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sabato, Gen 25

Questo robot è un caregiver fenomenale


Grazie agli automi, la vita delle persone che hanno bisogno di assistenza continua sta cambiando. Ma la vera sfida è personalizzarli e renderli sempre più capaci di leggere i singoli contesti

La narrazione del robot malvagio antagonista può ancora funzionare al cinema, forse, ma nella realtà siamo a scesi a patti con l’idea che gli automi ci aiuteranno nella vita di ogni giorno. Non solo per situazioni estreme – come incendi o terremoti – ma soprattutto per supportare le persone che hanno bisogno di assistenza e non possono muoversi in autonomia.

Uno dei primi robot pensati per questo scopo, lanciato da Toyota, è noto come Human Support Robot: ma chiamiamolo pure Hsr. Nel video scopriremo in che modo l’automa si rende utile per aiutare una persona in stato di paralisi: può manipolare oggetti e, grazie a dei Qr code disseminati in casa, riconosce sempre più lo spazio e sa dove andare a prendere le cose. Hsr riceve ordini, come prendere l’acqua e aprire la porta, e li esegue.

Il pregiudizio che vuole i robot in grado solo di ripetere pedissequamente la stessa azione viene smentito da Toyota: come spiegano i suoi esperti, la vera sfida è adattare i robot per differenti scenari che potrebbero incontrare.

Hsr, sottolinea il manager di Toyota Doug Moore, è stato concepito pensando al contesto giapponese e le case in cui muoversi sono un po’ diverse, anche per grandezza, da quelle statunitensi o europee. Inoltre, i robot vengono in generale pensati per ambienti più asettici, come le fabbriche. Più personalizzazione è quindi la chiave per costruire robot in grado di assistere sempre meglio.

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