Seleziona una pagina
martedì, Ott 22

Recensione Pixel 4: Google si è messa a fare sul serio (ma non abbastanza)


Il nuovo smartphone del colosso del web è un concentrato di funzioni evolute e molte innovazioni legate all’intelligenza artificiale, ma delude per alcune scelte hardware

Gli smartphone Google li sa fare, lo ha dimostrato negli ultimi anni, ma con l’ultima versione del Pixel sembra abbia fatto un salto in avanti. Questa volta ha realizzato un telefono in grado di competere oggettivamente con molti top di gamma presenti sul mercato. Non è lo smartphone più evoluto, non è perfetto, ma ha carattere e personalità sufficienti per convincere i consumatori.

Il punto di forza dei Pixel è sempre stato quello di essere un Android al 100%, un telefono fatto in casa, curato, controllato, studiato nei dettagli senza intermediari, insomma un dispositivo a km zero. Velocità e prestazioni innovative sono storicamente gli elementi distintivi dei telefoni Google e questa quarta versione mantiene inalterata la promessa del colosso californiano.

Con  in più, molte migliorie che si apprezzano su il Pixel 4 e Pixel 4 X. A iniziare da un design decisamente più gradevole e moderno rispetto ai modelli precedenti anche se ancora con un vistoso notch e una cornice eccessiva. Le misure contenute del modello base con display da 5,7 pollici lo rendono un prodotto decisamente tascabile, ma piuttosto compatto e facile da impugnare è anche la versione XL che monta uno schermo da 6,3 pollici di diagonale in formato 19:9. Apprezzabile è il refresh a 90 Hz dello schermo.

Per il nostro test abbiamo avuto per le mani, con qualche giorno in anticipo rispetto alla data di lancio, il modello più grande che ha caratteristiche tecniche assolutamente identiche al fratello minore, questo significa che scegliendo il modello base non si deve rinunciare a nessuna funzione evoluta. Tra queste c’è sicuramente il reparto fotografico che dimostra tutta la capacità di Google di ottimizzare le immagini grazie agli algoritmi proprietari.

Il set è composto da una doppia fotocamera posteriore da 16 + 12 MP (f/2.4 – f/1.7) e una anteriore da 8 megapixel con apertura focale f/2.0. Numeri che potrebbero lasciar presagire prestazioni mediocri, ma non è così. Tutto quello che non fa la fisica (ovvero l’ottica) lo compensa egregiamente il software. Lo dimostra chiaramente la nuova funzione Night Sight in grado di catturare addirittura i cieli stellati notturni, con risultati davvero interessanti considerando di avere in mano uno smartphone.

In effetti le foto notturne e più in generale quelle dove la luce è molto bassa vengono ottimizzate bene, ma sensori più luminosi, potenti e grandi potrebbero spingere l’asticella in alto senza richiedere compitini di matematica estremi. Qui il riferimento di mercato continua a essere l’inarrivabile Huawei P30. A maggior ragione visto che l’utente del Pixel 4 deve rinunciare, inspiegabilmente, al grandangolo. Google ha deciso di usare la seconda lente in dotazione solo per lo zoom.

Questa scelta audace avrebbe potuto essere digerita se lo zoom fosse stato ai vertici di categoria, ma il fattore di ingrandimento si ferma a un modesto 2X ottico. È vero, l’intelligenza artificiale fa un gran lavoro nel rendere ingrandimenti superiori fino a 5X sorprendentemente dettagliati e definiti, ma il risultato è comunque un artefatto che non può essere paragonato a ciò che si potrebbe ottenere con una lente periscopica. Bene invece l’effetto sfuocato nei ritratti sia con la camera posteriore che con quella anteriore.

Compensano poi le sbavature del reparto fotografico due funzioni molto utili: il Live hdr+ e il controllo della doppia esposizione. Entrambi i sistemi permettono di avere un maggiore e migliore controllo sull’esposizione della foto prima di essere scattata. Si può infatti decidere come compensare in modo creativo le zone sovra e sottoesposte, ottenendo risultati ottimali soprattutto nelle situazioni di forte controluce. Nei video è stata migliorata la stabilizzazione ma le riprese in 4K supportano solo i 30 fps, quando tutti gli altri top di gamma arrivano a 60.

Tra gli elementi innovativi introdotti dal Pixel 4 merita una menzione l’integrazione di un minuscolo sensore integrato nel telefono che permette di gestire alcuni controlli con le mani ma senza toccare il telefono. Il chip sviluppato da un apposito team chiamato Project Soli è tecnicamente un vero e proprio radar, questo vuol dire che funziona anche con il telefono capovolto creando una sfera virtuale di circa un metro di diametro. Al momento le funzioni sono poche, come cambiare brano musicale, o spegnere la sveglia, silenziare una chiamata in arrivo, ma i gesti potranno essere utilizzati in futuro anche da altre applicazioni.

Le innovazioni più interessanti, come è tradizione dei Pixel, arrivano però lato software. Con questa versione del telefono e l’ultima release di Android finalmente è possibile gestire alcuni comandi vocali anche se lo smartphone non è collegato a internet. Per esempio impostare una sveglia, un timer o aggiungere un impegno nel calendario. Sono state migliorate anche le funzioni di ricerca, di copia e incolla dei documenti e il multitasking.

Una chicca è rappresentata dal Live Caption, ovvero dalla possibilità di trascrivere in tempo reale un discorso registrato. Usando il registratore di note vocali è infatti possibile attivare la funzione che traduce in testo scritto il parlato e consente addirittura di effettuare una ricerca all’interno del testo identificando le parole. Peccato che al momento la funzione sia disponibile solo in inglese, ma altre lingue arriveranno a breve.

Parlando invece di prestazioni, bisogna ammettere che l’esperienza d’uso del Pixel 4 XL è estremamente fluida, veloce, stabile. Il merito non è solo del processore Qualcomm Snapdragon 855 affiancato da 6 GB di ram, ma anche della perfetta ottimizzazione software del sistema operativo. Questo conferma che è un telefono interessante per i puristi di Android, per coloro che vogliono avere un telefono reattivo e con molte funzioni evolute e servizi a valore aggiunto come lo spazio illimitato per l’archiviazione delle foto sul cloud.

Tuttavia il Pixel 4 paga l’inspiegabile assenza della lente grandangolare, una batteria risicata da 3700 mAh (che però consente di arrivare a fine giornata), i tagli di memoria da 64 e 128 GB non espandibili. La sensazione che si ha è che Google abbia tutte le capacità per realizzare telefoni di razza, probabilmente è in grado di mettere insieme tutte le caratteristiche e le funzionalità per ottenere lo smartphone perfetto ma che non voglia, intenzionalmente, arrivare a questo livello. Probabilmente per non intaccare il redditizio business delle licenze provenienti dagli altri produttori. Dunque un buon telefono, certamente, ma non il migliore.

Il Pixel 4 parte nella versione entry level da 759 euro, mentre la versione XL sale a 899 per il taglio da 64 GB e arriva a 999 per il 128 GB. La bella colorazione arancione è disponibile solo per il Pixel piccolo, mero e bianco invece è per tutti i modelli.

Voto: 7,5

Wired:
foto notturne, reattività del telefono, funzionalità software

Tired:
assenza del grandangolo, memoria contenuta, manca l’auricolare nella confezione

Potrebbe interessarti anche





Source link