora “aiuto è arrivato il NULLA in libreria!” creando un vero e proprio fenomeno sul fenomeno e portando letteralmente alle stelle lo share de Le corna stanno bene su tutto, ma io stavo meglio senza! edito da Mondadori e lanciato nelle librerie il 17 settembre 2019, che a oggi è primo nella classifica dei libri più venduti su Amazon.

Che poi Stella Pulpo – femminista mica per scherzo: gestisce il blog Memorie di una vagina in cui affronta temi importanti come il potere femminile, la sempre attuale lotta alle discriminazioni di genere e via dicendo – lo ha dichiarato, eh: nero su bianco.
Ha detto esattamente quello che ogni ghostwriter con la testa ben piantata sulle spalle avrebbe detto e cioè: scrivere un libro per Giulia De Lellis, una donna così diversa da me, mi ha completato, mi è stato utile a riflettere, mi ha in un certo senso fatto capire delle cose e soprattutto che “essere femminista significa stare dalla parte di ogni donna.”
Ora: condivisibile o meno, questa è una dichiarazione intelligente e a prova di bomba perché è la verità. Il ghostwriter non deve amare il suo cliente e non deve giudicarlo, così come l’elettricista non è che ama o giudica tutti gli utenti presso i quali si reca a sistemare le prese della corrente. Lo fa e basta.

I libri delle persone famose vanno alla grande?
Vendono più di Pirandello e di Manzoni e Fenoglio?
Spariscono in pochi mesi surclassati da quello più famoso con la storia più figa e potente?
Portano la gente in libreria?
Sì. Sì. Sì. La risposta a tutte le domande è sì.
Facciamone un’altra: questi libri demoniaci, tanto amati e tanto odiati, nemici della narrativa di qualità e della tanto blasonata letteratura, sono scritti da gente che presta le proprie dita e la propria anima al vip di turno?
Certo che sì e meno male!
E ben venga che ci facciano mettere il nome in copertina, che si sappia che il vip è stato aiutato, supportato, affiancato da un professionista della scrittura, perché è giusto così.

Io sono io, ma questa volta vi faccio un dispetto: resto fantasma e non mi paleso. Il nostro è un mestiere nemmeno riconosciuto dall’Inps: non esiste la categoria scrittore fantasma e quando apriamo le nostre belle partite Iva ci dobbiamo scervellare per trovare la dicitura più vicina a quello che facciamo, ma non c’è neanche quella e così ci improvvisiamo artigiani, o addetti alla comunicazione di qualche tipo.
Forse sarebbe ora che anche noi venissimo riconosciuti come professionisti, chissà che con l’ondata di libri cofirmati da vip e ghostwriter non si muova qualcosa in positivo anche per noialtri, qui, chiusi nei nostri stanzini a lavorare giorno e notte.
In fondo scriviamo solo storie, a volte in segreto, a volte in chiaro.
E siamo ovunque: sui vostri comodini, sui vostri scaffali, nei vostri cassetti e chissà in quanti dei vostri cuori.

Con affetto: uno scrittore fantasma

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