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venerdì, Gen 24

Salinger a 10 anni dalla morte l’autore è ancora un enigma: letterario e umano


In vita, dopo il successo de Il giovane Holden, pubblicò solo tre libri, ma continuò a scrivere e difatti il figlio ha confessato che sta lavorando ai suoi inediti da pubblicare postumi. Ma il Salinger da riscoprire è un altro

Dieci anni fa moriva un autore di culto controverso come lo è, in genere, ogni autore di culto. Parliamo di Jerome David Salinger, firma di un capolavoro che ha segnato più di una generazione, il romanzo Il giovane Holden. Un libretto smilzo, nemmeno 200 pagine, che valse al suo autore una celebrità senza precedenti, assurgendolo a ruolo di classico già da vivo (il libro venne adottato dalle scuole superiori americane) e vendendo dall’anno della pubblicazione – 1951 – ben 60 milioni di copie.

Perché Salinger è controverso?
Per varie ragioni. Il suo lavoro letterario – oltre al già citato romanzo, una raccolta di racconti (Nove racconti) e due libri su una famiglia immaginaria di New York traumatizzata dal suicidio del figlio di maggior talento, Seymour Glass (Franny e Zooey e Alzate l’architrave carpentieri – Seymour. Un’introduzione) – vale davvero tutte le attenzioni che ha meritato? Nella biografia Salinger di Shane Salerno, si scopre che non sono pochi i detrattori illustri: Norman Mailer, Gore Vidal, Mary McCarthy… Alcuni, bisogna dirlo, furono mossi più dall’invidia che da un’analisi oggettiva dell’autore nel criticarlo. Rimane legittima una domanda: se non avesse scritto Il giovane Holden saremmo qui a parlare di Salinger come dell’autore della famiglia Glass? Personalmente ho qualche dubbio.

Altro punto controverso è il desiderio di Salinger di rimanere lontano dalla vita pubblica, isolandosi nella sua casa sui boschi del New Hampshire e smettendo di pubblicare a partire dall’anno 1965: voleva davvero scomparire agli occhi del mondo oppure il desiderio di fuga, impossibile per un autore il cui unico romanzo vendeva 250mila copie l’anno, era in realtà un modo per tenere gli occhi di quello stesso mondo su di sé? Il fatto che avesse smesso di scrivere che motivazioni aveva? Davvero l’autore come aveva dichiarato in una rarissima intervista, intendeva scrivere solo per sé stesso oppure non aveva più niente da scrivere per gli altri?

Infine, che genere di uomo era Salinger? Secondo la figlia che pubblicò un impietoso memoir, il cantore del disagio adolescenziale fu un padre e un marito tiranno, a tal punto che la ex moglie meditò il suicidio suo e l’omicidio dei figli, e poi fuggì a New York. Dello stesso avviso è un’altra donna, Joyce Maynard che a 18 anni ebbe una relazione di un anno con Salinger allora 52enne, e di cui diede conto e alle stampe, anni e anni dopo. Il figlio la pensa diversamente. Ultimamente ha rilasciato delle interviste dove lo ricorda padre amorevole e attento. Di sicuro i rapporti con lui si fondavano sulla fiducia visto che Salinger gli ha assegnato l’incarico di sistemare le sue opere inedite. Già, la bomba è stata sganciata da Matthew Salinger a inizio 2019: è vero che suo padre continuò a scrivere ogni giorno anche dopo aver smesso di pubblicare, ed è vero che ha lasciato disposizione che i suoi scritti siano pubblicati dopo la sua morte. Alla domanda “quanto dovremo aspettare per leggerli?” il figlio ha stimato non meno di tre anni e non più di dieci.

Volete un parere personale? Il talento di Salinger è del tipo precoce. L’autore scrisse un romanzo profondo e intimo in cui diede tutto se stesso, Il giovane Holden, per l’appunto. Aveva solo 32 anni anni. Quel che seguì furono prove letterarie non scadenti, ma sempre meno convincenti. L’ultimo racconto lungo pubblicato nel 1965 sul New Yorker, Hapworth 16, 1924, che negli anni Ottanta Salinger fu tentato di riportare in libreria, è quasi irritante per come si presenta ampolloso nella scrittura e pretenzioso nel delineare la figura di Seymour Glass, già genio all’età sette anni, mentre si barcamena tra Proust e e Balzac.

Per questo motivo, a dieci anni dalla morte, Salinger va celebrato per Il giovane Holden, e se proprio vogliamo approfondire il suo lavoro e conoscerlo meglio, anziché attendere trepidanti i lavori postumi (che potrebbero essere una delusione) dovremmo convincere il figlio a rispolverare i racconti di gioventù, anteriori il romanzo, nei quali la voce di Salinger era magari sì acerba, ma vibrante e piena di promesse. Sto parlando di opere apparse negli anni Quaranta su magazine come Esquire, racconti che sono circolati clandestinamente in rete come The Ocean Full of Bawling Balls o The Inverted Forest, quest’ultimo quasi un romanzo breve sull’amore impossibile tra un poeta e una ricca ragazza di Manhattan. Una storia raccontata da un autore ambizioso ancora mescolato alla vita e alla gente e non trasfigurato nel mito di se stesso e che aveva scelto l’esilio dei boschi.

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