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domenica, Feb 05

Riconoscimento facciale, gli stadi sono l’ultima frontiera



Da Wired.it :

All’esterno dello stadio è stato steso un tappeto rosso per far dare l’impressione che l’ingresso gestito dal riconoscimento facciale sia un servizio esclusivo e suscitare l’interesse dei tifosi. I dirigenti dell’azienda che possiede le due squadre e il Mercedes-Benz Stadium, Amb Sports and Entertainment, spiegano che l’intenzione è usare il riconoscimento facciale per aumentare l’efficienza operativa all’interno dello stadio, ma solo su base volontaria. Tra le applicazioni al vaglio c’è la verifica dell’età per la vendita di alcolici o per l’acquisto di cibo e merci. Amb sta anche valutando la possibilità di utilizzare le impronte delle mani o i segnali Bluetooth di un’applicazione per smartphone per emettere i biglietti e gestire i pagamenti.

Tuttavia, il Mercedes-Benz Stadium non utilizza il riconoscimento facciale per limitare l’accesso e vietare l’ingresso al singole persone, come invece ha sperimentato la squadra di calcio francese del Fc Metz nel 2020.

L’avvento dell’economia biometrica

Qualsiasi sistema per il controllo degli ingressi può essere usato anche per vietare l’accesso, e l’impiego del riconoscimento facciale per scopi diversi da quelli previsti inizialmente rappresenta un problema sia nei casi in cui la tecnologia è utilizzata da un governo che quando viene applicata da un’entità privata, spiega Albert Fox Cahn, direttore esecutivo dell’organizzazione no-profit Surveillance Technology Oversight Project. Da anni Fox Cahn partecipa ai dibattiti sul riconoscimento facciale a New York, dall’uso da parte della polizia durante le proteste del movimento Black Lives Matter nel 2020 all’installazione dei sistemi negli appartamenti e nelle case popolari.

Fox Cahn immagina che negli stadi possa nascere un’economia biometrica, in grado di alimentare pubblicità personalizzate in stile Minority Report. Ma una volta che un’entità acquisisce la capacità di tracciare quasi qualsiasi persona, la tecnologia può essere utilizzata anche per controllare e monitorare i movimenti, un potere che si presta ad abusi.

“Il riconoscimento facciale sta fornendo ai ricchi potenti strumenti da usare potenzialmente contro tutti noi“, commenta Fox Cahn. Anche in uno stadio che utilizza la tecnologia solo a scopi commerciali, “per ogni database del settore privato è a un’ordinanza dall’essere trasformato in uno strumento di sorveglianza“, aggiunge.

L’uso del riconoscimento facciale in luoghi privati che ospitano decine di migliaia di individui solleva la questione se sia accettabile o meno utilizzare la tecnologia su una folla di persone che non hanno la possibilità di scegliere se accettarlo o meno

Domande simil sono emerse nel caso della ricerca di uno stalker durante un concerto di Taylor Swift del 2018. Nell’agosto 2020, tre giudici di un tribunale d’appello britannico hanno stabilito che la polizia nella regione del Galles meridionale aveva violato la privacy e i diritti umani di un uomo sottoponendolo al riconoscimento facciale senza il suo consenso. In uno stadio a Cardiff, il sistema aveva identificato in modo errato oltre il 90 per cento delle persone durante una partita di Champions League del 2017.

Oltre ai database privati, le foto di circa la metà della popolazione statunitense sono contenute in database che vengono poi utilizzati dalla polizia per le indagini, mentre il database biometrico Hart, sviluppato dal Dipartimento di sicurezza nazionale del paese dovrebbe includere informazioni su oltre 270 milioni di persone. In Europa, invece, il database Prüm gestito dall’Unione europea dovrebbe espandere l’uso del riconoscimento facciale ai luoghi pubblici in tutti i paesi della regione, il tutto mentre servizi commerciali come Clearview Ai e PimEyes raccolgono dati facciali da miliardi di foto online.

Questo articolo è comparso originariamente su Wired US.



[Fonte Wired.it]