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martedì, Gen 07

Recensione MacBook Pro 16, un computer per veri professionisti


Il nuovo portatile Apple si è rivelato molto più potente e versatile di quanto non immaginassimo. Il migliore dell’azienda sinora, ma solo per utenti Pro

Il nuovo MacBook Pro 16 pollici, l’ultimo portatile in ordine di tempo commercializzato da Apple, è il migliore dell’azienda di Cupertino. Ma è rivolto solo a un pubblico particolare: quello dei professionisti. Cioè di quelle persone che utilizzano in alcuni ambiti di lavoro particolari strumenti molto efficienti e potenti, come questo computer.

Il nuovo MacBook Pro 16 è leggermente più grande del modello precedente con schermo da 15 pollici
Il nuovo MacBook Pro 16 è leggermente più grande del modello precedente con schermo da 15 pollici (Foto Antonio Dini)

Presentato in sordina a metà novembre, il nuovo MacBook Pro  sostituisce il precedente modello con schermo da 15,4 pollici. La nuova macchina è molto diversa da quella di cui prende il posto, non tanto per il design, che resta quasi uguale alla serie precedente, quanto per le nuove tecnologie (o l’affinamento di quelle esistenti) che mette in pista. E mantiene lo stesso prezzo della versione precedente, nonostante lo schermo abbia una risoluzione maggiore e sia più definito, la scheda video siano stata aggiornata, ci sia una nuova Magic Keyboard che risolve finalmente i problemi delle generazioni precedenti, abbia una capacità audio (speaker e microfoni) impressionante, la batteria duri un’ora in più, e sia configurabile con 64 GB di memoria Ram e 8 Terabyte di SSD.

Inoltre, la gestione termica ha fatto un salto in avanti enorme, tanto che le performance sostanzialmente migliori del processore di questo computer, identico al precedente, derivano da un combinato disposto sia dal processore e scheda grafica che dalla possibilità di lavorare per più tempo a velocità più elevate senza essere rallentato per contenere la temperatura. Insomma, un computer come Apple ancora non era riuscita a fare.

Il MacBook Pro 16 ha una gestione termica talmente efficiente che lo stesso processore è in grado di raggiungere prestazioni doppie rispetto al MacBook Pro 15 dell'anno scorso (Apple)

Le configurazioni

Qui a Wired, come avevamo fatto per il MacBook Pro 15 del 2018, abbiamo messo alla prova la versione più potente delle due offerte di serie sull’Apple Store, cioè quella con processore Intel Core i9 da 2,3 GHz con 8 core, scheda video Intel integrata e discreta Amd Radeon Pro 5500M, 16 GB di Ram e 1 TB di SSD. Il costo di questa configurazione sull’Apple Store è di 3299 euro, mentre la versione “base” (processore Intel i7 da 2,6 GHz a 6 core, Amd Radeon Pro 5300M, 16 GB di Ram e 512 GB di SSD) costa “solo” 2799 euro. Ma, se si pompa al massimo tutto quello che può essere cambiato in fase di selezione sull’Apple Store (nessuna delle componenti può essere aggiornata nel post-vendita né sostituita, incluso il drive SSD, cosa che dà un indice di riparabilità bassissimo a questo computer), si arriva a un prezzo finale 7239 euro. Di cui 2640 solo per passare da 1 a 8 TB di SSD, ma pesano anche i 960 euro in più per espandere la Ram a 64 GB, i 120 euro per la scheda grafica con 8 GB di memoria e i 220 euro per passare dalla versione da 2,3 GHz a quella da 2.4 GHz del processore Intel Core i9.

Abbiamo spacchettato il MacBook Pro prima di Natale e, complice il maggior tempo libero delle vacanze, abbiamo fatto una prova un po’ inusuale, che è durata parecchi giorni. Questo ci ha permesso di provare il MacBook Pro 16 in contesti diversi, e di confrontarci anche con amici e contatti professionali che lavorano quotidianamente (anche) con i computer di Apple nei rispettivi campi: fotografia, produzione video e foto, coding e ricerca scientifica. Da questi confronti sono arrivate indicazioni e osservazioni interessanti. Ma andiamo con ordine.

