Il primo ragazzo italiano, Andrea, è stato messo in classe con Uhm, Shin e Jang, che nei test di accesso hanno ottenuto i voti più alti inglese, mentre la seconda, Isabella, ha fatto parte del gruppo con meno conoscenze della lingua che includeva Sung e Kim. Alloggiati in una splendida detached house nei pressi della scuola (se state programmate un soggiorno a Cambridge, seguite il link), il quintetto ci è arrivato solo dopo qualche intoppo dovuto alle barriere linguistiche: durante il viaggio dall’aeroporto a Cambridge, raggiungere la stazione di King’s Cross per cambiare treno si è rivelata un’ardua impresa per i cinque attori, persi tra cambi di metropolitana e tornelli. Giunti a Cambridge i nostri hanno fatto quello che tutti i coreani fanno, anche nei paesi con la cucina migliore del mondo (ok, forse non l’Inghilterra, ma accade anche in Italia): hanno fatto scorta di alimentari coreani, kimchi e ramyon e molto altro.
Nel corso delle due settimane successive, tra una lezione e l’altra, Jang & co. si sono comportati proprio come studenti qualsiasi, tra pub e visite ai monumenti, trovando il tempo per socializzare con i compagni di classe e i vicini di casa. con questi ultimi hanno stretto amicizia, condiviso grigliate nel retro di casa e picnic della domenica al parco. Come noi studenti del liceo ai tempi dei corsi di studi internazionali all’estero, sono finiti a cucinare per mezza classe. Quel senso di familiarità che avvolgeva le riprese – a partire dagli attori, scelti anche perché sono amici da tempo, avendo lavorato nelle stesse produzioni – resta l’aspetto che più colpisce. Il modo di concepire il lavoro dei coreani è quantomeno affascinante: per loro il rapporto con i colleghi non si conclude dopo aver timbrato (spesso vanno a bere e grigliare subito dopo, che lavorino su un set o in un ufficio). Nel caso specifico dei membri del mondo dello spettacolo, è come se, nonostante stiano vivendo il loro momenti massimo di popolarità internazionale, si aggrappassero alla rassicurante intimità e complicità delle piccole produzioni (anche quando fanno le cose in grande).