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lunedì, Mar 29

Recensione OnePlus 9 Pro



Da Wired.it :

Il nuovo top di gamma si porta in dote la collaborazione con Hasselblad e non tradisce le aspettative di chi cerca un prodotto di alto livello, ma qualcosina in più di poteva chiedere

OnePlus ci ha abituato a telefoni ben fatti e i modelli top di gamma sono sempre stati dei benchmark di riferimento per il mercato. Non è da meno l’ultimo arrivato il OnePlus 9 Pro che avrebbe fatto parlare si sé anche senza la collaborazione con Hasselblad, oggi elemento  di mero marketing. La nuova ammiraglia dell’azienda cinese non tradisce infatti le aspettative dei consumatori, in modo particolare della community che da tempo supporta questo brand e che viene sempre molto ascoltata dal produttore asiatico. Le migliorie rispetto alla serie 8 ci sono, ma distinguersi è diventato difficile anche per OnePlus.

Esteticamente il prodotto è molto piacevole, merito della scocca in alluminio e di un design curato come sempre nei minimi dettagli. La componente fotografica, nonostante le scalettature in rilievo, è integrata in modo armonioso al telefono riprendendo il colore della scocca. Quel che convince senza dubbi è l’ottimo grip, merito del formato leggermente stretto e lungo, e di un peso di 197 grammi che non arreca fastidi.

Rispetto al fratello minore OnePlus 9, questo modello mantiene una leggera smussatura ai lati del display da 6,67 pollici QHD+ e come sempre è molto soggettivo il feeling con chi schermi edge. Proprio il display è un elemento distintivo di questo smartphone grazie alle sue specifiche tecniche. La luminosità di picco arriva a 1300 nit, il refresh dinamico va da 1 a 120 Hz ma può arrivare, con un’apposita funziona, a un sampling rate di 360 Hz, inoltre non manca il pieno supporto dell’HDR10+.

Insomma, come sempre per i top di gamma di OnePlus è uno dei migliori schermi del mercato anche perché rispetto ad altri modelli mantiene una fedeltà dei colori, almeno nella configurazione e calibrazione di base, evitando il fastidioso impatto doping dei display Amoled. Un pregio, questo, che si apprezza anche quando si catturano foto e video.

Qui entra in gioco la collaborazione con Hasselblad che ha siglato un accordo di tre anni con l’azienda cinese. Allo stato attuale dell’accordo, l’intervento dello storico svedese riguarda proprio la calibrazione dei colori. Mutuando il gamut tipico delle fotocamere professionali, gli scatti ottenuti con il OnePlus 9 Pro puntano a una rappresentazione quanto più fedele della realtà. Una scelta che va in contro ai puristi dell’immagine e che si discosta dal gusto dilagante delle foto modificate per i like su Instagram. I fotografi ameranno questa calibrazione, ma certo dalla collaborazione con Hasselblad ci si aspettava di più.

Probabilmente gli sviluppi futuri saranno interessanti, nel frattempo OnePlus ha equipaggiato il suo modello top di gamma con un reparto fotografico di ottimo livello ma senza eccedere in specifiche altisonanti, spesso del tutto inutili. Questo dispositivo monta infatti 4 camere posteriori con quella principale che si caratterizza per un sensore esclusivo Sony IMX689 da 1/1,43” da 48 megapixel con una lente Freeform curva che diminuisce la distorsione ai bordi.

È presente anche un’ottica ultra-wide da 50 MP con autofocus, un tele da 8 MP con zoom ottico 3,3X e la peculiare lente monochrome che lavora insieme alla lente principale per foto in bianco e nero più dettagliate e complesse, rivolta davvero solo agli amatori del genere. Frontalmente c’è invece la collaudata 16 MP con Sony IMX471.

Foto notturne e con scarsa illuminazione promosse a piene voti così come i video (persino in 8k) che rispetto all’analogo modello della serie precedente hanno fatto un concreto balzo in avanti, tuttavia, lo ribadiamo, a un prodotto firmato Hasselblad si poteva chiedere di più. L’ottica tele ad esempio non assicura il livello di qualità atteso per un prodotto del genere.

Nulla da eccepire invece sulla fluidità e rapidità del OnePlus 9 Pro, come sempre un fulmine senza tentennamenti ed esitazioni. Il multitasking è un razzo, merito anche dell’ottimizzazione della memoria con il Turbo Boost 3.0 che permette di tenere aperte in background il 25% di app in più rispetto al passato. OxygenOS 11 è sempre una garanzia che si avvantaggia anche del robusto processore Snapgradon 888.

I tagli di memoria disponibili del OnePlus 9 Pro da 8 o 12 GB per la ram e da 128 o 256 GB per lo spazio d’archiviazione, purtroppo non espandibile, rispondono alle necessità degli utenti che però avrebbero gradito una maggiore autonomia della batteria. Il telefono monta un accumulatore da 4500 mAh che consente di arrivare a fine giornata con circa 20% di riserva, ma senza aver spremuto il telefono.

Con un uso spinto del processore e un frame rate elevato la batteria si esaurisce assai più in fretta ma si può sempre contare sulla ricarica veloce con l’alimentatore da 65 W presente in confezione (da 0 a 100% in 29 minuti), e con la ricarica wireless da 50 W (da 0 a 100% in 43 minuti).

Ci sono altri aspetti che mitigano questa sbavatura ad iniziare dalla certificazione IP68, sempre molto apprezzata, analogamente all’immancabile pulsante che mette al volo in silenzioso il telefono e alla personalizzazione che consente di avere un telefono su misura con le proprie necessità.

In conclusione, il OnePlus 9 Plus è uno smartphone per i puristi delle immagini che non vogliono rinunciare a prestazioni elevate e a una scelta fuori dal coro, un telefono di razza bello e completo. Certo, qualche elemento è migliorabile, ma è difficile non mettere questo tra i migliori del mercato. Il prezzo è in linea con quello dell’anno scorso, non economico, come è ovvio che sia per quello che si porta a casa. OnePlus 9 Pro nella versione 8+128 GB nei colori Morning Mist, Pine Green e Stellar Black ha un costo di 919 euro, la configurazione 12+256 GB vale invece 999 euro. Il Wrap Charge 50 Wireless Charger ha prezzo di 69,95 euro.

Voto: 8,5

Wired: design curato nei dettagli, resa cromatica delle immagini firmata da Hasselblad, gran display

Tired: zoom migliorabile, memoria non espandibile, autonomia così così

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[Fonte Wired.it]