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martedì, Lug 23

Raffaele Cantone lascia l’Autorità nazionale anticorruzione


Il magistrato napoletano ha annunciato la sua decisione con una lettera sul sito dell’Anac, l’authority che ha diretto dal 2014. Il suo mandato sarebbe scaduto nel 2020

Raffaele Cantone (foto: Fabio Cimaglia / LaPresse)

Raffaele Cantone non è più il presidente dell’Anac, l’autorità nazionale anti corruzione istituita nel 2014 per vigilare sugli atti della pubblica amministrazione. Il magistrato napoletano ha annunciato le sue dimissioni, che anticipano di nove mesi la scadenza naturale del suo mandato, con un lungo post sul sito dell’authority. “Sento che un ciclo si è definitivamente concluso, anche per il manifestarsi di un diverso approccio culturale nei confronti dell’Anac e del suo ruolo”, si legge nel messaggio. “Lascio la presidenza dell’Anac con la consapevolezza che dal 2014 il nostro paese ha compiuto grandi passi avanti nel campo della prevenzione della corruzione, tanto da essere divenuta un modello di riferimento all’estero… naturalmente la corruzione è tutt’altro che debellata”.

Cantone scrive che la sua è stata una decisione “meditata e sofferta ma ha sempre considerato la presidenza dell’Anac una parentesi e, in questo momento, pensa che sia giusto tornare a ricoprire l’incarico di magistrato. “Sono grato dell’eccezionale occasione che mi è stata concessa ma credo sia giusto rientrare in ruolo in un momento così difficile per la vita della magistratura. Assistere a quanto sta accadendo senza poter partecipare concretamente al dibattito interno mi appare una insopportabile limitazione”. Il riferimento è allo scandalo che ha coinvolto il Consiglio superiore della magistratura e ha messo in luce le pratiche relazioni e illecite con le quali venivano decise nomine e promozioni.

Gli scontri con il governo gialloverde

Nella lettera il magistrato non fa mai riferimento agli scontri passati con il governo italiano attualmente in carica ma secondo alcun analisti, anche questi hanno inciso nella sua decisione. Fiorenza Sarzanini ha ricordato sul Corriere della Sera che pochi giorni dopo il giuramento al Quirinale dell’esecutivo, il premier Giuseppe Conte aveva detto: “Dobbiamo valutare bene il ruolo dell’Anac che non va depotenziato. In questo momento però non abbiamo i risultati che ci attendevamo, e forse avevamo investito troppo”.

Il lavoro di Cantone era stato messo in dubbio anche da Luigi Di Maio che aveva definito il codice degli appalti “illeggibile e complicato” e dal sottosegretario leghista alla pubblica amministrazione Mattia Fantinati, secondo il quale l’Anac non aveva dato i risultati sperati.

Raffaele Cantone era stato nominato dal governo Renzi. Prima di diventare il presidente dell’Anac aveva lavorato come pubblico ministero in alcuni importanti processi di mafia e aveva prestato servizio all’Ufficio del massimario presso la Corte di Cassazione. Durante il suo incarico ha, tra l’altro, vigilato su grandi eventi come Expo e la ricostruzione post sisma.

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