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lunedì, Giu 24

Robot, batterie 4.0 e sicurezza: cosa c’è nell’Energy valley di Enel


A Catania uno dei centri di innovazione della compagnia energetica. Startup arruolate per offrire nuove tecnologie e affrontare il cambiamento climatico

Un wifi che funziona solo con la luce e robot che puliscono i pannelli fotovoltaici senza l’acqua. Innovazione, efficienza, predittività sono alcune delle caratteristiche del polo Hub&Lab Enel.

Esattamente un anno fa a Catania apriva le sue porte questo centro di innovazione tecnologica con l’augurio di diventare l’Energy valley italiana. È tempo di bilancio, quindi, e già le previsioni sembrano essere superate: startup locali, nazionali e straniere popolano i laboratori catanesi.

Le aziende testano qui le loro creazioni. Il territorio ne beneficia per la capacità di attrarre nuovi talenti, venture capital e per servizi, finanziamenti, infrastrutture di cui può usufruire. Sono 100mila i metri quadrati a disposizione.

L’Europa tifa per le rinnovabili italiane

È un momento fecondo per Enel, considerando anche il via libera dell’Unione europea a 5,4 miliardi di euro per sviluppare il piano rinnovabili Italia e raggiungere, così, gli obiettivi comunitari.

Non è tutto in discesa, però, come testimonia Ernesto Ciorra, responsabile Innovability Enel: “Abbiamo bisogno di tecnologie che abbassino il costo energetico. Oggi si contano ancora troppe famiglie italiane non in grado di pagare le bollette. Tutti, invece, dobbiamo poter accedere a energia e gas. È fondamentale, per questo, innovare. E l’Italia vanta un felice primato: siamo il primo Paese al mondo che nel 2000 ha digitalizzato tutta la rete energetica. Rimane il fatto che dobbiamo guarire di burocrazia e c’è ancora tanta strada da fare”.

Ernesto Ciorra, responsabile Innnovability Enel

Su Catania Enel punta tutto

Enel, intanto però, non sta ferma e continua a investire. A breve è prevista la riapertura della fabbrica che a Catania negli anni ’80 produceva pannelli solari. “Invece di dire la parola fine a questo pezzo di storia abbiamo deciso di scommettere”, conferma Ciorra.

La città siciliana fa parte della staffetta tra gli hub di Enel in tutto il mondo, presenti in Silicon Valley, Tel Aviv, Madrid, Mosca, Santiago del Cile e altri. Ma la Sicilia rimane la capofila sul tema energia con la sfida costante del cambiamento climatico.

Oggi avere un massiccio ricorso alle tecnologie, come quelle rinnovabili, determina uno scale up, quindi un abbassamento di costi”, dice Ciorra. E paragona, in particolare, le performance del metano con le rinnovabili. E non manca di porre l’accento sulla differente percentuale di inquinamento. “Questa nuova iniezione finanziaria che arriva dall’Europa con destinazione rinnovabili spero equivalga a un servizio al cittadino. Qui abbiamo tecnologie utili e siamo pronti a condividere le innovazioni, nate nell’hub e accessibili a chiunque”.

Innovare significa includere

Smart city non è solo questione di tecnologie, ma di comportamenti. Ciorra racconta che un ragazzo disabile qualche mese fa ha contattato l’hub catanese per chiedere un aiuto. Aveva creato per sé una carrozzina funzionale alle sue esigenze. Con un unico inconveniente: assorbiva molta energia scaricandosi in tempi brevi. “Per noi smart city vuole dire anche che con una semplice presa abbiamo trasformato la ricarica per macchine anche per le carrozzine. Dove? In panchine installate, munite di generatori di energie eolica e solare, dove ristorarsi e ricaricare. Un sistema perfetto anche per cellulari o biciclette elettriche. Includere le persone nella nostra innovazione significa essere smart e innovability», chiude Ciorra.

