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giovedì, Apr 16

Salvini difende il modello Lombardia perché da qui dipende la sopravvivenza nazionale della Lega



Da Wired.it :

Dopo aver passato diverse settimane a non parlare dei disastri lombardi nella gestione della pandemia, oggi Salvini è tornato a occuparsi della regione. Ma in una nuova chiave, quella a base di attacchi alla magistratura e prospettive di apertura, per provare a correggere la narrazione negative sulla giunta locale

(foto: VASILY MAXIMOV/AFP/Getty Images)

Se c’è un aspetto che fino a oggi ha contraddistinto l’approccio salviniano al disastro sanitario della Lombardia a guida leghista, quello è il silenzio. Mentre i carri militari colmi di persone decedute per Covid-19 solcavano le strade regionali, mentre le bare facevano la spola tra le case di riposo per anziani, mentre la curva dei contagi locali smentiva le notizie di miglioramento dell’emergenza che venivano dal resto , il leader del Carroccio ha usato quella tecnica di comunicazione che già in altre situazioni difficili sembrava aver pagato. Non comunicare. È stato così con la storia dei 49 milioni di euro sottratti allo stato, è stato così per l’affaire Moscopoli, è stato così con l’indagine per sequestro di persone migranti una volta salvato dall’immunità parlamentare. Quando Salvini, o il suo partito, sono in difficoltà, tendenzialmente non comunicano il tema al centro di questa difficoltà, virando l’attenzione popolare su altre questioni. E allora in queste settimane via alle polemiche sul Mes, o sulle poche centinaia di migranti sbarcati sulle coste, o sul virus creato nel 2015 nei laboratori cinesi.

Si arriva a un punto, però, in cui l’omertà non paga più. E quel momento lo stiamo vivendo oggi, quando i danni del modello Lombardia sono talmente evidenti in Italia e nel mondo che non parlarne non è una scelta sostenibile. Delle regione ormai si discute, anche tanto. Si sprecano i reportage italiani e stranieri che snocciolano tutti gli errori fatti. Si ripetono le dichiarazioni di sindaci e comitati scientifici che smentiscono gli annunci con cui la regione ha cercato di mettere delle pezze verbali alle sue mancanze materiali. Si muove perfino la magistratura, che negli ultimi giorni ha eseguito perquisizioni al Pirellone riguardo alla strage delle case di riposo – dal ministero hanno confermato la violazione di diversi protocolli. Dal momento che non stiamo parlando di un angolo nascosto del paese, ma della locomotiva politica della Lega, girare il volto dall’altra parte per sgonfiare la malanarrazione lombarda non funziona più. E allora ecco che nelle ultime ore si è scelta una direzione opposta, quella della contronarrazione.

La giunta leghista che fino a ieri non voleva neanche aprire le librerie, oggi chiede al governo di poter ripartire con tutte le attività tra poco più di due settimane. Un messaggio di speranza, positivo, la sensazione che si abbia tutto sotto controllo e che sia arrivato il momento di tornare alla normalità. E che la Lombardia, il modello Lombardia, possa fare da guida nazionale in questo senso. Dicono che dietro questa inversione a U ci sia Matteo Salvini. E non ci sarebbe da stupirsi. L’unico modo per salvare la baracca, a questo punto, è far finta che le cose vadano bene, smentire appunto con la contronarrazione positiva la reale narrazione negativa. E in effetti, mentre la regione in poche ore passava da “i dati preoccupano” a “siamo pronti per ripartire”, il leader del Carroccio se la prendeva con la magistratura. E non per l’ennesimo invito a comparire davanti ai tribunali o per l’assoluzione della comandante della ong di turno, ma per il semplice fatto di aver indagato sulla questione delle case di riposo lombarde. “”Possiamo aspettare la fine dell’epidemia prima di mandare gli ispettori in corsia?”, ha chiosato, aggiungendo di essere pronto, da papà, a mandare i suoi figli milanesi a scuola. Tutto questo segue l’attacco a Roberto Saviano, accusato di essere “senza vergogna” per aver criticato il modello lombardo su Le Monde, più o meno lo stesso che aveva fatto Salvini qualche settimana fa su El Pais riguardo però al modello Italia.

Dopo settimane di silenzio in cui il leader del Carroccio è stato impegnato dietro la quinte a girare i riflettori su altri problemi nazionali o presunti tali, ormai quei riflettori sono diventati troppo pesanti da spostare e Salvini si è ritrovato costretto a cambiare modus operandi, a tornare a parlare di Lombardia. Lo sta facendo con il suo solito jingle a base di attacchi alla magistratura, critiche ai simboli dei buonisti ed esaltazione non corroborata dai dati della leggenda del buongoverno leghista

Difendere il binomio Fontana-Gallera è oggi un suicidio politico. Ma Salvini deve aver capito che non occuparsene lo è altrettanto, perché la Lombardia è troppo importante nella sopravvivenza elettorale leghista nazionale. Quel che si può fare, allora, è accendere una nuova luce sulla regione, raccontarla in una nuova chiave luminosa. Che poi la realtà locale sia un’altra, buia e macabra, poca importa.

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[Fonte Wired.it]