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sabato, Mar 13

Raya e l’ultimo drago è il grande tentativo Disney di sfondare in Asia



Da Wired.it :

Ci aveva giù provato con Big Hero 6 e Mulan versione live-action, ma con scarsi risultati. Ritenta ora, cambiando gli ingredienti. E affidandosi all’autrice del successo cross culturale dei nostri anni Crazy & Rich (Crazy Rich Asians): Adele Lim

Tradizionalmente, per noi occidentali, l’ambientazione del fantasy è la Mitteleuropa pseudo-medievale. Le storie mistiche di un passato mitologico, in cui la magia si fonde alle tradizioni e ai racconti, hanno in linea di massima quel tipo di costumi e di setting: foreste nere, castelli, feudi e gerarchie monarchiche. Raya e l’ultimo drago, invece, è ambientato in tutto un altro mondo: nell’Asia del sud-est, fatta di risaie, monti a picco e paesi con pagode al posto delle fortezze. È il nuovo tentativo della Disney di fare breccia nel cuore del mercato levantino con un prodotto su misura.

Non è esattamente un’idea nuova, sono anni che i tentativi si susseguono. C’è stato Big Hero 6, poi Mulan versione live action (che non ha sortito l’effetto sperato). Ora tocca a Raya e l’ultimo drago, che però mette in campo un team davvero proveniente dall’Asia (o almeno di origini asiatiche), sceneggiatori che sanno di che cosa parlano e conoscono per davvero quelle culture. Perché se Disney è una compagnia americana ma dalla risonanza e dai valori mondiali, i suoi film sono in grado di fare incassi eccezionali in tutto il mondo senza bisogno di andare a rappresentare un contesto nello specifico (si pensi al successo del fantasy molto tradizionale di Frozen); tuttavia intercettare l’oriente è per gli studios americani il grande obiettivo che moltiplica gli introiti.

Così, questa storia di una principessa in un mondo devastato da una piaga che rende necessaria l’alleanza fra i cinque regni (in forte guerra) si appoggia al più classico dei draghi buoni e magici, figura da mitologia asiatica, doppiato dalla cantante sinoamericana Awkwafina (la più brava di gran lunga). Con lui la protagonista-guerriera lotta contro i rivali ottusi per ottenere i pezzi della pietra che scaccerà la minaccia che opprime tutti. È una trama di pace, di accettazione e di integrazione, ma soprattutto è il racconto di tre donne (la principessa Raya, appunto, la sua nemica e il drago che assume forma di ragazza) che imparano a comunicare, capirsi e aiutarsi. Non fare la guerra come gli uomini, bensì comprendersi come le donne.

“Le antagoniste sono state scritte per essere uguali, hanno gli stessi pregiudizi e le medesime responsabilità verso il proprio paese”, spiega Nguyen, uno degli sceneggiatori. Quel che le differenzia è che una delle due ha incontrato il drago Sisu e ha capito che bisogna unire invece di dividere. Però, se fosse capitato all’altra, sarebbe stata lei il personaggio positivo. Per questo il film è un viaggio doppio, di una coppia di spiriti affini che il mondo ha convinto che l’unico modo per loro di avere successo era di essere rivali.

Il vasto team di otto sceneggiatori è composto sia da americani sia da professionisti di origine asiatica e vanta l’autrice del successo cross culturale dei nostri anni, Crazy & Rich (Crazy Rich Asians). Lei, Adele Lim, è a oggi l’unica donna che in America ha trionfato grazie a una commedia con tutti protagonisti asiatici e che l’ha fatto dall’altra parte del mondo. È stata la punta di diamante della scrittura di Raya e l’ultimo drago e ha spiegato che da dove proviene (Malesia e più in generale il sud-est) esiste una grande tradizione di leader militari e politici donne, come esiste una grande tradizione di storie con draghi d’acqua che le aiutano. È quel tipo di leggenda locale gonfiata dal cinema americano proprio come negli anni ’50 e ’60 facevano con le fiabe europee.

Raya e l’ultimo drago esce in sala solo nei paesi in cui queste stanno aprendo (quindi in America sì, almeno nelle poche che lavorano); negli altri invece, come il nostro, va dritto su Disney+. Il che significa che in Asia, dove – dopo i vari lockdonw  – i cinema non solo hanno rialzato le serrande, ma stanno anche andando molto molto bene facendo segnare il record di incassi, questo film dovrebbe avere il cuore del proprio sfruttamento. Impossibile prevederlo cinque anni fa, quando la lavorazione è iniziata; però, adesso che la campagna promozionale è stata messa a punto, risulta essere un dettaglio determinante. Al momento Raya e l’ultimo drago è uscito soltanto in Cina e i risultati non sono stati esaltanti, segno che almeno lì il trattamento occidentale non sta convincendo troppo. Ma bisogna vedere come andrà nelle altre nazioni.

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[Fonte Wired.it]