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giovedì, Mar 05

Ritirato lo studio che incolpava la distanza Terra-Sole per il cambiamento climatico



Da Wired.it :

La rivista Scientific Reports ritratta un articolo pubblicato nel 2019 che sosteneva che il cambiamento climatico fosse influenzato da variazioni della distanza Terra-Sole. Nello studio sarebbero stati fatti errori cruciali

cambiamento climatico
(immagine: Getty Images)

Errori nei calcoli della meccanica celeste compromettono la validità dei risultati presentati. È questo l’esito del riesame post pubblicazione che la rivista Scientific Reports ha svolto su un suo articolo, dopo le aspre critiche rivolte da buona parte della comunità scientifica, Nasa compresa. Lo studio in questione, realizzato da ricercatori della Northumbria University in collaborazione con la University of Bradford, la University of Hull e il Nasir al-Din al-Tusi Shamakhi Astrophysical Observatory in Azerbaijain, sosteneva che una delle ragioni del riscaldamento globale a cui stiamo assistendo sia l’oscillazione della distanza Terra-Sole.

Ma ricostruiamo la vicenda. Nel giugno 2019 Scientific Reports, una rivista open access del gruppo Nature Research (di cui fa parte anche il più famoso e ambìto Nature), ha pubblicato uno studio dal titolo “Oscillations of the baseline of solar magnetic field and solar irradiance on a millennial timescale” in cui gli autori sostenevano che il cambiamento climatico fosse dovuto più ai cicli solari che all’attività umana.

In particolare gli autori ritenevano che l’aumento della temperatura media globale di 1°C dal periodo preindustriale a oggi fosse frutto del cambiamento della distanza Terra-Sole, che non è fissa in quanto anche il Sole orbita attorno al baricentro della galassia.

L’articolo ha attratto fin da subito le critiche di molti esperti tra climatologi e astrofisici, che contestavano i calcoli orbitali su cui una simile ipotesi era stata formulata.

Già all’epoca Ken Rice dell’università di Edimburgo, per esempio, imputava errori elementari nelle meccaniche celesti. “È noto che il Sole si muove intorno al baricentro del Sistema solare a causa dell’influenza degli altri corpi del sistema solare, principalmente Giove”, affermava. “Questo non significa, come sostiene lo studio, che porti a cambiamenti nella distanza tra il Sole e la Terra”. E aggiungeva: “L’affermazione che vedremo il riscaldamento nei prossimi secoli perché il Sole si avvicinerà alla Terra mentre si muove attorno al baricentro del Sistema solare è semplicemente sbagliata.

Rice e altri colleghi avevano dunque sollecitato la rivista a ritirare l’articolo, la cui pubblicazione è stata definita addirittura imbarazzante.

A seguito delle segnalazioni Scientific Reports ha dunque avviato un ulteriore processo di peer review post pubblicazione, che oggi ha decretato il ritiro dell’articolo da parte del giornale.

Nella nota esplicativa degli editori si legge:

“Le analisi presentate nella sezione intitolata Effetti della Sim sula temperatura negli emisferi terrestri si basano sul presupposto che le orbite della Terra e del Sole attorno al baricentro del Sistema solare non siano correlate, così che la distanza Terra-Sole cambi di una quota paragonabile alla distanza Sole-baricentro. La revisione tra pari post-pubblicazione ha dimostrato che questo assunto non è accurato perché i movimenti della Terra e del Sole sono principalmente dovuti a Giove e agli altri pianeti giganti, che accelerano la Terra e il Sole quasi nella stessa direzione, e quindi generano moti strettamente correlati nella Terra e nel Sole. I calcoli delle effemeridi attuali mostrano che la distanza Terra-Sole varia nel corso di alcuni secoli ma di una quota sostanzialmente inferiore a quella riportata in questo articolo”.

“Di conseguenza”, conclude la nota, gli editori non hanno più fiducia nelle conclusioni presentate.

Decisione ragionevole e soddisfacente, ha commentato a New Scientist Gavin Schmidt del Goddard Institute for Space Studies della Nasa, che si era anch’egli espresso sulla questione alla pubblicazione dello studio.

Non sono d’accordo invece gli autori della ricerca, che reputano le correzioni apportate minori e il ritiro ingiusto.

L’articolo, comunque, è ancora disponibile online (qui) per la consultazione accompagnato appunto dalla nota degli editori.

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[Fonte Wired.it]