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da Hardware Upgrade :

Si tenuto nei giorni scorsi il primo developer day di OpenAI,
la societ autrice di ChatGPT, il celebre (o famigerato!) chatbot
basato sull’intelligenza artificiale generativa. L’evento coincide quasi
con il primo anniversario del debutto pubblico del chatbot, che stato
reso accessibile lo scorso 30 novembre.

Il DevDay, cos battezzato da OpenAI, stato teatro di diverse
novit, con gli annunci legati a GPT-4 Turbo, le personalizzazioni
possibili grazie a GTS e Copyright Shield per la protezione del
diritto d’autore. Di queste novit, e non solo, vi abbiamo gi parlato
nella notizia “OpenAI
annuncia GPT-4 Turbo, GPTs e molto altro: ecco tutti gli annunci al
DevDay
“.

Si tratta di novit che secondo lo stesso CEO di OpenAI, Sam Altman,
sono addirittura “di poco conto” se comparato a ci su cui la societ sta
lavorando in questo momento e che verr reso disponibile in futuro, ma su
cui ovviamente non stato diffuso alcun indizio.




“Speriamo che tornerete l’anno prossimo. Quello che stiamo lanciando oggi
sembrer piuttosto antiquato rispetto a quello che stiamo creando
ora per voi” ha affermato Altman rivolgendosi al pubblico con un piglio
decisamente ottimista. Una dichiarazione particolarmente ambiziosa, anche
a fronte della velocit con cui le novit riguardo alle intelligenze
artificiali generative si sono susseguite nel corso dell’ultimo anno.

Le IA generative si sono rivelate essere strumenti particolarmente
potenti, e accolte dal pubblico in maniera controversa. Artisti e
creativi hanno opinioni diametralmente opposte, i settori professionali
osservano da un lato con entusiasmo, dall’altro con paura, mentre la
societ in senso pi ampio ha potuto sperimentare sia gli aspetti
divertenti, sia quelli pi pericolosi come i deepfake.

Un dualismo che riconosciuto anche da OpenAI stessa, come ha affermato
le scorse settimane quando ha annunciato
la creazione di un nuovo team dedicato ad affrontare gli eventuali
“rischi catastrofici”
che possono derivare da sviluppi incontrollati
delle AI: “Riteniamo che i modelli di intelligenza artificiale, che
supereranno le capacit attualmente presenti nei modelli esistenti pi
avanzati, abbiano il potenziale per apportare benefici a tutta l’umanit.
Ma comportano anche rischi sempre pi gravi. Dobbiamo assicurarci di
disporre della comprensione e delle infrastrutture necessarie per la
sicurezza dei sistemi di intelligenza artificiale altamente capaci”.

Ma al di l dei giustificabili timori, quale potrebbe essere il lavoro
che sta portando avanti OpenAI attualmente? Sebbene durante il keynote
d’apertura del DevDay Altman non abbia dato indicazioni, qualche indizio
pu essere ritrovato osservando cos’ accaduto nel recente passato e anche
in un’intervista con Ina Fried di Axios sempre nel contesto del DevDay.

Nell’intervista con Ina Fried, Altman ha dichiarato: “Credo che ogni
volta che arriva una nuova tecnologia di questa portata, ci dovrebbe
essere anche un nuovo incredibile dispositivo di computing.
Per noi
chiaro che alle persone piace la voce come mezzo per interagire con
questa tecnologia, e pensando alla magia che l’AI pu fare in futuro, una
cosa di cui sono sicuro che la voce sar una grande parte dei modi in
cui le persone useranno l’AI”.




Del resto nei mesi scorsi OpenAI ha introdotto le interazioni vocali
all’interno delle app mobile di ChatGPT e proprio nel corso della giornata
di ieri la
startup Humane ha annunciato l’arrivo di AI Pin
, un dispositivo
indossabile privo di schermo, con cui interagire tramite comandi vocali e
gestuali. A supportare AI Pin c’ proprio la tecnologia GPT-4 di OpenAI,
oltre alle capacit cloud di Microsoft (partner e investitore, tra
l’altro, in OpenAI). Non solo: Microsoft e Sam Altman sono investitori in
Humane, a conferma di come il mix tra tecnologie IA e vocali rappresenti
un tema particolarmente caldo.

Tutto ci manifesta la volont di OpenAI dirigersi verso una semplificazione
dell’accessibilit all’AI
, non solo per gli addetti ai lavori ma
anche per l’utente comune (in tal senso va letta, ad esempio, la
disponibilit di strumenti come GTS per realizzare soluzioni
personalizzate senza la necessit di conoscere codice). E inevitabilmente
l’interazione vocale, specie per l’utente comune, rappresenta una grande
semplificazione nel modo in cui si possono utilizzare determinate
tecnologie nonch il primo approccio pi facilmente percorribile per la
realizzazione di un “nuovo incredibile dispositivo di computing”, per
usare le parole di Altman.

Possiamo quindi immaginare un futuro in cui l’interazione con l’IA
sar prevalentemente vocale
, in cui potremo parlare e chiedere (o
ordinare, se prediligiamo un piglio autoritario) allo strumento di turno
di fare qualcosa per noi, che sia la scrittura di un testo, la
programmazione di un’app, la realizzazione di un disegno o magari la
composizione di un brano musicale a partire da un motivetto che stiamo
fischiettando.

Vogliamo fare un ulteriore azzardo? Ad oggi le IA generative hanno
mostrato la capacit di scrivere, disegnare, comporre musica, modificare
fotografie e video. Un filone su cui attualmente la ricerca sta lavorando
ma di cui ancora poco si visto nel concreto quello dell’abbinamento
tra intelligenza artificiale e stampa 3D
, parlando in questo caso
proprio di “progettazione generativa”. Semplificando e sintetizzando, si
pu chiedere ad un’IA di realizzare un oggetto con determinate
caratteristiche, descrivendolo e precisando che genere di resistenza,
durevolezza, flessibilit e quant’altro debba avere.

L’intelligenza artificiale si occuper in questo modo di elaborare il
progetto da mandare in stampa, senza che un operatore debba concretamente
disegnare la struttura e capire dove e come operare eventuali modifiche.
Si tratterebbe – stiamo parlando sempre in forma ipotetica e potenziale -
di un modo per creare progetti ottimizzati ed accurati, con i conseguenti
vantaggi funzionali, economici e di sostenibilit, lasciando che sia l’IA
a progettare seguendo le nostre indicazioni. Abbiamo azzardato, ma dopo
tutto anche una stampante 3D basata su AI pu essere a pieno
titolo qualcosa capace di far sembrare “antiquato” ci che vediamo oggi, e
anche un “nuovo incredibile dispositivo di computing”, no? Incredibile e,
forse, spaventoso.

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