Il redditometro è uno strumento utilizzato dal fisco italiano per verificare che il reddito dichiarato dai contribuenti sia coerente con il loro stile di vita. Il decreto del 7 maggio scorso, pubblicato in Gazzetta Ufficiale lunedì 20 maggio e firmato dal viceministro dell’Economia e delle finanze, Maurizio Leo, ha aggiornato questo strumento per includere una vasta gamma di spese, tra cui abbigliamento, oggetti d’arte, bollette, medicinali, mutui, spese telefoniche, cene fuori casa, abbonamenti per la pay tv, barbieri, istituti di bellezza, giochi e persino il mantenimento di un cavallo.
A cosa serve il redditometro
Il redditometro permette potenzialmente al Fisco di risalire da una spesa di una persona fisica a un reddito superiore rispetto a quello dichiarato. L’obiettivo è individuare discrepanze tra le spese sostenute e i redditi dichiarati, permettendo di accertare eventuali evasori fiscali. Il decreto ha introdotto nuove linee guida per analizzare i redditi dal 2016 in poi, con un focus sui redditi a partire dal 2018, in considerazione delle prescrizioni maturate.
La nuova misura prevede che le spese dei contribuenti siano esaminate secondo diverse tipologie familiari e aree geografiche, considerando anche le quote di risparmio accumulate e le spese effettivamente riportate nell’anagrafe tributaria. Le spese sono suddivise in varie categorie: alimentari, abbigliamento, mutui, affitti, energia, manutenzione della casa, sanità, trasporti, istruzione e tempo libero. Anche beni di lusso come auto, barche e cavalli sono inclusi.
I contribuenti possono dimostrare che le spese sono state sostenute con redditi diversi da quelli dichiarati nel periodo d’imposta o con risparmi accumulati negli anni precedenti. Questo può includere redditi esenti o soggetti a ritenuta alla fonte a titolo di imposta. Inoltre, possono contestare l’ammontare delle spese attribuite, dimostrando che sono state sostenute da altri soggetti o che sono state effettivamente utilizzate per attività d’impresa.
La polemica politica
Il redditometro ha riaperto le tensioni all’interno della maggioranza di governo. Forza Italia e la Lega hanno espresso critiche verso questo strumento, con gli azzurri che hanno sempre manifestato perplessità e la Lega che ha sottolineato la sua storica opposizione. Tuttavia, Fratelli d’Italia, attraverso il presidente della commissione Finanze Marco Osnato, ha minimizzato il dibattito, descrivendo la nuova misura come un semplice aggiornamento di alcuni parametri.
Maurizio Leo ha invece difeso il decreto, sostenendo che il nuovo redditometro introduce limiti precisi al potere discrezionale dell’amministrazione finanziaria. Ha evidenziato come il decreto stabilisca dei paletti a garanzia del contribuente, introducendo un doppio contraddittorio obbligatorio: questo nuovo approccio mira a ridurre l’arbitrarietà negli accertamenti fiscali e a privilegiare dati certi, a tutela dei diritti dei contribuenti.