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giovedì, Set 12

Scooby-Doo compie 50 anni, 5 curiosità che forse non sapete


A mezzo secolo dal suo debutto nel 1969 il cane fifone e i suoi compagni continuano a essere al centro di nuove avventure televisive

Era il 13 settembre 1969 quando Scooby-Doo faceva la sua prima apparizione sulla televisione americana, più precisamente nel sabato mattina della rete Cbs. Creato da Joe Ruby e Ken Spears per la nota casa di animazione Hanna-Barbera, il cartone divenne un successo immediato già con quella prima serie, Scooby-Doo: Where are you?, e diede origine poi a svariati spin-off animati, film di cassetta e perfino due (discutibili) pellicole finite al cinema. Le avventure del cane fifone che indaga il soprannaturale con la sua gang (Shaggy, Velma, Fred e Daphne) sono arrivati fino a noi tanto che il canale di Sky Boomerang proprio il 13 settembre gli dedicherà una serata con la trasmissione del suo primissimo episodio in assoluto e a seguire il debutto della serie più recente, Scooby-Doo and Guess Who?, che vede la comparsa in versione animata di tante celebrità come Whoopy Goldberg, Sia e Steve Urkel.

1. Nato contro la violenza

Sono molte però le cose che forse non si sanno sulla genesi e l’evoluzione dell’alano tedesco più famoso dei cartoni animati. Innanzitutto bisogna sapere che la prima serie di Scooby-Doo nacque dopo diversi passaggi molto legati al contesto televisivo dell’epoca. Nel 1968 le associazioni per la difesa della famiglia, infatti, fecero parecchia pressione sui canali televisivi per rimuovere quella che consideravano un’eccessiva violenza all’interno delle serie animate del mattino, portando alla cancellazione di parecchi titoli. Necessitando di un nuovo successo, i responsabili della Cbs ordinarono a Hanna-Barbera un nuovo show che ricalcasse in qualche modo una hit di quel momento, il cartone animato Archie.

Gli autori Ruby e Spears arrivarono dunque a concepire quello che doveva essere Mysteries Five, su una band musicale che fra un concerto e l’altro risolveva casi soprannaturali con l’aiuto del festoso cane Too Much, un bobtail che suonava i bonghi (la stessa razza vista in Archie). Dopo diverse trattative col network furono applicate diverse modifiche: i personaggi furono portati a quattro e gli furono cambiati nomi e caratteristiche mentre si tornò all’idea originale di un grande e fifone alano tedesco (inizialmente scartato per non sovrapporsi al famoso fumetto Sansone). Un ulteriore pitch andò a vuoto perché considerato troppo spaventoso per i bimbi, ma alla fine si riuscì a trovare la quadra cambiando anche il nome in Scooby-Doo, nome forse ispirato ai gorgheggi che Frank Sinistra fa alla fine di Strangers in the Night.

2. Un disegnatore dalla Disney

Fin dai primi progetti riguardanti questa serie era chiaro invece che a occuparsi dei disegni sarebbe stato Iwao Takamoto. Di origini giapponesi, la sua famiglia emigrò da Hiroshima a Los Angeles e dopo il bombardamento di Hiroshima fu costretta a vivere nel campo d’internamento a Manzanar dedicato alle persone di origini asiatiche (simile a quello che si vede nella recente serie The Terror: Infamy). Proprio qui da altri due internati Takamoto imparò i rudimenti del disegno ma il suo talento fu tale da essere subito assunto dalla Disney nel 1945.

Qui fece presto carriera come character designer, lavorando a film animati divenuti poi capolavori assoluti come Cenerentola, Lilli e il vagabondo e La bella addormentata nel bosco. Nel 1961 lasciò il suo posto per approdare alla Hanna-Barbera, dove fu appunto responsabile della creazione di parecchi personaggi come Scooby-Doo, ma anche il cane Astro dei Jetson e Penelope Pitstop di Wacky Races. Fece poi carriera all’interno della Warner Bros Animation, in seguito all’acquisizione da parte di quest’ultima della Hanna-Barbera.

