Seleziona una pagina
sabato, Feb 15

San Valentino, 5 serie anticonvenzionali sull’amore



Da Wired :

Il 14 febbraio non è ancora finito e c’è chi è già stanco di trame zuccherose e cliché da romcom. Qui qualche titolo alternativo: da The End of the F***ing World ad After Life

E puntuale è arrivato anche San Valentino: cuori rossi, cene romantiche, mazzi di fiori e trigliceridi alle stelle. L’estetica e la narrativa del romanticismo ci hanno abituato a un immaginario ben preciso, che ai più pragmatici potrebbe andare un po’ stretto. Ciò vale anche sul piccolo e grande schermo: ondate di romcomserie  zuccherose hanno dipinto per decenni la passione come una delle ragioni intoccabili della nostra vita. E anche se è in parte vero, come non chiedersi se è possibile raccontare questi sentimenti senza cadere nei cliché più melliflui? Ecco, allora, una rassegna di serie da vedere in streaming, che sul tema vanno decisamente controcorrente:

1. The End of the F***ing World

È possibile amarsi e detestarsi allo stesso momento? O meglio: è possibile trovare l’amore quando si odia tutto il resto del mondo e in fondo anche se stessi? È la premessa, non tanto semplice, che accompagna la graphic novel di Charles Forsman divenuta poi questa irriverente serie Netflix, giunta alla sua seconda stagione. James (Alex Lawther), un 17enne orfano di madre che si convince di essere uno psicopatico con manie omicide, e Alyssa (Jessica Barden), una giovane ribelle che vuole fuggire dall’oppressione del suo contesto familiare, iniziano un viaggio on the road che sarà pieno di turbamenti e di decisioni autodistruttive. Ma in mezzo a tante pulsioni schizofreniche, i due capiranno che aggrapparsi l’una all’altro sarà l’unica soluzione per sopravvivere (forse). Niente smancerie, tanta ironia feroce e il racconto di un amore adolescenziale ben lontano dagli stereotipi.

2. Sex Education

A proposito di storie teen lontane dagli stereotipi, è abbastanza inusuale consigliare una serie d’amore che il sesso nel titolo. Eppure Sex Education è veramente una meraviglia, perché mostra come un approccio completamente non pruriginoso alla sfera erotica può raccontare i sentimenti più di qualsiasi altra favola zuccherosa. Lo sa bene Otis (Asa Butterfield), ragazzo che, anche per via della madre sessuologa (Gillian Anderson), è estremamente impacciato con i suoi coetanei e soprattutto nella propria vita sessuale. Tutto cambia quando con la ribelle Maeve (Emma Mackey) decide di offrire lui stesso una terapia sessuale ai propri compagni di scuola, scoprendo un mondo di piccole e grandi frustrazioni, ma anche di bellissima umanità, prima insospettabile. I due scopriranno anche un’attrazione reciproca inestinguibile, però ammetterla si rivelerà più difficile di qualsiasi altro blocco erotico.

3. Love

Gli opposti si attraggono, almeno nelle serie tv: è il caso anche di Love, tre stagioni create da Judd Appatow (40 anni vergine, Freaks and Geeks). Vede protagonisti Gus (Paul Rust), un ragazzo senza molte pretese, forse addirittura un po’ sfigatino, che si trasferisce in un nuovo appartamento dopo la fine di una relazione per lui importante; s’imbatte dunque in Mickey (Gillian Jacobs), ragazza dallo spirito libero che fatica a trovare una direzione soddisfacente nella vita. I due si incontrano e si scontrano in quella è che la negazione di ogni commedia romantica: il realismo e gli alti e bassi qui sono talmente coinvolgenti che è difficile intravedere qualcosa di patinato o artefatto, al di là del fortuito e forse forzato incontro. Bilanciando il punto di vista maschile e femminile sulla storia, Love è anche una spassionata disamina di che cosa significa essere innamorati, e quindi concentrati quasi esclusivamente su sé e sull’altro, in un mondo centrifugo che ribadisce al contempo sia quanto siamo individualisti sia quanto non possiamo fare a meno di tantissime altre persone. Sull’amore, insomma, questa serie pone più domande di quanto non dia risposte.

4. After Life

A San Valentino si può parlare d’amore attraverso la morte? Magari, anche facendo sorridere? Si può, se ci si chiama Ricky Gervais. L’irriverente e controverso comico inglese, già creatore di The Office e presentatore dei Golden Globes in mezzo alle polemiche, riesce qui a condensare le questioni cruciali della vita: tutto parte dal protagonista Tony che perde l’amata moglie Lisa, malata di cancro al seno. La morte di lei lo getta in uno sconforto senza fine e inasprisce il suo sarcasmo acido, tanto più che rinuncia a ogni orpello sociale, considerato inutile di fronte alle tragedie epocali dell’esistenza. Nonostante ciò, Tony troverà intorno a sé un mondo fatto di piccoli gesti e piccole presenze che riusciranno in qualche modo a raddrizzare le sue storture più respingenti. Con grazia, ma anche senza indorare la pillola, Gervais dipinge un affresco umano di rara intensità, rappresentando l’amore sia come la causa delle sofferenze più grandi sia come la nostra speranza ultima. La seconda stagione arriverà su Netflix ad aprile.

5. Please Like Me

L’amore? Non è semplice da trovare, soprattutto se dentro di noi mancano equilibrio e fiducia. Come succede al giovane Josh, interpretato dall’attore australiano Josh Thomas, che è anche autore di questa piccola perla intitolata Please Like Me. Il protagonista scopre la propria omosessualità mentre deve fare i conti col ricovero della madre per un tentato suicidio: intanto, tutte le relazioni attorno a lui sembrano implodere e Josh deve navigare a vista in un mondo di sentimenti e di pratiche che non riconosce come familiari, ma da cui è irrimediabilmente attratto. Nonostante la difficoltà della situazione, tutto in queste quattro stagioni è raccontato con un umorismo irresistibile e il cuore della serie è proprio raccontare l’amore omosessuale (ma non solo) fuori da ogni caricatura pittoresca o stereotipica, soprattutto creando un’intimità realistica e fuori scala rispetto alle solite aspettative romantiche o sessuali. In queste settimane negli Stati Uniti ha fatto il suo debutto Everything’s Gonna Be Okay, la nuova serie creata da Thomas.

Potrebbe interessarti anche





[Fonte Wired.it]