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sabato, Nov 07

Saranno leader: le attiviste under 20 su cui scommettiamo



Da Wired.it :

Le ragazze salveranno il mondo. Non è solo il titolo di un bel libro di Annalisa Corrado, ingegnere meccanico e ambientalista, uscito l’estate scorsa. È anche una certezza: perché le giovanissime si stanno dando parecchio da fare in questo senso. Qui i profili delle più promettenti nel mondo

C’è chi le chiama change-maker, chi le amiche di Greta Thunberg, e chi, ancora, semplicemente attiviste. Loro non badano troppo alle definizioni, quanto piuttosto a lottare per le cause in cui credono. L’ambiente, certo, ma non solo: il diritto all’istruzione, per esempio, e a essere rappresentate con adeguati modelli editoriali; il dovere di fermare le stragi nelle scuole e di combattere il fenomeno della spose-bambine. Lo fanno nel modo migliore, con il cuore giovane, la testa matura, la timidezza mista alla grinta dell’età e magari i social come alleati. Infatti molte under 20 hanno già preso velocità e arriveranno lontano. Prima di quanto si pensi. Qui i profili da seguire oggi perché saranno le protagoniste mondiali del domani. 

Marley Dias 

(Foto: Elsa/Getty Images)

Non è necessario nascere ribelli per fare la rivoluzione. Marley Dias è una quindicenne del New Jersey molto giudiziosa. Lo è anche a 10 anni, quando lancia la campagna #1000BlackGirlBooks per protestare – a mezzo hashtag s’intende – contro i modelli editoriali che propinano unicamente ragazzini bianchi e cani, e per raccogliere in tutto il mondo libri che avessero per protagoniste adolescenti black . L’iniziativa diventa virale e i titoli riuniti sono più di 1200. Nel frattempo, Marley viene invitata alla Casa Bianca, allo United State of Women Summit accanto a Michelle Obama e Oprah Winfrey, agli Inbound Bold Talks di Boston; pubblica il volume Marley Dias Gets It Done: And So Can You! (Scholastic Press) e Forbes la inserisce tra gli under 30 più brillanti e promettenti. Del resto, la ragazzina ci sa fare: guardate sul suo profilo Ig i comizi che tiene fuori dalle scuole. Le sue prossime battaglie: la de-stigmatizzazione della salute mentale, una maggiore chiarezza nelle politiche per l’infanzia e contro le armi da fuoco.
>>> Per seguirla su Instagram: @iammarleydias, su Twitter: @iammarleydias

Naomi Wadler 

(Foto: JIM WATSON/AFP via Getty Images)

Sulla carta d’identità: Naomi Wadler, afroamericana, classe 2006. Sui social: attivista con un chiodo fisso, ovvero cambiare la narrazione delle giovani di colore, perché lei stessa è cresciuta sentendosi dire che “è meno degli altri, che non è niente di più dello stereotipo della ragazza black, arrabbiata e irrispettosa”. Il primo passo: una protesta nella sua scuola elementare per onorare le vittime della sparatoria nel liceo Marjory Stoneman Douglas a Parkland, Florida. Il secondo passo: un discorso potente in occasione della marcia Our Lives 2018 per la revisione della legge sulle armi organizzata a Washington, che viene condiviso persino dalla candidata alla vicepresidenza di Joe Biden Kamala Harris (ma merita anche quello che Naomi tiene all’inizio del 2020 a Davos, al Forum economico mondiale). A seguire, inevitabilmente, una celebrità virale, un invito a partecipare al The Ellen DeGeneres Show, la copertina del numero Women and Power del New York insieme a Barbra Streisand. E pensare che all’inizio del 2018 la vita di questa ragazzina era un mix di lezioni di tennis, recital di pianoforte, pigiama party e un sogno: unirsi all’esercito israeliano, come la star di Wonder Woman Gal Gadot.
Per seguirla su Instagram: @naomiwadler, su Twitter: @NaomiWadler

Ayakha Malithafa

(Foto: Wikipedia)

