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martedì, Dic 24

Ricariche telefoniche da 5 e 10 euro “farlocche”: arriva la diffida del garante


Gli utenti pagano 5 o 10 euro di ricarica ma hanno soltanto 4 o 9 euro di traffico effettivo, il resto finisce in servizi o bonus non sempre usufruiti

telefonia

Tim, Vodafone e Wind Tre sono state diffidate dall’Autorità garante delle comunicazioni (Agcom) per la pratica delle ricariche “speciali” sui tagli da 5 e da 10 euro. In tre diverse delibere pubblicate, infatti, l’Authority ha accolto i ricorsi presentati dalle associazioni di consumatori contro le tre compagnie telefoniche accusate di applicare costi occulti sulle ricariche telefoniche di importo basso.

Da qualche tempo, le tre società avevano immesso sul mercato  ricariche particolari, applicando, secondo quando contestato da Agcom, una specie di costo di ricarica, abolito dalla legge Bersani del 2007. In sostanza, per le ricariche da 5 e 10 euro, Tim, Vodafone e Wind Tre erogavano soltanto 4 e 9 euro di credito effettivo mentre il resto era utilizzato per attivare servizi diversi o bonus, come gigabyte e telefonate gratis per 24 ore. Si tratta nello specifico delle offerte Ricarica+ di Tim, Giga Ricarica di Vodafone e Ricarica Special di Wind.

Nella maggior parte dei casi, poi, i servizi aggiuntivi inclusi non sono sfruttati dagli utenti, e quindi vanno a costituire sostanzialmente un costo in più mascherato. Le nuove ricariche “truccate”, inoltre, hanno via via sostituito le ricariche standard di taglio inferiore ai 15 euro anche nelle tabaccherie, nei negozi del circuito Lottomatica e nei negozi delle compagnie stesse, obbligando così gli utenti ad acquistare le ricariche ridotte.

Per questo, i consumatori si sono rivolti alle associazioni per denunciare la pratica scorretta da parte delle società telefoniche. Così, Altroconusmo, Federconsumatori e Codacons hanno chiesto al garante delle comunicazioni di fare luce sulla questione, e la decisione di Agcom dà ora loro ragione. Secondo quanto riportato dall’Autorità, infatti, “nel corso dell’istruttoria, è stato accertato che le ricariche standard da 5 e 10 euro non sono più disponibili presso i rivenditori autorizzati (tabaccherie, bar, edicole, ecc.). Da ciò consegue che l’utente che si rivolge a tali canali di vendita per richiedere uno di tali tagli di ricarica (quelli, vale la pena rimarcare, più richiesti dalle categorie di utenti con minore capacità di spesa) è costretto a ricorrere” alle ricariche speciali o “a scegliere tagli di ricarica di importi superiori”.

Inoltre, sempre secondo Agcom, le compagnie avrebbero anche messo in atto delle campagne informative poco chiare nello spiegare il funzionamento concreto delle ricariche contestate. L’Authority lascia ora ai tre gestori 30 giorni di tempo per bloccare la pratica scorretta e reintrodurre la possibilità di acquistare ricariche che garantiscano l’effettivo credito pagato, senza aggiunta di servizi non richiesti.

Grande soddisfazione per la decisione del Garante è stata espressa da parte delle diverse associazioni di consumatori. Da parte sua, Vodafone fa sapere che da gennaio reintrodurrà in commercio, nei rivenditori fisici, le ricariche da 5 e 10 euro corrispondenti al solo traffico telefonico, mentre Tim precisa che la sua Ricarica+ non è sostitutiva delle ricariche tradizionali, che oggi vedono anche tagli da 4, 6 e 12 euro.

Va ricordato, infine, che qualche settimana fa ancora Agcom aveva già condannato Wind Tre e Vodafone al pagamento di una multa da 10 milioni di euro per pratiche commerciali scorrette nella promozione di offerte personalizzate sulla telefonia mobile, in particolare quelle dedicate agli ex clienti (le cosiddette offerte winback).

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