Le prestazioni del MacBook Pro 16 sono rivolte a un pubblico di utenti professionali (Foto Apple)
Le prestazioni del MacBook Pro 16 sono rivolte a un pubblico di utenti professionali (Foto Apple)

Un audio impressionante

La prima cosa che colpisce del nuovo MacBook Pro 16 è la resa audio. Dopo aver avviato e configurato il computer con pochi passaggi, mentre aspettavamo che il cloud scaricasse i nostri file (iCloud e Dropbox), abbiamo ascoltato delle canzoni sia Musica di Apple che video 4K su YouTube e dei file flac 96 kHz a 24 bit con l’ottimo Vox e poi con Cmus. La resa delle casse interne del portatile è notevole, nell’esperienza di chi scrive la migliore sentita sino a questo momento su qualsiasi portatile. Ci sono sei altoparlanti, con due woofer “force cancelling“, cioè che si muovono in controfase per ridurre praticamente a zero le vibrazioni sulla scocca pur continuando a muovere una grande quantità di aria. Nelle settimane che sono seguite abbiamo usato moltissimo la potenza audio del MacBook Pro: durante un seminario tenuto all’università di Bergamo abbiamo utilizzato le casse del portatile per l’audio di video e podcast (in parte registrati con lo stesso computer) senza nessun problema di ascolto neanche dalle ultime file in un’aula per cinquanta persone, a casa per ascoltare musica (il suono riempie piacevolmente una stanza) o per guardare Netflix, Apple TV+ e Amazon Prime Video, e in varie chat audio con FaceTime, Teams e GoToMeeting.

La resa delle casse è sempre stata superiore alle nostre aspettative: ascoltare jazz mentre si scrive è un’esperienza notevole perché il computer è immobile ma l’audio ha basi, profondità, dinamica mentre il computer assolutamente immobile. Nel caso dell’uso di FaceTime e degli altri sistemi di chat audio/video, la resa dei microfoni è eccezionale, così come è stato per la registrazione ambientale dei podcast: non ha senso usarli al posto di un microfono professionale, ma se serve funzionano comunque in maniera eccellente, soprattutto perché registrano una voce molto pulita e con pochissimo rumore. Un appunto da fare casomai è nella qualità dell’immagine della videocamera, che non è eccezionale soprattutto se c’è poca luce e comunque inferiore a quella della videocamera frontale (chiamata da Apple “FaceTime”) del mio iPhone 11 Pro e del mio iPad 11 Pro. È un peccato insomma che Apple mantenga un vecchio sensore 720p quando avrebbe potuto prendere trenta e lode aggiornando anche questo aspetto.

Particolare della tastiera del MacBook Pro 16: i tasti freccia a T rovesciata
Particolare della tastiera del MacBook Pro 16: i tasti freccia a T rovesciata (Foto Antonio Dini)

La vecchia/nuova tastiera

Nel 2015 Apple ha introdotto sul MacBook con schermo Retina da 12 pollici l’allora “nuova” tastiera con meccanismo di attuazione a farfalla anziché a forbice, per guadagnare spazio e pensando di rivoluzionare il modo con il quale la gente scrive. Le cose non sono andate bene e, nonostante si siano succedute tre generazioni di quei tasti bassi, rumorosi e duri, oltre a un programma di sostituzione per le tastiere con problemi di tasti “incollati” o non funzionanti causa sporco, la nuova tecnologia non ha mai sostanzialmente funzionato, soprattutto per chi scrive molto. E non parliamo solo dei giornalisti, che sono una minoranza per la quale oltretutto questo computer non è adatto perché troppo potente e costoso rispetto ai possibili usi della professione (ma ci torniamo tra un attimo), quanto soprattutto per i programmatori. Tanto che adesso Apple ha sostituito la vecchia tastiera con la nuova Magic Keyboard che presenta una serie di novità: tasti con attuazione a forbice “profonda”, con azione di un millimetro (il doppio rispetto a prima), tasto Esc fisico (prima era virtualizzato nella TouchBar che però rimane), tasto TouchID separato e nuovi tasti a freccia a T invertita, come erano in passato.

