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martedì, Dic 08

recensione dji mini 2



Da Wired.it :

Il nuovo quadricottero dell’azienda cinese si può pilotare senza patentino e offre prestazioni di tutto rispetto considerando il peso e il costo contenuto

Fino a qualche anno fa il DJI Mini 2 sarebbe stato impossibile da immaginare, ma i progressi tecnologici molto accelerati nel campo dei droni hanno permesso all’azienda cinese di realizzare un prodotto divertente, di buona qualità, in grado anche di essere utilizzato da un utente professionale in alcune situazioni. È chiaramente l’evoluzione del modello precedente, il design e la filosofia del prodotto rimangono le stesse, ma sono state aggiunge una serie di migliore capaci di far fare a questo drone un deciso passo in avanti. Tre gli asset del nuovo DJI Mini 2: peso sotto i 250 grammi, camera 4K, connessione wireless stabile e sicura.

Sono proprio questi elementi che permettono al drone di svolgere voli alla portata di tutti (o quasi), senza rinunciare né al piacere del pilotaggio né alla possibilità di realizzare foto e video d’impatto.

Dal punto di vista costruttivo si evince subito che ci troviamo al cospetto di un oggetto davvero piccolo e compatto, chiuso ha più o meno le dimensioni e il peso di una lattina di birra. L’involucro in plastica è sufficientemente resistente e tutte le parti meccaniche e tecniche risultano ben assemblate. Forse solo lo sportellino copri-batteria posteriore ha una chiusura che potrebbe cedere con il tempo.

Il vero goal di DJI è stato quello di aver scupolosamente controllato ogni minimo componente per riuscire a sfornare un drone con il peso complessivo leggermente inferiore a 249 grammi. Questa misura significa che il drone rientra nelle specifiche della C0 Open Category del nuovo regolamento europeo, quindi può essere usato anche senza l’obbligo del primo patentino.

L’altro aspetto importante è la presenza di una nuova videocamera 4K/30 fps a 100 Mbps con un sensore da 1/2.3 pollici che permette di ottenere video di buona qualità, soprattutto rispetto al modello precedente che si fermava a una risoluzione massima di 2,7K. Dal punto di vista fotografico il sensore si ferma sempre a 12 megapixel ma questa volta scatta anche in raw.

La qualità di foto e video è più che soddisfacente ma rimane espressione di un drone amatoriale, quindi chi vuole qualcosa in più deve pensare di salire di categoria andando almeno sul DJI Mavic Air 2. Tuttavia anche i professionisti possono usare questo oggetto in tutte quelle situazioni in cui è meglio non dare troppo nell’occhio o quando si vuole evitare di aspettare la lunga trafila burocratica per ottenere le autorizzazioni ufficiali.

Comunque, l’amatore evoluto può fare affidamento anche su una serie di automatismi di pilotaggio che permettono di ottenere video e foto piuttosto spettacolari. Con i QuicksShots è possibile, ad esempio, usare la funzione Helix che permette al DJI Mini 2 di muoversi intorno al soggetto con un movimento a spirale in salita, oppure Sfera che mette insieme 26 immagini unendole in un unico scatto.

L’esperienza di volo è convincente, il merito è dei nuovi motori più potenti capaci ora di spingere il drone fino a 16m/s (57,6 km/h) e di resistere a venti fino a 38 km/h. È veloce e reattivo sempre ma in modalità sport diventa anche molto divertente a patto di saperlo governare con la giusta perizia. L’autonomia ufficiale è di 31 minuti, misura che dipende sempre da molti fattori.

Un concreto passo in avanti, diciamo fondamentale, rispetto al Mini 1 è la presenza del sistema di trasmissione OcuSync 2.0, la tecnologia brevettata da DJI che assicura un segnale di trasmissione tra il controller e il drone che risolve i forti limiti della modalità wi-fi scelta in precedenza.

Ora il link consente di spingere formalmente il drone fino a 6 chilometri di distanza con un aumento del 200% in termini di distanza rispetto al primo modello, una misura ovviamente del tutto sovrabbondante visto che per rispettare la legge questo drone può essere pilotato sempre e solo mantenendo il contatto visivo. Rimane il fatto che l’OcuSync 2.0 assicura una migliore protezione dalle interferenze del segnale, anche se risulta comunque più debole rispetto al DJI Mavic Air 2.

Molto valida e utile è anche la possibilità di collegare il drone direttamente al telefono senza dover collegare anche il controller, consentendo di trasferire in modalità wireless i contenuti catturati a una velocità di 20 MB/s. Tra l’altro è possibile scaricare usando l’applicazione DJI anche solo porzioni di filmati in modo da limitare il peso senza incidere così sulla memoria dello smartphone.

In conclusione possiamo dire che il nuovo DJI Mini 2 è un drone davvero perfetto che chi vuole iniziare ad esplorare questo mondo, è divertente e in grado di realizzare immagini e video di tutto rispetto. Unica mancanza l’assenza dei sensori anticollisione che l’azienda cinese non ha messo per rendere ancora appetibile il Mavic Air 2. È quindi una mancanza strategica che potrebbe essere colmata con il modello futuro.

Chi può usare questo drone? Tutte le persone dai 16 anni in su anche senza patentino ma con qualche obbligo ben preciso: anche il DJI Mini 2 deve infatti essere registrato all’Enac e ottenere il QR code (al costo di 6 euro), e deve essere assicurato almeno per utilizzi amatoriali (circa 30 euro all’anno). Inoltre il pilota deve rispettare le regole d’uso quindi volando sempre a vista e mantenendo la distanza di 50 metri dalle persone non informate e 150 metri dalle aeree congestionate. Bisogna anche rispettare gli spazi di volo D-flight.

Il DJI Mini 2 costa 459 euro ma è decisamente consigliato l’acquisto della versione combo con 3 batterie, stazione di ricarica e borsa per il trasporto a 599 euro. Chi vuole può anche sottoscrivere la comoda polizza DJI Care che permette di sostituire il drone in caso di danneggiamento o smarrimento fino a 2 volte in 1 anno.

Voto: 8,5

Wired: si pilota senza patente, divertente, con OcuSync 2.0

Tired: assenza dei sensori anticollisione

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[Fonte Wired.it]