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Robot, dati e personalizzazione: la tecnologia ridisegna la sala operatoria ortopedica

by | Nov 27, 2025 | Tecnologia


Con l’arrivo di sistemi digitali, la sala operatoria ortopedica è cambiata più di quanto si percepisca: le tecnologie riducono la variabilità, controllano ogni passaggio e rendono più prevedibili gli esiti e i tempi di recupero. Oggi robotica, sistemi di navigazione avanzati e intelligenza artificiale stanno modificando ulteriormente questo equilibrio, offrendo nuove possibilità di precisione e personalizzazione. Un cambiamento che si è reso evidente anche nei numeri: in Italia si eseguono ogni anno oltre 85mila protesi di ginocchio e circa 7mila interventi robot-assistiti, pari a circa il 10% del totale. Il dato è ancora inferiore alla media europea, ma in crescita costante.

Al 108° Congresso nazionale della Società italiana di ortopedia e traumatologia (Siot), che si è tenuto a Roma a fine ottobre, questa trasformazione è stata uno dei temi più discussi: accanto ai progressi clinici, emerge la consapevolezza che l’innovazione richiede competenze nuove, registri nazionali per monitorare gli esiti e una riduzione della variabilità regionale che oggi penalizza l’accesso alle tecnologie più avanzate.

La chirurgia ortopedica nell’era della precisione

Nicola Ursino

Nicola Ursino

La digitalizzazione consente di lavorare su un modello tridimensionale dell’anatomia del paziente e di costruire un piano chirurgico che può adattarsi in tempo reale alle condizioni rilevate durante l’intervento. L’obiettivo non è sostituire l’occhio clinico, ma potenziarlo con strumenti che restituiscono feedback immediati e permettono interventi meno invasivi. È una trasformazione che riguarda allo stesso tempo la tecnica e la cultura professionale. “L’introduzione della tecnologia permette una precisione e una personalizzazione che prima non erano possibili”, spiega Nicola Ursino, medico responsabile dell’unità operativa di Chirurgia articolare sostitutiva e chirurgia ortopedica (Casco) presso l’Irccs Ospedale Galeazzi-Sant’Ambrogio di Milano. “L’utilizzo dei dati intraoperatori consente di adattare il piano chirurgico senza esami complessi e di monitorare costantemente l’allineamento, riducendo la variabilità e migliorando in modo significativo i risultati per il paziente”.

La possibilità di simulare l’intervento con diversi scenari, di prevedere l’impatto di ogni scelta e di ridurre i margini di errore contribuisce anche a diminuire il rischio di dover rivedere le protesi, un tema cruciale considerando che gli interventi in Italia sono destinati a crescere del 45% entro il 2050. È anche per questo che si sta investendo sempre di più nella standardizzazione dei percorsi formativi e nella certificazione delle competenze, con la consapevolezza che la tecnologia da sola non basta senza professionisti in grado di interpretarla.

Robot e chirurghi: collaborare per ridurre gli errori

Nicolas Reboud

Nicolas Reboud

Nella sala operatoria di nuova generazione il robot non è un sostituto, ma un dispositivo che estende capacità e controllo del chirurgo. La sua funzione è garantire coerenza e ripetibilità, soprattutto nelle fasi più delicate dell’intervento, dove anche un lieve scostamento può influenzare la durata della protesi e la qualità del recupero. “L’innovazione tecnologica sta cambiando il volto della chirurgia ortopedica grazie alla capacità di mappare digitalmente l’articolazione, simulare diverse opzioni e scegliere quella che offre il migliore equilibrio tra funzionalità e conservazione dei tessuti”, spiega Nicolas Reboud, responsabile della divisione italiana di DePuy Synthes (la linea di business ortopedica che sta nascendo come realtà autonoma da Johnson & Johnson MedTech). “Queste soluzioni non sostituiscono il chirurgo, ma ne potenziano il lavoro, perché nascono dalla co-progettazione con chi opera ogni giorno e trasformano lo strumento in un partner che migliora il controllo, riduce l’invasività e supporta decisioni più predicibili”.



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Scritto da Flavio Perrone, consulente informatico e appassionato di tecnologia e lifestyle. Con una carriera che abbraccia più di tre decenni, Flavio offre una prospettiva unica e informata su come la tecnologia può migliorare la nostra vita quotidiana.

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