In generale i tasti, che hanno sempre il design piatto “a isola”, adesso sono leggermente più piccoli e allontanati l’uno dall’altro. Questa tastiera è un vero paradiso, per chi come me scrive (senza guardare i tasti) quotidianamente su un MacBook con la versione a farfalla. Richiede un attimo di adattamento perché cambiano leggermente le proporzioni, ma in mezza giornata è stato come tornare finalmente a casa: sarà veramente difficile ritornare alla tastiera “piatta” e rumorosa, una volta finita la recensione. Una luce di speranza viene dall’idea che, in futuro probabilmente Apple cambierà anche le tastiere dei MacBook Pro 13 pollici e più avanti dei MacBook Air. Non ci sono informazioni ufficiali, ma la logica vuole che le scelte di design su un prodotto della linea ricadano poi anche sugli altri. Questa tastiera comunque è promossa a pieni voti.

 

Il movimento dei tasti a forbice e a farfalla
Il movimento dei tasti a forbice e a farfalla (Apple)

Mezzo pollice in più fa la differenza

Il nuovo schermo è quello che in teoria dovrebbe essere più appariscente, non solo perché definisce il nome del modello di computer (MacBook Pro 16) ma anche perché ha caratteristiche fisiche migliorate rispetto ai precedenti. In pratica, gli 0,6 pollici di diagonale in più vengono dall’aver tolto un po’ di spazio alla cornice del coperchio. La risoluzione adesso è di 3072 x 1920 con una densità leggermente maggiore a prima, 226 ppi (il MacBook Pro 15 aveva 2880 per 1800 a 220 pixel per pollice). Rimane una luminosità massima di 500 nits e una gamma di colori P3 wide color, a cui si aggiunge la tecnologia True Tone, ancora migliorata qui, che permette di regolare il colore e l’intensità del display in base alla luce ambientale. True Tone non è amatissimo dai fotografi (che preferiscono essere loro a scegliere il punto di bianco del monitor) e per questo è disattivabile. Ma in un uso “passivo” dello schermo, è ottima e molto riposante.

La resa complessiva del display, del quale si può aggiornare anche la frequenza di refresh da un minimo di 47,98 Hz a un massimo di 60 Hz, nel complesso è ottima e, come per molte soluzioni di Apple, si apprezza veramente solo quando non ce l’hai più: utilizzare un monitor Retina Ips di queste dimensioni e nitidezza con True Tone si vede soprattutto quando si passa a utilizzare il monitor di un altro computer portatile, che risulta subito fastidiosamente di qualità inferiore.

Tra la versione 15,4 e la 16 cambiano leggermente dimensioni e peso: si passa da 1,55x34,93x24,07 che pesano 1,83Kg a 1,62x35,79x24,59 che pesano 2Kg. La batteria passa da 83,6 wattora a 100 wattora, l'autonomia da 10 a 11 ore di navigazione web mentre lo standby rimane di 30 giorni. (Foto Antonio Dini)
Tra la versione 15,4 e la 16 del MacBook Pro cambiano leggermente le dimensioni e il peso: si passa da 1,55 per 34,93 per 24,07 cm che pesano 1,83Kg a 1,62 per 35,79 per 24,59 cm che pesano 2Kg. La batteria passa da 83,6 wattora a 100 wattora, l’autonomia da 10 a 11 ore di navigazione web mentre lo standby rimane di 30 giorni. (Foto Antonio Dini)