Il futuro dell’elettrico in batteria

Il settore dell’elettrico che nell’hub prende la forma anche del laboratorio storage su cui Enel sta investendo molto. Qui non si costruiscono batterie, ma si cerca di capire, ad esempio, se l’economia circolare sia applicabile alle batterie delle auto. Una volta terminato il loro normale utilizzo, le batterie possono essere poste in applicazioni stazionarie.

Un primo impianto a Mediglia in Spagna integra un sistema di produzione che funziona per metà con batterie veicolari usate e per metà nuove. Così si potrà capire se l’approccio circolare e sostenibile può diventare prassi comune. Chiaramente il volume degli apparecchi aumenterà con l’aumentare del numero delle macchine elettriche. Il progetto è stato scelto dal World economico forum.

Le startup cresciute nell’hub

L’hub ha visto nascere anche la prima connessione non wifi. La startup italiana To be ha generato la connessione lifi che sfrutta le onde elettromagnetiche: più sicura, non inquina e certo, ancora limitata, perché ha bisogno del contatto con la luce. Ma di notte nessun problema: funziona grazie ai microled abbinati.

Un’altra startup ha trovato una soluzione a un problema non indifferente. Gli impianti nel deserto, che Enel stessa deve manutenere, da oggi possono esser puliti senza l’utilizzo di acqua. Si tratta di Crel che ha prototipato robot per pulire i pannelli fotovoltaici: molto più leggeri, efficienti e veloci. Un’invenzione che si può vedere al lavoro nell’hub sui pannelli fotovoltaici bifacciali 3Sun 2.0, fiore all’occhiello della società.

Le facilitazioni innovative dell’hub

Come l’uso della realtà virtuale, determinante per Enel per il training del personale. O, ancora, la realtà aumentata, utile per accompagnare gli addetti in procedure che richiedono la massima sicurezza, come la disconnessione di un quadro elettrico. Grazie a visore e cuffie l’operatore può supportare da remoto l’addetto sul posto.

Sempre in un’ottica di sicurezza, e anche di tempo e risorse risparmiati, Enel ha avviato un nuovo programma per le ispezioni. In particolare nei luoghi meno accessibili, come le isole, le soluzioni robotiche collaborano all’acquisizione di dati e, tramite immagini, a riportare lo stato di salute degli impianti. Questo è stato possibile perché una startup israeliana Percepto ha sviluppato droni capaci di ispezioni esterne e interne il cui software è stato testato proprio nell’hub Enel. Questo ha significato allenare e istruire il personale a pilotare la strumentazione.

Una startup spagnola, invece, ha ideato robot sottomarini che affiancano o sostituiscono i sub, fino ad oggi l’unico metodo che rispondesse alle esigenze della società. Tecnologie che non solo lavorano anche in acque torbide senza problemi, ma sono capaci di disincagliare oggetti dalle griglie degli impianti.

Il rischio cyber

Sicurezza che determina sempre più Enel al punto da dedicare numerose risorse alla cyber security. “Negli anni la minaccia si è evoluta: basta osservare la Fortinet threat map, dove i missili digitali indicano gli attacchi in tempo reale”, indica Yuri Rassegna, responsabile della cyber security Enel.

E aggiunge: “Ci siamo organizzati in maniera più sistematica: gestiamo la nostra cyber security come un oggetto unico per identificare i rischi di business non delle singole unit. Usiamo molta tecnologia, ma sono i processi che fanno la differenza così come la cooperazione aziendale. Una giornata tipica in Enel è fatta da un miliardo di eventi sulla nostra superficie. Ogni giorno riceviamo due milioni e mezzo di mail infettate. Quotidianamente i nostri portali istituzionali subiscono 300 attacchi. Senza contare  il migliaio di casi di creazione di siti truffa all’anno”. Numeri che indicano quanto possano fare gola una società come Enel e i suoi 70 milioni di clienti nel mondo.

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