L’U.S. Patent and Trademark Office (USPTO), ovvero l’ufficio brevetti statunitense, ha rifiutato la richiesta di Tesla di registrare il marchio Robotaxi riferito alle vetture elettriche a guida autonoma per il trasporto passeggeri. La motivazione è emblematica: si tratta di un nome troppo generico, mettendo un bel bastone tra le ruote della campagna di marketing promossa in prima linea proprio dal patron Elon Musk. Non solo, ci si è riferiti all’auto come Cybercab in svariate occasioni (compresa la presentazione), ma anche questa registrazione di marchio è attualmente sospesa.
L’USPTO ha spiegato come Robotaxi sia un termine “puramente descrittivo” di questa tipologia di mezzo deputato al trasporto passeggeri e con guida autonoma, tanto da essere ormai entrato nel lessico comune (anche in italiano). Quindi, risulta difficilmente accettabile assicurare a un’unica azienda i diritti commerciali a utilizzare la parola come un marchio di proprietà. Ci sono esempi concreti: diverse società che hanno lavorato su questa tipologia di vetture come Zoox di Amazon oppure Waymo hanno utilizzato la parola robotaxi a scopo descrittivo. Durante l’evento di presentazione ufficiale del progetto, Elon Musk aveva parlato di due tipi di robotaxi come Robovan (una navetta) e Cybercab (berlina compatta) e anche la registrazione di quest’ultimo marchio è attualmente bloccata da parte della USPTO. In caso di secondo rifiuto, Tesla potrà comunque presentare ricorso e ritentare, ma non sembra ci siano grossi margini di trattativa visto che le argomentazioni sono solide da parte dell’ufficio brevetti.
La nomenclatura di Tesla
Tesla ha scelto una nomenclatura non eccessivamente coerente per le proprie linee. Dopo la Roadster si è infatti tentato e fallito di comporre la parola “sexy” con i vari Model S, 3, X e Y. Non è stato possibile registrare una Tesla Model E, dato che tale proprietà appartiene ormai da molto tempo a Ford. Il colossale pickup è stato chiamato Cybertruck, mentre il camion elettrico è noto come Semi.