Intelligenza Artificiale Generativa: Minori e Donne le Fasce più a Rischio
BRUXELLES – Minori e donne sono le fasce più esposte ai rischi derivanti dall’uso dell’intelligenza artificiale generativa (GenAI). È quanto emerge dal rapporto sulla GenAI, la prima analisi completa del Centro comune di ricerca (Jrc) sull’impatto tecnico e socio-economico di questa tecnologia. Secondo i ricercatori, la GenAI può essere molto utile per i bambini, personalizzando le esperienze di apprendimento, sostenendo l’espressione creativa e migliorando la comunicazione. Questo potrebbe aiutare in particolare i bambini con disabilità o che devono affrontare barriere linguistiche. D’altro canto, il rapporto evidenzia come la GenAI comporti rischi di manipolazione e problemi di privacy. Dato che le capacità cognitive dei bambini sono ancora in fase di sviluppo, osservano gli esperti, sono più vulnerabili ai pericoli delle false informazioni.
Ulteriori rischi sono poi legati ai sistemi di GenAI che presentano pregiudizi e stereotipi, in particolare se i loro dati riflettono disuguaglianze storiche e sistemiche. Un esperimento del Jrc ha riscontrato pregiudizi di genere nei modelli di IA utilizzati per il processo decisionale finanziario, con un divario di circa il 4% a favore degli uomini, un risultato simile ad altri studi sui modelli utilizzati dalle banche per effettuare valutazioni del rischio.
Le donne rischiano di trovarsi di fronte a disuguaglianze anche nelle assunzioni, perché gli algoritmi di IA favoriscono i candidati uomini rispetto alle candidate donne altrettanto qualificate.
UE al Terzo Posto dopo Cina e USA nell’IA Generativa
Il panorama competitivo globale dell’intelligenza artificiale generativa (GenAI) è dominato da Stati Uniti e Cina. L’UE si colloca al terzo posto, contribuendo al 7% delle attività globali di GenAI – ossia ricerca, nuovi brevetti, operazioni commerciali e investimenti nella tecnologia – rispetto al 60% della Cina e al 12% degli USA. È quanto emerge dal rapporto sulla GenAI, la prima analisi completa del Centro comune di ricerca (Jrc) sull’impatto tecnico e socio-economico di questa tecnologia.
Secondo i ricercatori, l’Europa è al secondo posto a livello globale nelle pubblicazioni di ricerca sulla GenAI, producendo il 21% degli articoli a livello mondiale, oltre 3.000 nel 2023. Tuttavia, i brevetti depositati nell’UE rappresentano solo il 2% della quantità globale, sottolineando la necessità di investimenti in soluzioni innovative di GenAI. Inoltre, osservano gli esperti, le startup europee che si occupano di GenAI hanno difficoltà ad accedere al capitale di rischio, con un notevole divario di finanziamenti rispetto agli USA.
FP