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Ragni marini, scoperte tre specie che fanno crescere batteri sui propri corpi che metabolizzano il metano, una cosa mai vista prima

da | Giu 25, 2025 | Tecnologia


Vivono nelle profondità abissali. Sono i cosiddetti ragni marini, che hanno finora nascosto un segreto nelle buie acque dell’oceano: tre specie appena scoperte, infatti, coltivano e consumano direttamente sui propri corpi batteri che metabolizzano il metano, in una simbiosi mai vista prima. A descrivere questo loro comportamento più unico che raro è stato un team di ricercatori guidato da Bianca dal Bò, biologa dell’Occidental College, negli Stati Uniti, in uno studio pubblicato di recente sulla rivista Pnas.

Vivere negli abissi

A differenza degli esseri umani e di altri animali che si nutrono di una catena alimentare alimentata dall’energia solare, le creature che vivono nelle profondità marine si sono dovute inventare molteplici strategie di sopravvivenza per usare le proprie fonti di energia. Questo perché, ricordiamo brevemente, la luce solare viene diffusa e assorbita mentre attraversa l’acqua e non raggiunge mai profondità superiori ai mille metri. Eppure, nonostante l’oscurità, molti animali sono riusciti a stabilirsi in luoghi del nostro pianeta dove il Sole non splende.

I ragni marini

Sebbene siano artropodi, i ragni marini non sono né veri e propri ragni né tantomeno aracnidi, ma il loro nome deriva dalla somiglianza dei loro minuscoli corpi, provvisti di 4-6 paia di zampe. Le tre nuove specie di ragni marini, i cui nomi scientifici sono in attesa di conferma, appartengono tutte al genere Sericosura. Vivono tra i 100 e i 3mila metri di profondità ed esclusivamente su sorgenti di metano, dove il gas serra fuoriesce dai fondali marini. Dalle immersioni di veicoli comandati da remoto ed effettuate nel 2021 e nel 2023, i ricercatori del nuovo studio hanno così raccolto esemplari di ragni marini entro 25 metri da alcune sorgenti al largo della costa della California meridionale: la sorgente di Palos Verdes (400 metri sotto il livello del mare) e la sorgente di Del Mar (mille metri sotto il livello del mare) e la sorgente di Sanak in Alaska, a 2 mila metri di profondità.

La simbiosi

Dalle successive analisi, i ricercatori hanno scoperto che sugli esoscheletri di tutte e tre le specie di ragni marini crescevano tre tipi di batteri conosciuti per saper trasformare il metano in carbonio ed energia e da cui, quindi, dipendeva il sostentamento dei ragni. “Quasi tutte le cellule batteriche MMOx associate ai ragni marini hanno assimilato carbonio da metano o metanolo, ma non da CO2”, riferiscono i ricercatori. “Entro cinque giorni, anche i tessuti digestivi dei ragni marini hanno mostrato una significativa incorporazione dell’isotopo del carbonio, un fenomeno che poteva verificarsi solo tramite il consumo di batteri che ossidano il metano”. I ragni marini, quindi, coltivano e consumano i loro batteri metilotrofi direttamente sul loro corpo, in una simbiosi mai vista prima. E nonostante ci fossero enormi distanze tra le sorgenti dell’Alaska e della California meridionale, i “giardini” batterici dei ragni marini erano funzionalmente identici, indipendentemente quindi dalla sorgente in cui si trovavano. Il prossimo passo dei ricercatori ora sarà quello di indagare se i batteri possano essere trasmessi di generazione in generazione.



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Scritto da Flavio Perrone, consulente informatico e appassionato di tecnologia e lifestyle. Con una carriera che abbraccia più di tre decenni, Flavio offre una prospettiva unica e informata su come la tecnologia può migliorare la nostra vita quotidiana.

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