Processori e termica

Arriviamo al processore, gli Intel Core i9 a 8 core con frequenza di 2,3 GHz e Turbo Boost fino a 4,8 GHz. La scheda madre di questa generazione di processori Intel supporta finalmente fino a 64GB di memoria. Sono processori capaci di ottenere prestazioni più elevate per un periodo sostenuto di tempo rispetto ai modelli analoghi imbarcati sui MacBook Pro 15 della generazione precedente. Il merito è in realtà del redesign della scocca, leggermente più alta (un millimetro) e con ventole maggiorate che fanno girare il 28% più di aria, mentre il dissipatore passivo del calore è più grande del 35%. Questo si traduce, secondo Apple, nella capacità del processore di “tenere” un consumo fino a 12 watt per più tempo. Questo, insieme a una batteria maggiorata (adesso da 100 Wh, il massimo ammissibile per poterla portare su un aereo) e una scheda grafica Amd con memoria Gddr6 e lavorazione a 7 nanometri permette di aver prestazioni che secondo Apple possono arrivare ad essere 2,1 volte superiori alla configurazione analoga della generazione precedente.

Ovviamente non poteva non essere la cosa da mettere alla prova più di tutto e con più tipi di software. Ma è stato anche un modo per confrontarci con chi utilizza per lavoro portatili di questo tipo e capire a chi Apple intende indirizzare un computer che dopotutto costa quanto una Vespa Primavera nuova di Piaggio. La resa del computer è in linea con le aspettative di Apple. Le 11 ore promesse per la navigazione web o l’utilizzo di Apple Tv+ sono raggiungibili senza problemi: non perché abbiamo navigato e guardato serie televisive per undici ore di fila (anche se durante le vacanze di Natale la tentazione ci sarebbe) quanto perché in tutte le attività “low energy”, inclusa la scrittura, il computer ha mantenuto sempre una disponibilità di batteria superiore a quella della generazione precedente e in linea con i prodotti migliori di Apple, come l’ultimo MacBook Air 13 di vecchia generazione, considerato un campione assoluto nell’utilizzo low energy. L’impatto sulla batteria cambia completamente se si fa lavorare sul serio il processore, come vedremo tra un attimo.

Lo schermo utilizza una gamma colore ampliata e la gestione True Tone per adattare la temperatura del colore a seconda della luce ambientale (Foto Apple)
Lo schermo utilizza una gamma colore ampliata e la gestione True Tone per adattare la temperatura del colore a seconda della luce ambientale (Foto Apple)

Gli utenti pro di questo MacBook

All’inizio di questa recensione ho sottolineato che questo è un computer per utenti pro. Cosa che nel mondo di Apple indica: creativi nel settore delle immagini, audio e video con particolari esigenze di tempestività e lavoro in mobilità. E poi i coder. Soprattutto i programmatori sono l’armata di utilizzatori dei computer di Apple, e a maggior ragione dei portatili. Tutto l’enorme ecosistema di app per iOS (iPhone e iPad) può essere prodotto solo in un modo: utilizzando Xcode che gira solo su Mac. E i portatili sono la soluzione più amata da moltissimi programmatori, sia dipendenti delle grandi aziende che lavoratori autonomi o consulenti. La portabilità consente di spostarsi tra riunioni, meeting, contesti di lavoro collaborativo, casa e lavoro, conferenze, portandosi sostanzialmente sempre dietro il proprio ufficio e le proprie configurazioni (non fraintendetemi: il computer pesa pur sempre 2 Kg ed è ingombrante: sta nello zainetto ma è una macchina da usare su una scrivania, non sul tavolinetto di un treno o di un aereo). Per chi lavora in questo settore, sia che si tratti di una superstar del mondo software che di un anonimo professionista, l’investimento su un MacBook Pro è assolutamente giustificato e permette di lavorare per due o più anni senza problemi.

