Un gigantesco arsenale digitale per manipolare informazioni e inquinare il dibattito pubblico
Il Servizio europeo d’azione esterna (SEAE) ha parlato di un "campo di battaglia geopolitico" per descrivere l’infrastruttura messa in campo da Russia e Cina per diffondere disinformazione nello spazio informativo. Il quadro è stato delineato dalla responsabile della diplomazia europea, Kaja Kallas, che ha spiegato che l’allineamento strategico tra Mosca e Pechino è alla base di questo complesso fenomeno, secondo un rapporto sulle manipolazioni e interferenze informative straniere (FIMI) degli esperti del SEAE.
La portata globale del conflitto
Il rapporto FIMI, arrivato alla terza edizione, ha analizzato 505 incidenti FIMI avvenuti in un anno, che coinvolsero 90 Paesi e 322 organizzazioni, tra cui l’UE, la NATO, forze armate di alcuni Stati occidentali, e media come BBC, Der Spiegel e La Stampa. L’Ucraina è stata il principale obiettivo degli attacchi FIMI russi per il secondo anno consecutivo, con quasi la metà degli incidenti registrati.
Elezioni e piattaforme social
Le elezioni sono state un "target chiave" per le operazioni FIMI, con 42 tentativi registrati durante le elezioni europee di giugno. Le piattaforme social si sono confermate il focolare dell’attività FIMI, con X che rappresentante il 88% delle attività rilevate.
Polemica sulla Radio Free Europe
Nel frattempo, è emersa una polemica intorno alla decisione degli Stati Uniti di tagliare i fondi all’Agenzia governativa per i media globali, che sosteneva Radio Free Europe, storico avamposto dei media liberi negli ex Paesi sovietici. Praga, che ospita la sede principale dell’emittente, si è fatta portavoce di un appello per sostenere Radio Free Europe, nel tentativo di colmare il vuoto lasciato dagli Stati Uniti. L’appello ha raccolto supporto da Paesi come Polonia, Germania, Paesi Baltici, Svezia, Paesi Bassi, Belgio, Austria e Slovenia.
Riproduzione riservata
FP.



