Seleziona una pagina
lunedì, Nov 09

Scienza come diritto, tutti i benefici in un video



Da Wired.it :

I benefici del progresso scientifico ci appartengono, lo ricorda un video appello a governi e istituzioni che eleva la voce di scienziati, medici e società civile in occasione della Giornata mondiale per la scienza, la pace e lo sviluppo

Lo scorso febbraio, in Etiopia, ad Addis Abeba, si è tenuta la sesta sessione del Congresso mondiale per la Libertà di ricerca scientifica, organizzata presso l’Unione africana, l’organizzazione che ha sede nella capitale etiope. Cardine dell’evento, e della discussione, “il diritto a godere dei benefici della scienza, una prospettiva africana”. La parola diritto è tutt’altro che astratta: nel dicembre 1966, l’International Covenant on Economic, Social and Cultural Rights, anche noto come Patto sui diritti economici sociali e culturali, veniva adottato in ambito Onu e stabiliva, con l’articolo 15, il diritto per ognuno a godere dei benefici del progresso scientifico e delle sue applicazioni, vincolando gli Stati all’osservanza degli impegni presi una volta ratificato l’atto internazionale. Gli Stati erano quindi tenuti a rispettare la libertà che spetta alla ricerca, come ad altre attività creative, e favorire lo sviluppo di contatti e co-operazione in ottica internazionale.

Come ogni diritto fondamentale, anche quello a godere i benefici del progresso scientifico, e quindi della scienza in senso più ampio, vale per ogni individuo in quanto tale.

È tempo di ribadirlo, in occasione dell’annuale Giornata mondiale per la scienza, la pace e lo sviluppo, di scena il 10 novembre in un’annata che ha rimesso il mondo scientifico al centro dell’attenzione e delle aspettative di miliardi di individui a causa della pandemia generata da Sars-Cov-2. Il focus dell’annuale giornata è Science for and with society in dealing with the global pandemic, la scienza per e con una società alle prese con la pandemia globale. Ma tante altre sfide epocali, dal governo dell’Ai al climate change, richiedono il massimo dello sforzo per ottenere risultati da redistribuire a tutti.

Per seminare consapevolezza sul diritto a godere i benefici del progresso scientifico scende in campo un dream team di premi Nobel, scienziati, medici e membri della società civile che, in un video-appello promosso nell’ambito di una campagna dell’Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica (che vi mostriamo in anteprima su Wired), chiede alle nazioni parte del consesso internazionale di impegnarsi per liberare tutto il potenziale della scienza. Tra i protagonisti dell’appello, un premio Nobel come il biochimico inglese Sir Richard John Roberts; la Commissaria alla ricerca dell’Unione africana, Sarah Agbor; la neuroscienziata Malin Palmar, dell’Università di Lund; l’accademico Pete Coffey, professore di Psicofisica visuale presso l’University College di Londra; Marco Perduca, co-fondatore di Science For Democracy, la piattaforma internazionale promossa dall’associazione e i dirigenti dell’Associazione Luca Coscioni lo scienziato Michele De Luca, il segretario Filomena Gallo e il tesoriere Marco Cappato.

Servono più investimenti in ricerca e strutture mediche, bisogna governare le evoluzioni dell’accelerazione tecnologia e promuoverne l’utilizzo virtuoso, va tutelato il diritto del pubblico alla corretta informazione. Nello scenario attuale diritto al progresso scientifico significa anche dati chiari sulla pandemia e un corretto appoccio alla delicata questione vaccini per farne un tema di equo accesso alla salute e non un duello geopolitico tra nazioni e aziende.

Sancito il diritto, restano le tante sfide, perché sono numerose le implicazioni : la scienza e la comunità scientifica sono sovranazionali ma i singoli temi intersecano la politica, l’economia, l’etica, la comunicazione e quindi la velocità, legislativa e culturale, con cui i singoli paesi approcciano le grandi domande del nostro tempo. Al congresso in Etiopia dello scorso febbraio si è infatti discusso di medicina genetica e di precisione, di diritti legati alla riproduzione, di staminali e molti altri temi urgenti in tutto il mondo e nello scenario locale dell’evento. Ma non meno rilevante è il tema della protezione degli interessi morali e materiali legati alla produzione scientifica, il rispetto della libertà necessaria per gli attori della ricerca, gli incentivi alla conservazione e alla diffusione  dei contenuti a matrice scientifica.

La giornata mondiale del 10 novembre sarà quindi l’occasione per rispondere alla presa di coscienza collettiva lanciata dal video promosso dall’Associazione Luca Coscioni, che insieme a Science For Democracy e Eumans promuove, nella stessa giornata, il webinar  Il diritto umano alla scienza. Discutiamolo. Esploriamolo. Godiamone. 

Il webinar è in programma dalle 17:00 alle 20:00 (sulla piattaforma Zoom, bisogna registrarsi): a seguire lo speech introduttivo (Più Scienza in politica e meno politica in Scienza di Richard Roberts, premio Nobel per la Medicina e coordinatore scientifico del New England BioLabs) quattro panel per approfondire il dibattito e chiedere impegni concreti. Impegni che includono, tra gli altri, la promozione a un accesso aperto e trasparente alla letteratura scientifica, una spinta normativa più decisa per tutelare questo diritto nell’ambito degli obblighi internazionali in materia di diritti umani, l’istituzione di uno Special Rapporteur sul “diritto alla scienza” per il monitoraggio dell’implementazione secondo quanto raccomanda il Commento generale sulla scienza numero 25 del 2020.

Quello alla scienza infatti è un diritto sfaccettato, che include numerosi aspetti e che finisce per sfociare più in generale nel diritto a partecipare alla vita culturale del proprio tempo, intesa come “concetto inclusivo di tutte le manifestazioni dell’esistenza umana” . Lo afferma il Commento generale sulla scienza del Comitato delle Nazioni Unite sui diritti economici, sociali e culturali, l’organismo composto da diciotto esperti indipendenti che monitora l’attuazione dell’International Covenant. Nella parte introduttiva del documento il Comitato afferma che è stato spinto a elaborare il commento generale sulla relazione tra scienza e godimento dei diritti economici, sociali e culturali perché, nonostante i tanti sviluppi, “la scienza è una delle aree della Convenzione a cui gli Stati parte prestano meno attenzione nei loro rapporti e dialoghi con il Comitato”.

La versione definitiva del commento, a cui la stessa Associazione Luca Coscioni e Science for Democracy hanno contribuito a livello consultivo con Stati membri, esperti e altre organizzazioni, è stata pubblicata lo scorso aprile dal Comitato Onu per i diritti economici, sociali e culturali.

Potrebbe interessarti anche





[Fonte Wired.it]