3. La famiglia Scooby

Scooby Doo non è certo l’unico animale ad apparire nella storia di questa saga animata. Nel 1979, ad esempio, viene introdotto il cucciolo pestifero Scrappy-Doo, nipote più coraggioso del suo molto più imponente zio, che spesso si caccia nei guai per il suo carattere fumantino (nel primo film live-action – vedi sotto – fece pure la parte dell’antagonista): il suo personaggio fu introdotto nella serie animata di quell’anno per risollevare gli ascolti declinanti con una ventata di novità, anche questa nuova figura non raggiunse mai una popolarità vera e propria, tanto da essere poi relegato anni più tardi a semplici comparsate occasionali.

Meno conosciuto è Scooby-Dum, un alano tedesco pezzato nonché cugino fessacchiotto di Scooby che però ce la mette tutta a risolvere i vari misteri con la sua lente d’ingrandimento e intonando la Quinta di Beethoven. Fra gli altri componenti di questa famiglia allargata ci sono poi Yabba-Doo (da non confondersi con la frase tipica di Fred Flintstone), suo fratello, un alano bianco che risolve i casi sulla costa ovest degli Stati Uniti spesso aiutato dal nipote Scrappy-Doo; e Scooby-Dee, un’alano femmina bianca presentata prima come cugina di Scooby e poi destinata a diventare la sua fidanzata in un’altra serie che però non arrivò mai al numero necessario di episodi per introdurla come tale.

4. I film (poco) riusciti

La media franchise di Scooby-Doo comprende 14 serie animate, 41 film per la tv, 12 linee di fumetti, svariati speciali televisivi e film direttamente finiti in videocassetta o dvd. Ma soprattutto nella memoria di molti sono ben impressi i due film per il grande schermo arrivati al cinema nel 2002 e 2004. Le premesse c’erano tutte, a partire dal cast che comprendeva Freddie Prinze Jr (Fred), Matthew Lillard (Shaggy), Linda Cardellini (Velma) e soprattutto Sarah Michelle Gellar, che interpretava Daphne nonostante la parrucca improbabile (e ironicamente nella serie Buffy i personaggi principali vengono chiamati Scooby Gang). C’era perfino Rowan Atkinson, il celebre Mr Bean qua nei panni di un villain sopra le righe.

Nonostante il primo film avesse fatto bene al botteghino tanto da spingere a realizzare un sequel però di minor successo, le critiche su entrambi i titoli furono devastanti. Il mix fra live-action ed effetti speciali non era sembra ben riuscito, costumi e ambientazioni erano più cartoonesche del dovuto e soprattutto la scrittura delle battute sembra davvero idiosincratica (lo script iniziale era più dark e adulto, con battute anche piuttosto esplicite, prima di essere epurato ma non del tutto per rivolgersi alle famiglie). Il primo film ebbe comunque il merito di cementare la carriera di James Gunn, qui sceneggiatore e poi divenuto regista di film come Guardiani delle galassia e del prossimo The Suicide Squad.

5. I folli crossover

Grazie alla sua popolarità ma anche alla sua accessibilità assoluta, Scooby-Doo si è dimostrato un personaggio molto versatile, capace di sconfinare anche in produzioni più o meno vicine al suo universo narrativo. Fin dal 1976, infatti, furono prodotti diversi episodi crossover di altre serie in cui compariva la Mystery Inc, ad esempio nel cartone Blue Falcon e Cane Prodigio. Nel 1997 i nostri investigatori dell’occulto sconfinarono in un’altra serie di Cartoon Network, canale che ormai li ospitava da tempo, in Johnny Bravo, aiutando il muscoloso tontolone a ritrovare la vecchia zia scomparsa misteriosamente.

Ma sono gli anni Dieci a regalarci le perle più bizzarre. Nel 2011 Scooby e gli altri fanno la loro comparsa in un episodio della serie animata dallo stile retrò Batman: The Brave and The Bold, dovendo assistere Batman e Robin nel recuperare il cantante folk americano Weird Al dalle grinfie di Joker e Pinguino (gli stessi due supereroi Dc erano già comparsi nel 1972 in alcuni episodi speciali di The New Scooby-Doo Movies). Ancora più folle è l’episodio speciale della 13esima stagione del telefilm Supernatural, intitolato Scoobynatural, in cui i protagonisti Dean e Sam vengono risucchiati nel mondo animato e devono aiutare la gang a liberarsi di un fantasma, in un turbine di metariferimenti e ironia.

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