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giovedì, Feb 16

Reddito di cittadinanza: secondo l’Ue è discriminatorio



Da Wired.it :

La Commissione europea ha aperto una procedura di infrazione contro l’Italia, sui requisiti di residenza richiesti per ottenere il reddito di cittadinanza e accedere al nuovo assegno unico per i figli a carico. Tra le condizioni per accedere al reddito di cittadinanza, si trova l’obbligo di aver soggiornato nel paese per almeno 10 anni. Mentre per avere l’assegno unico per i figli a carico, sono richiesti almeno 2 anni di residenza in Italia. Regole imposte senza tener conto del diritto europeo e dei diritti di libera circolazione di tutti i cittadini e le cittadine dell’Unione. 

Per questo, la Commissione ha rilevato la presenza di una discriminazione indiretta contro le persone di cittadinanza europea non italiana, e di una discriminazione diretta verso le persone beneficiarie di protezione internazionale. Inoltre, il requisito di residenza va a limitare la libertà degli italiani e delle italiane di trasferirsi all’estero per il tempo che più preferiscano, in quanto non avrebbero diritto ai sussidi una volta rientrati in Italia.

I requisiti di residenza entrano così in violazione del regolamento europeo numero 492/2011 e della direttiva 2004/38/CE, che prevedono come le prestazioni di sicurezza sociale “dovrebbero essere pienamente accessibili ai cittadini europei, che siano lavoratori subordinati o autonomi o che hanno perso il lavoro, indipendentemente da dove abbiano soggiornato in passato”.

Inoltre, sempre in base alla normativa, tutti i cittadini dell’Unione europea “non impegnati in un’attività lavorativa” devono “poter beneficiare della prestazione alla sola condizione di essere legalmente residenti in Italia da almeno tre mesi”. Infine, a prescindere dal periodo di residenza, dovrebbero poter godere delle prestazioni di sicurezza sociale anche tutti i beneficiari di protezione internazionale, in base alla direttiva 2011/95.

Il governo ha ora 2 mesi per rispondere ai rilievi espressi dalla Commissione, passati i quali dovrà adeguare la propria normativa al diritto europeo se non vuole incorrere in sanzioni.



[Fonte Wired.it]