Nel mare indistinto degli smartphone di fascia media, capita raramente di imbattersi in un dispositivo che riesca ad alzare davvero l’asticella. Ma dopo aver provato il nuovo Honor 400, è difficile negare l’impressione che qualcosa sia effettivamente cambiato. Alla base c’è un comparto fotografico spinto da algoritmi AI che sono tutto tranne che una buzzword da brochure. Il salto di qualità si nota. Non tanto (o non solo) nella risoluzione altissima del sensore principale da 200 MP o nei selfie ultra-definiti della camera anteriore da 50 MP, quanto nella fluidità con cui le funzioni AI si inseriscono nella normale esperienza fotografica, migliorandola in tempo reale senza mai sembrare forzate o artificiali.
Montaggio automatico senza artefatti
Una delle novità più interessanti è AI Image to Video, sviluppata in collaborazione con Google Cloud: una funzione che trasforma una semplice immagine statica in un breve video animato. Non si tratta di un’animazione casuale, ma di una vera interpretazione creativa della scena. In pochi secondi lo smartphone genera un video fluido, coerente con l’estetica originale, pronto per essere condiviso. Può essere un semplice movimento di camera – dall’alto al basso o intorno al soggetto come fosse ripreso da un drone – o qualcosa di più elaborato: quadri che si animano, statue che prendono vita e persone che si muovono in gesti dinamici e coerenti.
Molto comodo anche l’AI Eraser che include varianti come Erase Passers-by che cancella in maniera davvero sorprendente tutte le persone inquadrate – ottimo per immortalare piazze e monumenti – e Remove Reflection che rimuove i riflessi davanti a vetrine e superfici riflettenti. Nei test fatti a Roma, su immagini con passanti sullo sfondo, il sistema ha identificato correttamente i soggetti estranei e ha ricostruito lo sfondo in modo iper-realistico, senza lasciare – il più delle volte – artefatti evidenti.
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Strumenti creativi integrati
Tra le chicche per i più creativi, spicca AI Outpainting, che estende i bordi di una foto oltre il frame originale, perfetto per adattare una foto quadrata a un formato panoramico o Instagram-friendly senza sacrificare qualità o coerenza visiva. Con risultati, anche in questo caso, molto buoni. Anche AI Upscale è un buon tool: abbiamo testato il restauro di una vecchia foto stampata e il miglioramento della definizione è stato immediato e credibile, senza overprocessing. Da segnalare anche AI Face Tune, che risolve uno dei problemi più comuni nelle foto di gruppo: gli occhi chiusi. Sfruttando immagini simili nella galleria dell’utente, l’AI li riapre in modo realistico, fondendo più scatti con un risultato finale sorprendentemente naturale.
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Chi ama i ritratti sarà colpito anche dalla modalità AI Portrait Snap, che sfrutta un motore di riconoscimento dell’intento e un algoritmo bokeh su doppia lente per ottenere foto nitide e con uno sfondo sfocato in modo naturale, anche con soggetti in movimento. L’intervento dell’intelligenza artificiale è invisibile, ma sostanziale: gestisce luce, dettagli e profondità con una coerenza sorprendente per un dispositivo di questa fascia.
Zoom spinto, ma con intelligenza
Altro punto di forza è l’AI Super Zoom, che arriva fino a un ingrandimento digitale 30x mantenendo una sorprendente nitidezza. Non è solo una questione di numeri: l’intervento dell’AI è evidente nella ricostruzione dei dettagli e nella gestione del rumore, che resta contenuto anche ai livelli più estremi. Il sistema sfrutta modelli addestrati su miliardi di parametri per migliorare la resa delle immagini zoomate, ed è particolarmente efficace su soggetti statici come monumenti, skyline o paesaggi naturali. Abbiamo provato a fotografare dettagli lontani (insegne, decorazioni architettoniche, targhe) e il risultato è stato ampiamente superiore alle aspettative per un midrange: immagini leggibili, definite, pronte per essere condivise senza ritocchi.
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Conclusioni
Honor 400 si posiziona come un vero punto di riferimento per chi cerca il meglio della fotografia mobile senza spendere cifre da top di gamma. La qualità fotografica complessiva, spinta dall’AI, è il vero punto di forza di questo modello. E non si tratta di feature decorative: sono strumenti concreti, integrati bene, che migliorano l’esperienza d’uso quotidiana e aprono scenari creativi inediti. Chi ha esigenze ancora più avanzate può guardare al Honor 400 Pro, che aggiunge un sensore fotografico ancora più grande (1/1,3″) e una gestione termica più efficiente pensata anche per il gaming, ma per la maggior parte degli utenti il modello base è più che sufficiente per ottenere risultati da flagship.
Il prezzo? Partenza da 399 euro per la versione base, con offerte di lancio già disponibili. Considerando il pacchetto complessivo – prestazioni solide, schermo oled da 120 Hz, batteria da 5300 mAh e un arsenale AI da fare invidia – è difficile trovare oggi qualcosa di più competitivo nella stessa fascia. Ciliegina sulla torta: Honor garantisce per questo smartphone 6 anni di update Android, a partire da Android 16 entro la fine del 2025.
Valore futuro
Dalla nostra collaborazione con WeFix.it, ecco la previsione sul valore futuro di questo smartphone:
Svalutazione: 5,81
Assistenza: 6,15
Durata: 7,11
Rivendibilità: 6,32
Secondo i nostri calcoli, il valore di Honor 400 scenderà di circa 150-170 euro dopo il primo anno, ma molto meno (circa 80) nei successivi. In caso di assistenza il costo sarà sostenibile sicuramente per i primi 3 anni; tuttavia vista la scocca
stondata e vicinissima a schermo e con fotocamera posteriore a stesso livello raccomandiamo di
proteggere con pellicola tipo questa (+link) lo schermo e questa il vetrino camera (+link).
Durata attesa sopra la media.
Rivendita difficile ma non impossibile entro il primo anno e mezzo