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martedì, Nov 23

Red Notice, il regista parla dell’ipotesi di due sequel



Da Wired.it :

Dopo aver debuttato lo scorso 12 novembre su Netflix, Red Notice è diventato immediatamente uno dei titoli in catalogo più visti in tutto il mondo e ha anche infranto qualche record: con 148 milioni di ore di visione nei primi giorni di diffusione, si è aggiudicato il primato di miglior debutto sulla piattaforma. Complici ovviamente il cast stellare che vanta grandi nomi come Dwayne Johnson, Gal Gadot e Ryan Reynolds, ma anche la trama piena di colpi di scena, momenti d’azione e tributi a tanti generi cinematografici diversi e avvincenti. Non è un caso, poi, che in molti si chiedano se ci sarà un seguito.

D’altronde la pellicola si chiude proprio con i tre ladri d’arte pronti per un nuovo colpo, questa volta al Louvre di Parigi. A rinfocolare le ipotesi su una continuazione di questo progetto è lo stesso regista Rawson Marshall Thurber. Intervistato da Hollywood Reporter, il filmmaker ha escluso la possibilità di ritornare con alcuni sequel su suoi film precedenti, a loro modo dei piccoli cult, come Dodgeball o I misteri di Pittsburgh, ma su Red Notice il tono è decisamente diverso: “Penso che ci sia una possibilità concreta”, ha dichiarato. 

C’è pero una condizione secondo Thurber essenziale: “Se dovessi fare un sequel l’unica cosa responsabile da fare sarebbe fare un numero due e un numero tre uno dopo l’altro”, ha detto: “È una produzione talmente grande che sarebbe meglio per tutti metterla in piedi una sola volta. Anche per la mia salute mentale”. In effetti le indiscrezioni parlano di un costo di realizzazione per Red Notice di circa 200 milioni di dollari, la cifra più alta mai spesa per una produzione Netflix. Rimettere in piedi una macchina del genere significherebbe in qualche modo dover anche ottimizzare tempo e risorse.

La probabilità di vedere altre avventure della banda di Red Notice è sempre più alta, comunque. Lo stesso Johnson sul suo profilo Instagram ha ringraziato i fan che hanno guardato il film affermando che c’è “more to come”, molto altro a venire. 



[Fonte Wired.it]