Le giovanissime che, sull’esempio di Greta Thunberg, si battono per salvare il nostro pianeta alla fine sono parecchie. Tra loro ci ha colpito Ayakha Malithafa. Perché ha un obiettivo ben preciso: velocizzare la “transizione energetica” nel continente africano, il suo. Lei, infatti, è di Eerste River, periferia di Città del Capo. “Qui viviamo come si vivrà ovunque quando la crisi climatica colpirà”, ha raccontato a Lifegate. In particolare, lunghi periodi di siccità, stress idrico, assenza di acqua potabile in casa e conseguente necessità di razionare quella che si riesce a recuperare. Maggiorenne, studentessa al Centre of Science and Technology di Khayelitsha, ha cofondato – insieme a Ruby Sampson – il movimento African Climate Alliance, con l’obiettivo di unificare tutti i piccoli gruppi di attivisti per chiedere a gran voce di cessare l’uso di combustibili fossili, di petrolio e di gas. Nel 2019, con altri 15 ragazzi di ogni parte del mondo, è arrivata fino al Comitato delle Nazioni Unite sui diritti del bambino per presentare una petizione contro cinque delle principali potenze economiche mondiali responsabili dell’inerzia nella gestione della crisi climatica. Perché Ayakha è davvero tosta e ricca di buoni propositi. Ma non chiedetele di saltare la scuola, vi risponderà che non è etico: “I nostri genitori hanno fatto grossi sacrifici per garantirci un’istruzione”.
>>> Non cercatela su Instagram e nemmeno su Twitter: al momento non è presente.  

Natasha Wang Mwansa 

(Foto: profilo Twitter di Natasha Wang Mwansa, @TashaWangMwansa)

I suoi modelli sono Malala Yousafzai, la più giovane vincitrice del Premio Nobel per la pace, e l’ex first lady Michelle Obama. Il suo curriculum è più lungo di quello di un manager: Natasha Wang Mwansa dallo Zambia non ha ancora compiuto 20 anni ed è già tante cose. Giusto per citare qualche job title, a cui lei però non bada troppo: baby-reporter (condividendo informazioni e denunciando le pratiche che vuole fermare); difensore dei diritti dei bambini e delle donne e attivista presso l’associazione Media Network on Child Rights and Development; Social Accountability Monitor presso il Servizio di diffusione dell’HIV e dell’AIDS in Africa meridionale; rappresentante dei giovani per il Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione; membro del Comitato consultivo per i giovani della Commissione dell’Unione africana; WomenDeliver Young Leader 2018. In concreto, Natasha si spende parecchio per i suoi coetanei, per sostenere la loro salute e combattere il fenomeno delle spose-bambine. Ogni volta che può picchia duro anche sul ruolo dei media, come è accaduto all’ultimo World Economic Forum di Davos, dove è stata invitata dal fondatore Klaus Schwab per parlare ai potenti della Terra: “Spesso i media smettono dopo poco di interessarsi a un determinato problema. E poi ne parlano in modo troppo negativo: a volte la situazione non è così grave come sembra, ma poiché viene descritta in maniera esagerata, sembra ancora più difficile la sua risoluzione. Penso che possano essere di grande aiuto nell’ampliare le voci di diversi giovani nelle società più deboli, ma dovrebbero anche portare speranza”.
>>> Per seguirla su Twitter: @TashaWangMwansa.

Autumn Peltier

(Foto: YouTube)

Autopraclamatasi ”guerriera dell’acqua” dall’età di otto anni, oggi ne ha 16 e si confronta con i leader mondiali (e Greta Thunberg). Autumn Peltier, nativa canadese delle praterie del nord dell’Ontario, ha una folgorazione durante una cerimonia in un villaggio dove non c’è accesso ad acqua sicura e potabile: com’è possibile che certi suoi coetanei non sappiano che cosa sia un rubinetto? Sente di dover fare qualcosa subito. Innanzitutto chiede ai genitori di partecipare ad altre cerimonie. Poi, prende la parola appena può: durante un’assemblea delle First Nations, le tribù native canadesi, fuori dal cerimoniale ufficiale e bacchettando il primo ministro Justin Trudeau; alle Nazioni Unite; all’appuntamento annuale Women of Influence… Risultato, anzi, i risultati: viene nominata Chief Water Commissioner del suo popolo e Science Defender dalla Union of Concerned Scientists, è candidata tre volte al Premio internazionale per la pace dei bambini (nel 2017, 2018 e 2019) sponsorizzato dall’organizzazione internazionale KidsRights, i magazine di mezzo mondo la indicano come talento da tenere d’occhio nei prossimi anni e il creatore del mitico cartone The Powerpuff Girl Craig McCracken l’ha già disegnata in versione animata.
>>> Per seguirla su Instagram: @autumn.peltier, su Twitter: @StephaniePelti3.

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[Fonte Wired.it]