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venerdì, Giu 28

Secondo Putin tutelare i diritti civili è una pratica obsoleta


In una sorta di manifesto del sovranismo intollerante e xenofobo, il presidente russo sul Financial Times si è scagliato contro le libertà individuali, attaccando i migranti e le persone lgbtq+

Il presidente russo Vladimir Putin (foto: Mikhail Svetlov/Getty Images)

Il 27 giugno il presidente della Russia Vladimir Putin ha rilasciato un’intervista esclusiva al quotidiano britannico Financial Times nella quale ha sostenuto, tra le altre cose, che il liberalismo – ovvero la dottrina per cui i diritti inviolabili e le libertà dei cittadini sono caratteristiche naturali dell’individuo nella società, e per questo vanno assicurati dalla legge – è diventato obsoleto.

Questa idea è entrata in conflitto con gli interessi della maggioranza della popolazione”, ha detto Putin. “Parte dal presupposto che non si possa fare niente. Che i migranti possono uccidere, fare razzie e stuprare senza essere puniti perché i loro diritti come migranti devono essere tutelati”. (Questa affermazione di Putin non trova tuttavia riscontro nella realtà: qualsiasi migrante compia un crimine – al netto delle mancanze dei sistemi della giustizia nazionali – viene processato e punito come stabilisce la legge dello stato in cui vive).

La prima pagina del Financial Times con l’intervista a Vladimir Putin

Secondo il presidente, questo atteggiamento tollerante sarebbe un errore e la cancelliera tedesca Angela Merkel avrebbe sbagliato ad aprire le frontiere, permettendo a più di un milione di persone in fuga dalla guerra siriana di emigrare in Germania. Male, secondo lo zar Putin, avrebbero fatto anche i suoi colleghi che hanno adottato un approccio multiculturale e perso così la fiducia dei loro cittadini. I leader, secondo il presidente russo, dovrebbero invece guarda caso prendere spunto da Donald Trump.

Nel colloquio col Financial Times, Putin ha criticato anche il riconoscimento della diversità di genere, che considera un altro passo falso. “Non voglio insultare nessuno […] e non abbiamo nessun tipo di problema con le persone Lgbt. Per carità di dio, vivano come credono. Ma alcune cose ci sembrano eccessive. Adesso dicono che i bambino possono avere cinque o sei ruoli di genere”, ha spiegato. “Vogliamo che ognuno sia felice ma non possiamo permetterci di far passare in secondo piano la cultura, le tradizioni e i valori della famiglia che sono alla base della società”.

Queste ultime non sono state le uniche affermazioni controverse di Putin. Il presidente ha detto anche che la Russia non ha mai interferito con le elezioni presidenziali americane del 2016, anche se l’inchiesta del procuratore speciale Robert Mueller ha dimostrato il contrario; ha sostenuto che durante la Guerra fredda le persone rispettavano le regole, ma oggi questo non vale più e il mondo è diventato frammentato e imprevedibile; che la guerra in Siria – nella quale la Russia è intervenuta a fianco del dittatore Bashar al-Assad – è stata un chiaro esempio di successo nonostante cinque milioni di persone abbiano abbandonato il paese, almeno 500mila siano morte e alcune città come Aleppo e Homs siano state rase completamente al suolo.

La risposta di Donald Tusk

Il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk ha criticato con vigore le parole di Putin. “Chiunque dice che la democrazia liberale è obsoleta, dice anche che la libertà è obsoleta, che lo sono anche lo stato di diritto e i diritti umani. Per noi, in Europa, questi sono e rimarranno valori essenziali e fondamentali. Quello che personalmente trovo obsoleto sono: l’autoritarismo, il culto della persone e il dominio degli oligarchi anche se a volte possono sembrare efficaci”.

I diritti umani in Russia

Mosca è al 149esimo posto della classifica di Reporters Without Borders sulla libertà di stampa, e a marzo scorso la Duma ha approvato due leggi che puniscono anche con l’arresto i cittadini che insultano le istituzioni, e impongono ai media di cancellare gli articoli irrispettosi nei confronti delle autorità.

In pericolo è anche la comunità Lgbtq+. Nel 2013, il paese ha approvato una legge che ostacola la promozione di “relazioni sessuali non tradizionali” tra i bambini ribattezzata di propaganda anti-gay, che secondo le associazioni di tutela dei diritti civili ha causato un aumento della violenza omofoba nel paese. Secondo le Nazioni Unite, la legge violerebbe anche il diritto internazionale.

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