MacBook Pro 16 (Foto Antonio Dini)
MacBook Pro 16. Le quattro porte usb-C sono Thunderbolt 3. La scheda video piota fino due monitor esterni con risoluzione 6016×3384 a 60Hz più quello integrato oppure quattro monitor esterni 4096×2304 a 60Hz e un miliardo di colori. (Foto Antonio Dini)

Configurazione e utilizzi

Abbiamo riconfigurato tre volte il computer, utilizzando setup diversi sia prodotti professionali per l’editing video (Final Cut Pro) che l’audio (Logic Pro X) e di immagini (Pixelmator Pro, Lightroom), che amatoriali (iMovie e GarageBand), e poi una serie di altri software ottimizzati o no: dai videogiochi (il nuovo Shadow of the Tomb Raider uscito a Natale per macOS) al gestore a pacchetti Homebrew che ci permetto di passare all’utilizzo della riga di comando in maniera più completa, utilizzando vari pacchetti software open source per la programmazione, l’analisi di dati e la gestione di testo professionale: Python, R), LaTex. Utilizzando progetti demo e lavorando soprattutto sulla parte della creatività, ma un po’ anche su progetti da coder, i risultati raggiunti con il MacBook Pro 16 sono ottimi. Non tanto perché il computer dimostri di avere una interfaccia più veloce dei modelli precedenti: macOS ha una velocità volutamente costante e non eccessivamente rapida, i cambi di scrivania ad esempio sono sempre rallentati per vecchie inefficienze del Finder. Invece,  a essere stato alzato e non di poco è il “soffitto”, il punto in cui il processore non ce la fa più.

I tempi di benchmark nella compilazione di un applicativo di test e con CSiBE, quelli di analisi di un set di dati, quelli di addestramento di una piccola soluzione test di machine learning, di test di una serie di macchine virtuali con VirtualBox di Oracle e di container con Docker e Kubernetes, e quelli di compilazione di una serie di slide e pdf in LaTeX sono molto contenuti. Non si lavora a batteria e non si lavora neanche necessariamente con il computer e basta, ma più tipicamente lo si connette a uno o due monitor, tastiera e mouse (o per me meglio ancora trackpad) esterni, con l’alimentazione sempre attiva. Anche con Xcode il vantaggio maggiore di questa nuova macchina creata da Apple deriva soprattutto sostanzialmente da due cose: la velocissima attività di I/O (grazie all’unità SSD “aiutata” dal chip T2 per la sicurezza e la crittazione che fa anche da controller per il drive allo stato solido, per questo motivo non più estraibile) e dalla potenza del processore che consente di ridurre drasticamente i tempi di compilazione in locale, che è l’attività più onerosa per un coder.

In conclusione

La nuova scocca è sostanzialmente identica alla precedente, il mezzo pollice in più di schermo è il benvenuto, la tastiera è qualcosa di cui scrivere a casa e le casse assolutamente da sentire. La resa termica e l’incrocio batteria-processore-scheda grafica è impressionante e fa fare un salto di qualità notevole rispetto alla generazione precedente, che invece secondo molti era stata penalizzata da una progettazione della termica non all’altezza che l’aveva limitata molto con surriscaldamenti e rallentamenti automatici del processore. Questo con il MacBook Pro 16 non succede più e arrivare al limite del processore richiede calcoli molto pesanti. Quella che poteva essere una ciliegina sulla torta, e che invece si rivela un neo, è la videocamera FaceTime, ferma a 720p, cosa che è veramente fastidiosa, soprattutto se si fanno molte videoconferenze anche per lavoro.

Con il nuovo MacBook Pro 16 Apple ha creato il suo migliore computer portatile, ma non è un prodotto per tutti: è dedicato invece a un pubblico di utenti pro che hanno delle esigenze particolari e di alto livello. Per questo motivo il prezzo di questo computer è alto ma in linea con il suo mercato e anzi, non essendo aumentato rispetto alla generazione precedente, è indirettamente persino migliorato. Se volete comprare un computer, o meglio un Mac, per una delle attività professionali che ho indicato sopra, è arrivato il momento di tirare fuori la carta di credito, perché questo è il computer ideale.

 

Wired: estremamente potente ed efficiente, autonomia top, ottimo schermo 3K, tastiera perfetta, il miglior audio su un portatile di tutti.

 

Tired: impossibile sostituire o aggiornare le componenti interne (tutto saldato sulla scheda madre), videocamera FaceTime ancora con risoluzione 720p.

Voto: 8,5

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