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sabato, Giu 06

Ricky Gervais risponde agli autocomplete di Google a tema Ricky Gervais



Da Wired.it :

Irriverente negli stand-up show (e ai Golden Globe), tormentato e burbero nella serie di successo che lo vede di scena su Netflix. Qui l’attore britannico racconta molto del suo personaggio

Il 2020 è un anno complicato un po’ per tutti, ma per l’attore e comico britannico Ricky Gervais si sta rivelando un’annata professionalmente interessante. Ad aprile, su Netflix – dopo il successo della prima – è arrivata la seconda stagione di After Life, la serie che racconta le vicende di un giornalista che si confronta in maniera piuttosto burbera e faticosa con il dolore per la morte della moglie. E a gennaio, Gervais ha letteralmente seminato il panico alla cerimonia dei Golden Globe, non facendo sconti ai divi in sala. In questa Autocomplete Interview, è lui stesso che scopre ciò che milioni di perfetti sconosciuti vogliono sapere sul suo conto, e quali domande affidano al motore di ricerca di Google sperando di ottenere risposta

Gervais racconta le sue origini: nato a Reading, si è trasferito a Londra  a 19 anni. Un evento che ha fortemente inciso sulla sua voglia di non guidare un’automobile: a Londra i collegamenti funzionano, e la pigrizia e la voglia di bere senza troppi condizionamenti hanno fatto il resto. I googlers vogliono anche sapere perché ha messo a ferro e fuoco la platea dei Globe: un po’ perché lo hanno pagato per farlo, dice, ma anche perché non ha senso blandire 200 persone ricche e privilegiate in sala invece di esaltare i milioni di spettatori che ti guardano da casa. Un certo clima di terrore, racconta Gervais, serpeggiava dietro le quinte tra attori, produttori, tecnici: tutta colpa di Ronan Farrow, insomma.

La serie britannica The Office ha segnato il salto di qualità a livello di fama per Gervais, ma l’attore afferma di essere conosciuto per motivi diversi a seconda delle diverse fasce di pubblico. Ci vorrà un po’ di tempo per rivederlo dal vivo con uno spettacolo live: ma Humanity, il suo stand-up show, è disponibile su Netflix dal 2018.

A un inglese, infine, non si può non chiedere per quale squadra di calcio tifi. L’attore dichiara di seguire solo la nazionale. Anche lui, insomma, come milioni di altri britannici aspetta dal 1966 che il football torni finalmente a casa.

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[Fonte Wired.it]