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venerdì, Set 11

Secondo Bob Woodward, Trump sapeva della pericolosità del coronavirus fin da febbraio



Da Wired.it :

È quanto emerge nell’ultimo libro del reporter del Watergate, in cui sono state raccolte 18 lunghe interviste fatte a Trump nei mesi scorsi. Il presidente avrebbe nascosto la pericolosità del virus per non creare panico nella popolazione

(foto: Doug Mills/Pool/Getty Images)

In un’intervista rilasciata a Bob Woodward – il famoso giornalista statunitense autore dell’inchiesta sul Watergate, oggi 77enne – il presidente Donald Trump ha ammesso di essere stato informato della pericolosità e della letalità del coronavirus ben prima dell’arrivo della pandemia negli Stati Uniti, ma di averle volutamente minimizzate in pubblico per non diffondere panico nella popolazione. Le rivelazioni fanno parte dell’ultimo libro scritto da Woodward, Rage, e sono state diffuse in anteprima alla stampa per promuoverne l’uscita (non è stata ancora fissata una data).

Woodward, a partire da dicembre 2019 fino a luglio 2020, ha intervistato Trump in 18 occasioni concentrandosi, ogni volta, su argomenti diversi: la situazione sanitaria negli Stati Uniti, le proteste antirazziste, i suoi rapporti con il leader nordcoreano Kim Jong-un, il suo giudizio sulla precedente amministrazione guidata da Barack Obama. I primi passaggi estrapolati sono, però, dedicati per la maggior parte a come il governo americano ha affrontato l’emergenza Covid-19. La portavoce della Casa Bianca, Kayleigh McEnany ha spiegato che il presidente non avrebbe mai mentito agli americani, ma ha semplicemente voluto tranquillizzarli in un momento estremamente delicato per il paese.

Le parole di Trump

Il presidente degli Stati Uniti a febbraio ha raccontato a Woodward che gli esperti della Casa Bianca lo avevano allertato sulla pericolosità del virus, e soprattutto sulla sua facilità di trasmissione. È lo stesso Trump a definire al giornalista la pandemia “una questione molto delicata e seria” e che il Covid-19 non è una semplice influenza (come avrebbe dichiarato in seguito pubblicamente), ma anzi “ha un tasso di mortalità del 5% rispetto all’1, o anche meno, delle altre influenze. È una cosa letale. Le sue dichiarazioni controverse sul tema – come quella per cui il coronavirus sarebbe scomparso all’improvviso, che il Sars-Cov2 aveva gli stessi effetti di un raffreddore o che l’esperto per le malattie infettive per la Casa Bianca, Anthony Fauci, diffondeva allarmismo nella popolazione – sono tutte successive a questi incontri.

In un successivo incontro con Woodward, Trump chiarisce meglio questo punto dicendo che “preferisco ancora sminuire, perché non voglio creare panico”.

Queste parole avranno un peso in vista delle elezioni, anche perché com’è ovvio potranno essere sfruttate dal candidato democratico Joe Biden. Ma come sono state percepite dai suoi sostenitori? Un esempio arriva da Fox News, il network americano tradizionalmente considerato vicino a Trump (anche se la situazione è in fase di cambiamento, la rete è stata fondamentale per consolidare la tesi di Trump e minimizzare la pericolosità del virus). Uno degli opinionisti di punta del canale conservatore, Tucker Carlson, ha incolpato il senatore Lindsey Graham per aver spinto e convinto il presidente a concedere un’intervista a Woodward. Il senatore repubblicano, infatti, ha dichiarato al Daily Beast di aver incoraggiato Trump ad accettare gli incontri con il giornalista “per raccontare finalmente la sua versione della storia”. Come ha fatto notare un giornalista della testata, in 10 minuti di intervento di Carlson non c’è stato nessun accenno alle parole dell’ex tycoon, ma solo un’ampia requisitoria contro Graham.

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[Fonte Wired.it]