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lunedì, Feb 14

San Valentino, come difendersi dalle truffe online



Da Wired.it :

All’inizio dell’avvincente documentario su Netflix, Il truffatore di Tinder (della regista Felicity Morris), una delle vittime del protagonista, Cecile, avvisa: “Uno swipe può cambiarti la vita per sempre”. E chiunque abbia mai utilizzato un’app di dating sa, nel bene e nel male, che Cecile ha ragione. Tinder, Bumble e simili hanno cambiato profondamente il modo in cui conosciamo nuove persone, soprattutto negli ultimi due anni di pandemia. Per citare alcuni dati: a marzo 2020 Tinder ha raggiunto i 3 miliardi di swipe giornalieri e a febbraio 2021 le interazioni erano aumentate del 20% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente (dati Tinder). Da marzo a maggio 2020 gli incontri su OkCupid sono aumentati del 700% e le videocall su Bumble del 70% (dati Fortune). 

Ma più interazioni vogliono dire anche più occasioni di truffa per i cyber criminali. La consapevolezza di questi reati è l’unica arma che abbiamo a disposizione per difenderci, soprattutto a ridosso di San Valentino, quando più utenti possono essere tentati di cercare un potenziale partner. 

Scamming, doxing e non solo: le principali truffe online a prova di Cupido

Secondo un report di Kaspersky, che ha coinvolto 18mila persone in 27 nazioni (tra cui l’Italia), uno dei reati che più si intensificano a ridosso del 14 febbraio è lo scamming, ovvero la classica mail (più o meno romantica) in cui il truffatore finge di essere una donna alla ricerca di un partner. Il testo contiene un link diretto a una pagina di phishing che imita un sito web di incontri e chiede alla vittima di completare un form indicando le proprie preferenze. Al termine, l’utente viene invitato a inserire i propri dati bancari. Inutile dire che alla fine la vittima perde dati e soldi. Secondo Kaspersky il 65% degli utilizzatori di app di dating ha paura di subire scamming, mentre il 15% è già stato “scammato” (cioè ne è stato vittima).

Ma come fanno i truffatori a risalire agli indirizzi email degli iscritti delle app di incontri? È molto più semplice di quanto si pensi, e ad essere visibili sono anche dati davvero sensibili come nome e cognome, indirizzi di residenza e di lavoro, numeri di telefono e situazione finanziaria, per citarne alcuni. Anche le credenziali di login possono essere rubate, soprattutto tramite quelle app che permettono di accedere all’account inserendo la password in chiaro. Il reato di doxing (o doxxing), che ha colpito il 14% degli user italiani (e il 16% a livello mondiale), consiste proprio nel cercare e divulgare online queste informazioni, senza il consenso della vittima, per scopi malevoli. 



[Fonte Wired.it]